Recensione Gianni e le donne (2010)

Tra risate fragorose e riflessioni intrise di amarezza e malinconia, il film racconta con semplicità lo smarrimento di un uomo di mezz'età che si rende conto di non piacere più come una volta alle donne e di non essere in un certo senso più padrone della sua vita.

Uomini che amano le donne

Gianni è un gentiluomo di sessant'anni, nato e cresciuto a Trastevere dove tuttora vive con la sua famiglia. Usa ancora Tuttocittà per cercare un indirizzo e gira fiero a bordo della sua vecchia Alfa 164. Figlio di un'esuberante nobildonna decaduta ultranovantenne che spende e spande tra feste e badanti ma nei confronti della quale prova un sentimento di affetto e devozione incondizionata, Gianni mette le sue giornate da baby-pensionato a disposizione di tutte le donne della sua vita facendo la spesa, cucinando, sbrigando commissioni e badando al suo cane e a quello della bellissima ragazza del piano di sotto. Oltre alla mamma infatti Gianni dedica il suo tempo a facilitare la vita all'incontentabile moglie, all'indecisa figlia adolescente e al fidanzato di quest'ultima che si è piazzato in casa ormai quasi stabilmente, alle giovani e belle vicine di casa, alla fascinosa badante di mamma Valeria e a tante altre donne.
Un bel giorno però qualcosa sconvolge lo scorrere monotono della vita di Gianni e delle sue donne, quando l'amico Alfonso gli fa notare che tutti i suoi coetanei del quartiere hanno almeno un'amante e lo mette in guardia sul suo rapporto, piuttosto arrugginito, con l'altro sesso. Nonostante infatti sia circondato sempre da tante donne, Gianni si rende conto di aver perso lo smalto di una volta, di non riuscire più a suscitare interesse ai loro occhi. Parte così il suo piano mirato a riattivare il meccanismo della 'conquista', come un meccanico che cerca di riparare un vecchio motore ma che si rimette in moto producendo solo fracasso, tanto fumo e poco arrosto...


Gianni Di Gregorio è ufficilamente l'uomo che ha reso possibile il ritorno della comicità e della commedia italiana a quella leggerezza garbata e a quel tono popolare e nostalgico che dai tempi del 'vecchio' Verdone non si vedeva sul grande schermo. Ed è un paradosso perchè Gianni di Gregorio e Carlo Verdone sono praticamente coetanei ma mentre Verdone ha alle spalle una lunghissima carriera da attore e regista, Gianni di Gregorio è al suo secondo film da regista pur avendo alle spalle un fitto intreccio di esperienze alle prese con la recitazione teatrale, con la sceneggiatura, e soprattutto con l'aiuto regia al fianco di Garrone, Castellitto e Felice Farina.

Gianni e le donne, tra risate fragorose e riflessioni intrise di amarezza e malinconia, racconta con semplicità lo smarrimento di un uomo di mezz'età che si rende conto di non piacere più come una volta alle donne e di non essere in un certo senso più padrone della sua vita. Le giovani lo vedono, come è giusto che sia, come uno zio o un nonno saggio, le sue sveglie coetanee capiscono la sua grande bontà d'animo e la sua estrema disponibilità e finiscono per approfittarne, mentre le donne più anziane non fanno che sfruttare le sue buone maniere e il suo essere così tanto servizievole per il loro tornaconto. Una commedia poetica, delicata ma ficcante che, come Pranzo di Ferragosto, analizza il la crisi esistenziale di un uomo maturo stravolto da una repentina ma necessaria presa di coscienza di sé e dello scorrere del tempo. L'autenticità di volti, luoghi, situazioni e personaggi insieme ad allegri momenti di convivialità raccontati quasi timidamente ma con tanto amore dall'attore/regista/sceneggiatore del film Gianni Di Gregorio, permettono allo spettatore di assaporare l'essenza di questa storia sin nel profondo, e di accompagnare Gianni in un divertente ma difficile viaggio alla ricerca di una nuova dimensione.

Dopo il felicissimo expoit della sua opera prima, Gianni di Gregorio torna a parlarci di sé, del suo essere stato figlio unico di madre vedova, della sua città, della sua visione del mondo, della sua introversa natura di uomo di cinema che ha trovato finalmente una dimensione, e del suo gentile e platonico amore per tutte le donne. Il tutto in un film autobiografico che riesce a pigiare sull'acceleratore rispetto al predecessore risultando al contempo più divertente e assai più amaro, con qualche battuta folgorante sparsa qui e là che da sola vale il prezzo del biglietto. Di questi tempi poi, un film come Gianni e le donne si apprezza ancora di più.

Movieplayer.it

3.0/5