Inception di Christopher Nolan: il successo del cinema delle idee

Il regista di Batman Begins porta sullo schermo un film cerebrale e complesso e ne fa un successo internazionale superiore ad ogni aspettativa. Ma i blockbuster una volta non erano quei film durante i quali spegnere il cervello per due ore?

"Qual è il parassita più resistente? Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale? No, un'idea. Persistente, contagiosa. Una volta che si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla." Il concetto che è al cuore di Inception vale anche per i produttori hollywoodiani, convinti ormai da diversi lustri che il successo economico di un film sia necessariamente legato a schemi ben precisi da cui è quasi impossibile allontanarsi. L'idea che un blockbuster debba necessariamente essere legato ad un franchise forte, ad un concept familiare o ad un successo del passato è l'idea che da decenni sta fortemente condizionando l'industria cinematografica hollywoodiana e non; basta guardare le news che Movieplayer.it, così come qualsiasi altro sito di cinema, pubblica giornalmente e notare che più della metà delle stesse riguardano progetti che di nuovo non hanno proprio nulla, ma sono nella maggior parte dei casi sequel, remake, trasposizioni di videogiochi, fumetti o romanzi.

Una tendenza che si fa ancor più preoccupante guardando la classifica dei maggiori incassi di sempre a livello internazionale e notando come nelle prime 35 posizioni (ovvero da Avatar ad Inception) i film con un soggetto originale siano davvero merce rara: oltre ai due già citati, contiamo Alla ricerca di Nemo, Independence Day, E.T. l'extraterrestre, Il re leone, Guerre stellari e 2012, un numero già esiguo che si dimezza se consideriamo solo l'ultimo decennio.

Cos'è che fa così paura in un soggetto originale? Forse proprio il concetto di idea, il richiedere al pubblico di abbracciare un qualcosa di nuovo, un qualcosa che non sia già parte integrante della nostra cultura, un qualcosa che richieda un'apertura mentale e quindi uno "sforzo". D'altronde da tempo si presuppone che esistano due tipi di spettatori, e due soltanto, ovvero coloro che vedono il cinema come arte e quelli per cui invece è "solo" intrattenimento. Due mondi apparentemente inconciliabili che trovano gratificazione in due prodotti agli antipodi, il film d'autore ed il blockbuster. E poco importa che il termine blockbuster sia stato associato per la prima volta nel 1975 ad un film come Lo squalo, diretto da uno Steven Spielberg che autore lo è certamente, da allora il termine "blockbuster" è diventato quasi un dispregiativo, un modo per indicare un film che non richiede alcun impegno da parte dello spettatore e che quindi necessariamente punta più su spettacolari scene d'azione o immagini mozzafiato che su un plot intrigante o dialoghi e personaggi che sappiano colpire il cuore dello spettatore. Perfino un mago come James Cameron - che fin dagli anni '80 è stato un simbolo della Hollywood più "chiassosa" ma non per questo banale (basti pensare alla saga di Terminator o allo script di Strange Days) - con gli ultimi due film (Titanic e Avatar, guarda caso i più grandi successi della storia del cinema) ha dovuto scegliere due storie necessariamente semplici (se non banali) per non distrarre l'attenzione da quello che per lui era la sostanza dei film, il tragico affondamento del transatlantico nel primo caso, la creazione di un mondo completamente alieno ma realistico nel secondo.

E' proprio per questo che il caso Inception (oltre 750 milioni incassati in tutto il mondo) è un qualcosa di assolutamente clamoroso in quanto il soggetto particolarmente originale, la stuttura narrativa complessa ed enigmatica (che ricorda non poco L'anno scorso a Marienbad, non esattamente un favorito del grande pubblico) e perfino l'autentico genere della pellicola (più heist movie che action, più noir che fantastico) sono tutte carattistiche che solitamente decretano l'insuccesso di un film, che ne fanno una pellicola di nicchia piuttosto che un blockbuster. E invece la Warner Bros, a cui va il nostro plauso prima ancora che allo straordinario regista, ha creduto nel progetto, ha creduto nell'idea di Nolan, e ha voluto rischiare non solo investendo 160 milioni di dollari di budget per un film che probabilmente lo stesso Nolan avrebbe potuto realizzare con una cifra dieci volte inferiore (riportando ovviamente la pellicola nella dimensione di semplice "film d'autore") ma con una campagna marketing virale che non nascondeva la natura di film difficile e complesso, ma anzi giocava su questo aspetto cercando (evidentemente con successo) di incuriosire il pubblico.

Già Nolan aveva compiuto miracoli con Il cavaliere oscuro trasfomando un franchise storico ed abusato come quello di Batman in una pellicola ben più complessa di quanto ci saremmo mai potuti aspettare solo pochi anni fa, ma con Inception mostra in pieno le sue immense potenzialità e la sua straordinaria capacità di autocontrollo nel realizzare una pellicola che non scende quasi mai a compromessi - e quando lo fa, non cade comunque mai nel banale, utilizzando per esempio le scene d'azione solo quando necessario, mettendole sempre e comunque a servizio della storia e mai il contrario - ma portando avanti quella centralità dell'"idea" che è il cuore di tutto il progetto e che rende più prezioso non solo l'intero film ma anche la valenza metacinematografica di Inception.

E' facilmente riscontrabile, infatti, il parallelismo tra la banda di Cobb e Nolan e la sua troupe filmica, anzi, qualsiasi troupe filmica; ma ciò che conta davvero è la comunione di intenti che sembrano avere i due gruppi - Cobb e i suoi accoliti, il regista e i suoi collaboratori: ovvero l'innestare un'idea all'interno del cervello del sognatore/spettatore. E come trasmettere al meglio un'idea se non attraverso un'emozione, magari semplice e per questo più efficace? Per questo i sogni di Nolan non sono quelli bizzarri o visionari a cui decine di cineasti in passato ci hanno abituati, i sogni di Nolan sono complessi ma reali, portano elementi straordinari in quella che apparantemente è la realtà di tutti i giorni. E' per questo che il film/sogno di Nolan non soltanto è un blockbuster, e non è soltanto un film d'autore, Inception è il Cinema che svolge la sua più antica e meravigliosa funzione, quella di emozionare, intrattenere, far riflettere e ovviamente sognare.