Recensione I fratelli Grimm e l'incantevole strega (2005)

Un risultato assolutamente godibile anche se manca un po' di forza, come se il regista avesse scelto di alleggerire volutamente il proprio stile in funzione dell'argomento fiabesco e del target di pubblico a cui si rivolge.

Chi ha paura della strega?

La fantasia visionaria di Terry Gilliam si libera nel narrare la maxifiaba I fratelli Grimm e l'incantevole strega, ispirata ai celebri fairy tales tramandati dai due fratelli. Ma l'ex Monthy Pyton va ben oltre, catapultando Will e Jacob Grimm nel bel mezzo della vicenda in veste di protagonisti. I due viaggiano attraverso la Germania del 1776 facendo soldi a scapito del popolo credulone e superstizioso, sistematicamente gabbato dagli ingegnosi fratelli che sfruttano paure ataviche ed antiche leggende per spaventare i villici e poi proporsi come salvatori: il baillamme dei trucchi che si portano dietro comprende streghe che volano, palle di fuoco, carrucole, balestre e catapulte. Sfortunatamente le loro truffe vengono smascheratie dall'esercito francese che li costringe a recarsi in un villaggio sperduto ai margini della foresta dove alcune bambine sono scomparse in circostanze misteriose. Che le fiabe diventino realtà?

Terry Gilliam sceglie di fotografare l'avventura dei celebri scrittori di fiabe insistendo soprattutto sulle differenze caratteriali tra i due fratelli, entrambi interpretati da star hollywoodiane in ascesa: Matt Damon veste, infatti, i panni di Will, fratello maggiore disincantato e donnaiolo, intento solo a gabbare il prossimo per far soldi; Heath Ledger presta il volto a Jacob, scrittore timido, romantico e sognatore. A completare il cast Lena Headey, affascinante cacciatrice di pelli che diventa suo malgrado personaggio chiave della vicenda, nonché oggetto delle attenzioni amorose di Jacob. L'interesse di pubblico e stampa si concentra, però, sul breve cameo di Monica Bellucci, che interpreta la strega cattiva che tutti vorrebbero incontrare nei propri incubi. Bellissima e malvagia, la defunta regina della Turingia seduce gli uomini per soggiogarli al proprio volere e rapisce le fanciulle per carpirne l'energia vitale e tornare eternamente giovane e bella. Il livello interpretativo globale è sufficiente, il compito viene svolto con diligenza, ma senza particolari picchi: Matt Damon appare un po' strafottente, Ledger lievemente a disagio, la Bellucci scricchiola solo nelle (pochissime) battute pronunciate. Anche la regia, pur mantenendosi formalmente discreta, è lontanissima da quei picchi di originale follia ai quali Terry Gilliam ci aveva abituato. Stile più classico, apertura e chiusura canoniche (il "C'era una volta" qui è d'obbligo), ritmo vivace. Un risultato assolutamente godibile anche se manca un po' di forza, come se il regista avesse scelto di alleggerire volutamente il proprio stile in funzione dell'argomento fiabesco e del target di pubblico a cui si rivolge.

Il punto forte del film sta, invece, nell'ambientazione: si pensi alle scenografie maestose e variopinte, ai congegni fantasiosi che i due fratelli utilizzano per gabbare i villici, alla maestosa torre in cui la regina si rifugia dopo la morte. Le scenografie, unite agli splendidi costumi creati dal premio Oscar Gabriella Pescucci, donano una confezione perfetta ad un film elegante e divertente che purtroppo però non si avvicina alla genialità di cui Terry Gilliam è capace.

Movieplayer.it

3.0/5