Cento domeniche: Antonio Albanese in difesa degli ultimi (che sono i primi)

"Gli operai, i lavoratori, per me sono i primi: sono le persone che hanno sostenuto il paese. Gli ultimi sono quelli che provocano questo: delle merde": intervista ad Antonio Albanese, regista, sceneggiatore e interprete di Cento domeniche, in cui è un pensionato che perde tutti i risparmi per colpa della banca. In sala.

Cento domeniche: Antonio Albanese in difesa degli ultimi (che sono i primi)

Conosciamo tutti Antonio Albanese come attore, uno dei più amati dal pubblico e premiati al botteghino. Dal 1997, con l'esordio Uomo d'acqua dolce, Albanese è però anche regista. Il suo ultimo film dietro la macchina da presa è Cento domeniche, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023.

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Cento Domeniche: Antonio Albanese in un primo piano

Cento Domeniche, Antonio Albanese: "È un film sui primi, gli operai non sono gli ultimi di questo Paese"

In sala dal 23 novembre, Cento domeniche (recensione qui) è un film a cui l'autore tiene molto, tanto è vero che lo ha anche scritto, insieme a Piero Guerrera, e interpretato. È lui infatti l'Antonio che, dopo una vita passata a fare l'operaio, vorrebbe pagare il matrimonio della figlia, ma si trova improvvisamente privato dei risparmi dalla sua banca. Lui si è fidato, ha firmato, e ora non ha più nulla. Lui e tanti "ultimi", come vengono definiti più volte nella pellicola i piccoli risparmiatori.

Guai a etichettarli così davanti ad Albenese, che a Roma ci ha detto: "Gli operai, i lavoratori, per me sono i primi: sono le persone che hanno sostenuto il paese. Gli ultimi sono quelli che provocano questo: sono delle merde, come si dice, quelle poche persone che provocano questi disastri. Antonio rappresenta un primo. E gli operai come lui non sono centomila, come i privilegiati, ma 12 milioni. Bisogna far capire al paese che esistono. Tradire un primo è brutto. Conoscendo quel mondo, questo era un desiderio che volevo realizzare da tempo. Volevo raccontarlo profondamente e con verità".

Cento domeniche: intervista ad Antonio Albanese

Ad Albenese non piacerà sentir parlare di ultimi, ma in Cento domeniche è lui stesso a definirli così più volte. Forse è anche per questo, per abitudine a vedersi "ultimi", che nel nostro paese si protesta sempre meno quando succede qualcosa di grave e ingiusto come quello che capita al protagonista del film?

Il regista pensa di sì: "Ormai siamo abituati a non protestare perché poi chi provoca queste conseguenze non viene mai punito. Quindi è inutile protestare. Invece io sono uno che il sistema lo protegge, perché, io e te, in questo momento, siamo qui grazie alle banche. Sono uno che parla di Amadeo Giannini, un italiano che ha fondato la Bank of America, e ha aiutato i proletari. Sono poche persone che causano questi danni. A volte ne basta una. Però se poi queste persone non vengono punite, il lamento non serve a niente. Protestare non serve a niente. Se reagisci e poi le conseguenze non ci sono che lo fai a fare? Questa è un'abitudine che ormai abbiamo da tempo."