Comandante, Pierfrancesco Favino: "Ruolo scomodo? Un essere umano non è mai una cosa sola"

L'apertura della Mostra del Cinema di Venezia affidata al war movie Comandante, in cui il camaleontico Pierfrancesco Favino interpreta il comandante di sommergibile Salvatore Todaro, noto per aver soccorso più volte i nemici in mare, ecco le sue dichiarazioni.

Comandante, Pierfrancesco Favino: 'Ruolo scomodo? Un essere umano non è mai una cosa sola'

Comandante, film che ha inaugurato il Concorso della Mostra del Cinema di Venezia 2023, rappresenta un tentativo di reinventare il war movie all'italiana in chiave contemporanea fondendo ingredienti nostrani a un respiro epico. Il film, che uscirà nei cinema il 1 novembre distribuito da 01 Distribution, vede protagonista Pierfrancesco Favino, il nostro divo più amato all'estero, nei panni di Salvatore Todaro, comandante della Marina Militare Italiana alla guida, durante la Seconda Guerra Mondiale, del sommergibile Comandante Cappellini. Una storia militare che porta la firma del regista Edoardo De Angelis e dello scrittore Sandro Veronesi che è stata co-prodotta dalla stessa Marina.

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Comandante: Pierfrancesco Favino in un primo piano

"Ci siamo imbattuti in questa storia nel 2018, in occasione dei 123 anni della Marina Militare, quando la parabola di Salvatore Todaro è stata usata per insegnare le regole del mare agli uomini" svela De Angelis. "Todaro era un militare che affondava il ferro, ma salvava l'uomo e a chi gli chiedeva il motivo rispondeva 'perché siamo italiani'. Per me questa frase è il cuore del film, è l'essenza dell'essere italiano". Per Comandante, la Marina ha aperto agli autori le porte del suo archivio, mentre per la parte privata De Angelis e Veronesi hanno potuto contare sui ricordi della figlia e della nipote del comandante, "l'Italia è un crogiolo meraviglioso e putrido, una nazione che nasce dalla varietà degli esseri umani e questa è la risposta che volevo dare in questo momento" prosegue il regista. "La legge del mare impone di salvare le persone, di chiunque si tratti. Per me l'uomo forte è quello che corre in soccorso del più debole, ecco perché ho voluto raccontare la storia di Salvatore Todaro".

Il lavoro sul personaggio

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Comandante, Pierfrancesco Favino e il regista Edoardo De Angelis a Venezia 2023

Come sottolineato nella recensione di Comandante, Pierfrancesco Favino è il protagonista assoluto in un ruolo che ne ha messo alle prova non solo le abilità attoriali, ma anche le sue capacità di apprendere dialetti diversi dal suo. L'attore si dichiara orgoglioso di potersi concentrare sul cinema italiano, dopo varie esperienze all'estero, proprio in un momento come questo: "Vista la situazione del nostro sistema, mi sento felice di poter rappresentare figure italiane, ma spero che Comandante venga visto a livello internazionale visto che è una produzione coraggiosa per gli standard". Favino torna a toccare un tema che gli sta particolarmente a cuore, perorando la causa degli attori italiani di fronte alla scelta di certi produttori che preferiscono star americane in ruoli italici: "Se un americano interpreta un messicano nasce subito il problema, mentre se una star americana interpreta un attore italiano nessuno si lamenta, quando è pieno di attori italiani che parlano molto bene inglese. Perché non dargli una chance?"

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Comandante: una foto del film

Favino confessa di aver conosciuto la storia di Todaro solo quando gli è stato proposto Comandante, ma ha accettato senza esitazione e senza timore di eventuali polemiche politiche legate alla retorica militarista perché si tratta di un "magnifico esempio di quel che cerco nel mestiere. Un essere umano non è mai una cosa sola. Todaro era un militare, cattolico praticante e spiritista, appassionato di filosofia e arte orientale. Non mi piacciono i personaggi che hanno un solo colore. Todaro è capace di disobbedire, ma obbedisce a una legge più alta". L'attore si sofferma poi sulla scelta dell'accento chioggiotto, che ha imparato a parlare con precisione maniacale: "Abbiamo voluto calcare la mano perché il chioggiotto avrebbe reso più cantilenante la parlata di Todaro. Sarebbe stato facile scegliere un modo di parlare più caldo, ma le asprezze del veneto consentono una strada più tortuosa verso l'emotività, non volevamo che fosse scontata".

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Cosa significa essere italiani

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Comandante: un'immagine del film

Ricco di sequenze spettacolari e di un immaginario militaresco legato alla Seconda Guerra Mondiale (il film è ambientato intorno al 1940), Comandante si dissocia dallo stile visivo estremo di tante pellicole belliche made in USA puntando a una ricostruzione realistica della vita all'interno di un sommergibile. Edoardo De Angelis ammette di aver imparato molto dai film di propaganda realizzati da De Robertis e dal suo assistente alla regia, un giovane Roberto Rossellini: "Film protoneorealisti realizzati dentro veri sommergibili, che riprendono vere azioni di guerra. Li ho studiati a lungo per apprendere come costruire le sequenze in mare. E sono molto orgoglioso del lavoro fatto per ricostruire il sommergibile Comandate Cappellini. A differenza di quelli inglesi e tedeschi, i sommergibili italiani erano bellissimi perché noi amavamo morire con eleganza".

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Comandante: una scena del film

Dopo la passerella politica che ha accolto la proiezione ufficiale di Comandante al Lido, Edoardo De Angelis si dissocia in anticipo dalle possibili polemiche, ribadendo che "le reazioni di chi guarda un film trascendono il controllo del suo autore. Io spero che tutti convengano sul fatto che esistono leggi eterne e immutabili come quelle del mare, che non vanno mai infrante. Noi sentiamo tutta la responsabilità del messaggio che portiamo. Quando mi sono imbattuto nella figura di Todaro ho capito che essere italiani significa arricchirsi della diversità e farsi carico degli altri".