Recensione Sunshine Cleaning - Non c'è sporco che tenga (2008)

Ancora un furgone e una famiglia disfunzionale per i produttori di 'Little Miss Sunshine', ma stavolta toni più drammatici, anche se non privi di note di colore, sottolineature ironiche e trovate fantasiose.

Le sorelle che fecero l'impresa

Non basta un colpo di spugna, per cancellare il proprio passato, a volte bisognerebbe assoldare un'impresa di pulizie, o addirittura rimboccarsi le maniche e aprirne una. E' quello che accade a Rose e Norah, le due sorelle protagoniste di Sunshine Cleaning - Non c'è sporco che tenga, dramedy diretto da Christine Jeffs, che torna dietro la macchina da presa cinque anni dopo il biografico Sylvia, interpretato da Gwyneth Paltrow. Le sorelle Lorkowski sono due facce della stessa medaglia: due giovani donne apparentemente diverse che tuttavia vivono un'esistenza simile, instabile e senza prospettive, profondamente segnata da un drammatico episodio del loro passato e soffocata da una realtà rozza e arida, come quella del New Mexico, nel profondo Sud degli States, ben lontana dall'American Dream di metropoli come New York o Los Angeles.

Rose era stata una delle ragazze più carine e popolari della sua scuola, e adesso si ritrova ad essere l'amante del suo ex-fidanzatino, che scelse di sposare un'altra compagna. Un'amante che continua a sperare che le cose cambino, e si accontenta di qualche fugace rapporto consumato in un solitario motel, dopo aver lasciato il figlio di otto anni a casa con sua sorella Norah, una bella ragazza talmente demotivata e disillusa che non riesce a tenersi stretta neppure il più umile dei lavori. Rose invece si affanna a lavorare come collaboratrice domestica, ma non ha neanche la possibilità di pagare la retta per una scuola privata che possa accogliere suo figlio, un ragazzino intelligente e fantasioso, ma problematico. Un giorno decide di accettare il suggerimento del suo amante e prova a mettere su una piccola impresa di pulizie post-mortem, che si occupa di cancellare tracce di eventi drammatici come suicidi e omicidi dai luoghi in cui sono avvenuti. Accanto a Norah, più timorosa di sua sorella nell'affrontare il nuovo lavoro, Rose getta via materassi e poltrone lordi di sangue, ripulisce pareti e pavimenti imbrattati e svuota stanze ingombre di sporcizia e tragedia.
Con l'aiuto di un commerciante di prodotti e utensili specifici per il loro lavoro, le sorelle Lorkowski pian piano riusciranno a trasformare il loro lavoro in una impresa gestita in maniera professionale. Ma litri e litri di detergente, anche il più efficace, non possono lavare via anni di insicurezze, dovute ad un trauma molto simile a quelli che vedono con i loro occhi ogni giorno.
Dai produttori di Little Miss Sunshine, arriva una nuova pellicola indie che racconta una storia di perdenti che riescono a trovare una direzione nella propria vita, e poco importa se non è conforme agli schemi imposti dalla società, l'importante è riuscire a ritrovarsi e ad essere sereni. Anche qui c'è un furgone, e una famiglia completamente disfunzionale, della quale fa parte un padre eternamente a caccia di promesse, ma il film della Jeffs non ha la scoppiettante carica politically incorrect del road movie di Jonathon Dayton e Valerie Faris, perchè si sviluppa su toni diversi, più virati al dramma che alla commedia, anche se non mancano certo le parentesi di colore, le sottolineature ironiche e le trovate fantasiose che contribuiscono ad alleggerire il tutto e ad aumentare l'empatia nei confronti dei protagonisti. E' un film che spinge a più di una riflessione, Sunshine Cleaning, e racconta la storia di chi ha messo la propria vita in stand-by, sperando che si sistemi da sola, o per timore di ritrovarsi di fronte ad altri problemi. Mai accontentarsi di ciò che arriva - soprattutto degli avanzi delle vite altrui, come nel caso di Rose - mai lasciar scivolare via la propria dignità, ma cercare sempre di lasciarsi alle spalle il proprio passato in maniera costruttiva. A volte basta un passo in avanti, e poi arrivano gli altri: prima un nuovo impiego, la parola fine ad un rapporto inutile e poi nuovi errori, ma anche in quel caso, mai arrendersi.
Il film della Jeffs gioca a demolire personaggi "di facciata", e dare vantaggio a quelli ai quali si concederebbero poche possibilità, a partire dalle due protagoniste - interpretate in maniera convincente da Amy Adams e Emily Blunt - ma anche dagli interpreti secondari, come Alan Arkin qui nei panni di un sognatore caparbio, che alla fine decide di fare una scelta concreta per aiutare le figlie, e Clifton Collins jr. nel ruolo di un commerciante disabile che si rivela una guida e un sostegno prezioso in più di un'occasione.

Movieplayer.it

3.0/5