Bellaria 2011: seconda giornata con Madsen e Scarpati

L'incontro con Giulio Scarpati ha chiuso una seconda giornata ricca di contributi interessanti: dai rivoluzionari russi ai killer messicani, passando per un amore contrastato e un futuro inquietante per l'uomo che verrà.

La mattinata di questa seconda giornata di festival, a Bellaria, dopo il rinnovato appuntamento con Marco Presta e Antonello Dose, si è svolta all'insegna dei workshop, che, all'approfondimento dedicato alla costruzione del web-documentario e a una panoramica delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie di ripresa e dall'impiego della stereoscopia, hanno affiancato il percorso incentrato sul documentario storico, curato da Gianfranco Pannone.

Anche oggi il concorso Italia Doc ci ha riservato tre proposte, iniziando con L'altra rivoluzione, Gorkij e Lenin a Capri: attraverso le parole del grande scrittore russo, esiliato dopo gli eventi del 1905 e che a Capri aveva riunito intorno a sé gran parte dell'élite culturale sovietica, Raffaele Brunetti e Piergiorgio Curzi hanno ricostruito i giochi di potere che contrapponevano Lenin e Bogdanov, facendo luce su una tappa della storia ancora in gran parte sconosciuta. E' poi il turno di Good Buy Roma, una storia di convivenza e integrazione ambientata nella Roma invisibile di via del Porto Fluviale, dove circa un centinaio di famiglie hanno occupato una caserma dismessa e dal 2003 condividono spazi e quotidianità. I giovani autori, Gaetano Crivaro (già premiato al Festival DocumentaMadrid e al Festival del film di Bilbao) e Margherita Pisano, si sono lasciati coinvolgere dall'atmosfera operosa e positiva di questa piccola comunità, e anche allo spettatore viene da chiedersi, parafrasando uno dei suoi abitanti, se "il mondo che viviamo, o che subiamo, non sia ben più ingiusto di un'occupazione abusiva". Ultimo appuntamento della sezione è quello con El Sicario Room 164, in cui un ex ufficiale messicano, sul quale pende una taglia di 250mila dollari, racconta senza ipocrisie la propria esperienza come mercenario.

Ancora dedicato all'Unità d'Italia è il contributo di Italo Moscati alla rassegna Le opere e i giorni: il suo Concerto Italiano è un lavoro di recupero del materiale con cui la Rai, negli anni delle sue prime trasmissioni, ha documentato la nascita dello Stato attraverso importanti testimonianze storiche, di cui è fondamentale conservare la memoria. Il pomeriggio prevede anche il primo appuntamento con Radiodoc, l'approfondimento dedicato al documentario radiofonico, in cui Andrea Giuseppini presenta Il microfono leggero, dove trovano spazio tre diversissime storie di vita, ma tutte accomunate dalla voglia di riscatto.

L'inquietante e intelligente Into Eternity di Michael Madsen, in concorso nella sezione Panorama Internazionale, mette sul tavolo questioni altrettanto importanti, dedicate però al presente e soprattutto al futuro dell'umanità. Facendo da testimone alla costruzione del più grande deposito di scorie nucleari al mondo, progettato per durare centomila anni, Madsen si interroga sull'eredità che la nostra generazione sta per lasciare ai propri figli e su come una società ancora per noi inimmaginabile potrebbe essere in grado di affrontarla.

In serata, il cinema Astra ha ospitato un incontro con Giulio Scarpati, presidente della giuria del festival che, incalzato da un curiosissimo Alberto Crespi, ha sfoderato la sua verve comica intrattenendo il pubblico con aneddoti e curiosità legati ai propri esordi teatrali. Scarpati si è detto orgoglioso di presenziare la giuria di Bellaria che, però, si augura dalla prossima edizione ricomincerà a occuparsi anche di cinema indipendente non documentaristico, in modo da ritagliare, anche in Italia, uno spazio per l'offerta diversificata e i linguaggi coraggiosi che invidiamo alle cinematografie internazionali.

Chiude la giornata Love During Wartime, presentato in anteprima italiana ma fresco di successo al Tribeca Film Festival, storia di un amore osteggiato dalla burocrazia tra una ballerina israeliana e uno scultore palestinese, che denuncia ancora una volta l'apparentemente impossibile convivenza di questi due popoli e che riesce, allo stesso tempo, a descrivere con delicatezza e ironia la forza di un legame profondo.