A Beautiful Life, la recensione: musica e retorica per un film (poco) orecchiabile

La recensione di A Beautiful Life: un pescatore danese diventa una pop-star in un film dalla facile emotività. Protagonista il cantante Christopher, in streaming su Netflix.

A Beautiful Life, la recensione: musica e retorica per un film (poco) orecchiabile

Tutto va come deve andare. Preciso, lineare, confortevole. Prevedibile. Cambiano gli attori, cambia il paese d'origine, cambia il contesto. Eppure, sotto sotto, ecco che sale la fortissima sensazione che oggi, l'offerta streaming, si aggrappi palesemente a concetti visti e rivisti, puntando esclusivamente ad una visione disinteressata capace di scalare rapidamente la top 10 dei titoli più visti. Lecito, ci mancherebbe. Lecito perché dietro l'aspetto artistico e narrativo, c'è l'approccio produttivo e distributivo che punta alla sostanza, e all'introito. Il modus operandi, dunque, è semplice: produrre produrre produrre, e distribuire distribuire distribuire. In modo quasi ossessivo, senza fondo. Si finisce nel calderone, al resto ci pensa l'algoritmo che plasma le nostre library.

A Beautiful Life Photographer Emilia Staugaard 1
A Beautiful Life: una scena del film

Questo non vuol dire che sia tutto da buttare, ovvio, ma è palese quanto invece tutto sia avvolto dalla più classica sensazione del "già visto". Come nel casto del danese A Beautiful Life di Mehdi Avaz, distribuito da Netflix. Lo precisiamo all'inizio della recensione: se in giro c'è molto di peggio, il canterino film non è sicuramente tra le visioni più originali che potete trovare. O meglio: A Beautiful Life funziona nel momento in cui si molla qualsiasi aspettativa, e si abbraccia il tempore che emana la storia lastricata di riscosse, di cadute e di successive riscosse. La solita fisarmonica (per restare in tema), che sfrutta il belloccio protagonista, interpretato Christopher (chi è? Un famoso cantante danese, ci suggerisce Google), e il leitmotiv musicale, sempre efficace quando si parla di emotività e di emozioni dalla facile applicazione.

A Beautiful Life e una trama che punta sulle emozioni

A Beautiful Life Photographer Martin Dam Kristensen 4
A Beautiful Life: una scena del film

L'abbiamo detto: in A Beautiful Life la pop-star danese Christopher interpreta il protagonista, Elliot. Fa il pescatore, è pieno di tatuaggi, ha un sorriso da modello Abercrombie e, scopriamo, ha una voce pazzesca. Lo stile? Quello tutto cuore, tra corde vocali e schitarrata a mano aperta. Fa il pescatore perché proviene da una famiglia di pescatori che, prima di morire, gli hanno lasciato in eredità la passione per la musica (primo spunto, seguire il sogno e cambiare il proprio destino), ma quando decide di accompagnare un suo amico ad una serata canora, la sua vita cambia di netto. Come? Un imprevisto lo farà salire sul palco, stregando la platea del club. È nata una stella? Così pare.

A Beautiful Life Photographer Daniel Cotroneo 2
A Beautiful Life: una scena del film

È nata una stella, ed è nato un amore: tra il pubblico c'è Suzanne (Inga Ibsdotter Lilleaas), produttrice musicale che punterà su di lui, accompagnata da sua figlia Lily (Christine Albeck Børge), la più classica ragazza della porta accanto che farà perdere la testa ad Elliot. Il cantante, complice un video rilasciato su Tik Tok, salirà ben presto alla ribalta: concerti, show, album, registrazioni. E l'amore, semplice ma passionale, con la raggiante Suzanne - che preferirebbe la musica classica al pop-rock - che sarà per lui fonte di ispirazione. Ciononostante, se di percorso si tratta, l'idilliaca nuova vita di Elliot sarà puntualmente minacciata. Da chi? Semplice: dalle stesse dinamiche discografiche. Seguire sé stessi, o inchinarsi all'industria?

Se anche il cinema (streaming) viene campionato

A Beautiful Life Photographer Martin Dam Kristensen
A Beautiful Life: una scena del film

Sulle note degli orecchiabili brani interpretati dallo stesso Christopher (e sennò che lo hanno scritturato a fare?), la scrittura di A Beautiful Life allunga la storia in una vicenda che prova ad inglobare più sfumature possibili, complicando ed esagerando sulla conflittualità generale. C'è il destino da cambiare, c'è il rapporto genitore-figlio, c'è la scelta tra l'amore e la carriera, c'è il successo che dà alla testa (ad un certo punto Elliot è il cattivo della situazione!), e c'è l'ombra del business, disumanizzato e ossessionato dal profitto. Testi e sottotesti che, però, non tolgono né aggiungono gran ché al tono melodrammatico che non viene quasi mollato dal regista (Mehdi Avaz abituato all'ambiente, avendo già diretto un altro film precompilato Netflix, Toscana), tenendolo in tangibile rilievo.

A Beautiful Life Photographer Martin Dam Kristensen 7
A Beautiful Life: una scena del film

Il motivo? Sfruttando l'apertura musicale, e l'efficenza scenica dei protagonisti, A Beautiful Life (fin dal titolo) punta forte su quell'esagerazione che dovrebbe spronare la nostra sensibilità. La stessa sensibilità che detta (anzi, detterebbe) le scelte che abbiamo a disposizione quando decidiamo di concedere il nostro tempo ad un film in streaming. Ecco, il tempo: se il cinema e la musica sono strutturati proprio in base al tempo a disposizione, il film di Mehdi Avaz pare riempirlo di strofe campionate, adatte a quella retorica di genere che non cerca di differenziarsi, piuttosto fa di tutto per allinearsi a ciò che oggi richiede il mercato. Strategia che vince, non si cambia. Per ora.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di A Beautiful Life, il film Netflix offre intrattenimento immediato sfruttando un'emotività generale precompilata. Poca originalità per una storia che soffre di troppi spunti, non approfonditi e lasciati fluire verso un annunciato finale. Orecchiabili le canzoni interpretate dalla pop-star Christopher.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • I due protagonisti, pur squadrati, reggono.
  • La durata non è eccessiva.
  • Le canzoni sono orecchiabili...

Cosa non va

  • ... meno il film generale: precompilato e poco originale.
  • L'emotività sembra essere indotta dal bisogno di stupire.
  • Troppi temi affrontati.