Chris Hemsworth racconta il suo Thor

A Roma insieme a Kenneth Branagh per presentare l'atteso cinecomic targato Marvel, il simpatico attore protagonista ci ha raccontato la sua esperienza sul set e il suo rapporto con il personaggio.

Se in Thor, il nuovo attesissimo cinecomic firmato Kenneth Branagh, il suo ruolo è quello di un dio/uomo, è in una versione decisamente "umana" che Chris Hemsworth si è presentato per rispondere alle domande postegli sul suo nuovo lavoro. Una personalità marcata da una scanzonata ironia, e da una sincerità che non è venuta meno neanche quando, candidamente, ha confessato di non sapere nulla di Robert Mitchum, mostro sacro della Hollywood del passato a cui alcuni critici lo hanno paragonato. Un giovane attore simpatico e sicuro di sé, quindi, che tuttavia si è rivelato più che credibile in un ruolo le cui insidie erano potenzialmente non poche.

La sua può essere definita una prova di attore a tutto tondo. Come l'ha affrontata? Chris Hemsworth: Per me è stata una grande opportunità: quando si è bambini si gioca spesso a fare i supereroi, ora per me quel sogno infantile è diventato realtà. E' stata una fortuna enorme lavorare con Kenneth, con Anthony Hopkins e Natalie Portman: recitare con nomi di quel calibro è la migliore formazione possibile per un attore.

Non ha sentito un certo senso di responsabilità a lavorare con leggende del cinema come Branagh e Hopkins?
Beh, sapevo che specie di fronte a un mostro sacro come Hopkins mi sarei intimidito, ma lui al contrario mi ha messo subito a mio agio. E' una persona sempre entusiasta di quello che fa, ed è sinceramente appassionata del proprio lavoro: lavorare con lui è stata un'esperienza fantastica.

E' già al lavoro sul prossimo The Avengers - I vendicatori?
Inizieremo a girarlo non appena finito il tour di Thor. Sarà sicuramente bello ed emozionante recitarci.

Cosa può dirci sul particolare registro linguistico del film?
Non è stato facile prendere la lingua americana e usarla come farebbe un dio. Ho dovuto mediare tra un linguaggio "alto" e l'esigenza di essere comprensibile, è stata una bella sfida.

Com'è stato lavorare con la Portman? Che rapporto si è creato tra voi?
Lo stesso che con gli altri attori: ho cercato di imparare da lei, che è un'ottima attrice. Anche lei è stata meravigliosa, abbiamo subito collaborato al meglio.

Come si è preparato per il ruolo?
Il ruolo ha richiesto innanzitutto una preparazione fisica molto lunga, che infatti è durata sei mesi. Ho dovuto fare molta attività fisica per mettere su tono muscolare, andare molto in palestra e mangiare cibi proteici. Ho preso in tutto 8 kg.

Dopo Star Trek, questo è il secondo franchise a cui lavora. Quali sono le differenze tra queste due produzioni?
Le differenze stanno soprattutto nella vastità del mondo rappresentato: qui, c'è un universo molto più grande, potenzialmente sconfinato.

Tom Hiddleston, che nel film interpreta Loki, ha firmato per quattro pellicole in questo nuovo, possibile franchise. E lei?
Io ne ho firmati sei, di contratti: tre pellicole per Thor e altre tre per I vendicatori. Se poi questi sequel saranno effettivamente realizzati, dipenderà ovviamente dai risultati al botteghino dei rispettivi primi episodi.

Che effetto le fa sentirsi paragonato a un attore come Robert Mitchum?
Non saprei, sinceramente non so molto di lui. Che genere di film faceva? Ah, un attore popolare nella Hollywood degli anni '50? Beh, credo sia un grosso complimento.

Finora ha recitato soprattutto in film d'azione, thriller o di fantascienza. Non le piacerebbe in futuro interpretare una commedia?
Certo, mi piacerebbe molto, ma deve capitarmi il soggetto giusto. Per un attore, cambiare registro è una sfida continua, quindi spero di potermi cimentare con il genere, in futuro. Va detto comunque che elementi comici, o ironici, ci sono un po' in tutti i film che ho interpretato finora.

Quello di Thor è un personaggio molto istintivo, che è uomo e dio allo stesso tempo. Come ha affrontato i registri del potere e della regalità?
Mi sono regolato soprattutto sulle reazioni degli altri membri del cast. Ho osservato molto il comportamento degli altri attori, che può lasciar presagire quello degli spettatori: se non sei credibile nel tuo ruolo, la risposta dei tuoi partner non potrà che essere altrettanto forzata. E' lì che capisci se stai facendo bene il tuo lavoro, o se devi cambiare qualcosa.

Ha degli attori che sono punto di riferimento, per lei?
Sì, molti per altrettanti periodi. Quand'ero giovane seguivo soprattutto Russell Crowe, più in là ho apprezzato anche Heath Ledger, e poi la fragilità di un attore come Paul Giamatti. Anche Brad Pitt mi piace molto, ma potrei andare avanti ancora molto a lungo.

Il contrasto, nel film, tra il suo personaggio e quello di suo fratello Loki è come il contrasto tra due facce della stessa medaglia. Questo è dovuto più alla vostra recitazione o al lavoro di Kenneth Branagh?
Credo sia il risultato del lavoro di entrambi, c'è stata una calibrazione tra la regia e il nostro lavoro sui rispettivi personaggi. Anche lo script ovviamente ha fatto il suo in questo, così come la storia originale, che già conteneva in sé questo elemento di dualismo.

Che effetto le ha fatto vedere sul set Stan Lee? E lui che reazione ha avuto?
Ha seguito le riprese e alla fine è stato molto contento. Ricordo, quando l'ho visto, di aver pensato "Wow! Questo è l'uomo che mi ha 'creato'".

E il rapporto con i fans più appassionati del fumetto? La loro reazione è un problema che vi siete posti?
Solo all'inizio avevamo un po' di apprensione, credo sia normale. Ma poi la loro reazione, di quelli che hanno già visto il film, è stata positiva.

Quante scene in green screen ci sono nel film?
Non molte, in realtà. Kenneth predilige i set reali, e anche per me è stato più facile recitare con scenografie classiche. Lui stesso era molto descrittivo rispetto ai dettagli che dovevano avere gli ambienti.

La rivedremo, quindi, in Thor 2?
Spero di sì! Ma questo dipende dal successo di questo film, quindi anche da voi.