Rocco Papaleo svela i segreti della Lucania 'on the road'

La conferenza stampa di Basilicata Coast to Coast si è trasformata, grazie alla simpatia di Rocco Papaleo e dei suoi compagni d'avventura, in una fiera di ilarità e spensierata ironia.

Non sempre capita che la conferenza stampa di un film italiano assuma toni così scanzonati, piacevoli, divertenti. Se con Basilicata Coast to Coast ciò si è verificato, lo si deve tanto alla vena particolarmente ispirata degli interpreti presenti in sala, visibilmente coinvolti dal primo all'ultimo, che alla natura stessa della pellicola, la quale potrebbe anche rientrare tra le rivelazioni cinematografiche dell'anno. Insomma, un piccolo cult. Questa è la speranza, neanche troppo remota, condivisa da chi ha realizzato il film e da chi, vedendolo, ha colto quel sentore di novità sempre utile a movimentare il panorama spesso asfittico e limitato della commedia italiana attuale.
Vero e proprio mattatore dell'anteprima romana svoltasi alla Casa del Cinema è stato, come era fin troppo facile prevedere, l'incontenibile Rocco Papaleo. Il comico, qui all'esordio nella regia, non solo ha saputo regalare dosi massicce di buonumore persino ai giornalisti più seriosi e distaccati, ma è riuscito a trasmettere la stessa allegria a ciascuno degli ospiti. Non è che personaggi come Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno e Paolo Briguglia si siano fatti pregare più di tanto, a dire il vero. La loro verve si è così aggiunta a quella di uno degli interpreti più coccolati, nonché sorprendenti, dell'intero cast: Max Gazzè. Messo a tacere nel film per esigenze di copione, il simpaticissimo artista si è ampiamente rifatto durante la presentazione, dispensando perle di saggezza a destra e a manca. Sentiamo pure alcune delle dichiarazioni effettuate dai protagonisti, nel corso dell'incontro con la stampa.

Che emozioni provi, Rocco, nell'essere qui stamattina?

Rocco Papaleo: Penso sia bello, avendo già partecipato a diverse conferenze stampa, rivedere facce che conosco ormai da anni, con la differenza però che le altre volte non ero mai seduto al centro, dove si colloca solitamente il regista. Davvero una bella soddisfazione, per un ragazzo di oltre 50 anni come me! La lista di quelli che dovrei ringraziare, a partire ovviamente dalla Regione Basilicata che merita un encomio particolare per come ci ha sostenuto, sarebbe interminabile, ma non posso fare a meno di segnalare coloro che hanno creduto al progetto sin dall'inizio, a partire dai produttori Isabella Cocuzza e Arturo Paglia. Lo stesso potrei dire di Giovanna Mezzogiorno, mia amica da tantissimi anni, che ha cominciato molto presto a trapanarmi le orecchie con l'idea che avrei dovuto realizzare un film da un mio soggetto. Un altro nome che non posso certo trascurare è quello di Valter Lupo, vecchio compagno di merende, che oltre ad aver scritto con me la sceneggiatura del film collabora da anni a quegli spettacoli attraverso i quali abbiamo già portato più volte la canzone a teatro.

A Giovanna Mezzogiorno vorremmo invece chiedere quando ha cominciato a trapanare le orecchie del buon Rocco, suggerendogli di concretizzare presto questo suo progetto.
Giovanna Mezzogiorno: Come accennava lui prima, io e Rocco siamo amici da circa dodici anni. Ovvero da quando nel '98 abbiamo lavorato insieme a Del perduto amore, film che è stato importantissimo per la mia carriera. Quella è stata per me un'esperienza difficile, oltre che bella, per cui mi è stato di grande aiuto avvertire da Rocco, nei momenti più impegnativi, tutto il sostegno possibile. A volte le amicizie che nascono sul set si perdono nel corso degli anni, con lui invece è stato diverso, siamo rimasti legati. Così è capitato che mentre ero sul punto di partire per la Colombia, dove ho partecipato alle riprese del film L'amore ai tempi del colera, lui mi abbia fatto leggere un raccontino, un soggetto cui stava lavorando. Da allora ho cominciato a tempestarlo di mail, a trapanargli le orecchie come dice lui, affinché l'entusiasmo non venisse meno e si decidesse a girare quel film. Come poi, fortunatamente, è avvenuto!

Come si è arrivati a coinvolgere anche Alessandro Gassman nelle riprese?

Alessandro Gassman: Guardate, ho l'impressione di essere entrato nel progetto quasi all'ultimo. E per essere precisi mi trovavo a rilassarmi un po' in una delle isole Hawaii, quando è arrivata la telefonata di Rocco. Non è certo un caso se il segno aloha, tipico di quei posti, è diventato poi un tormentone del film! Per il resto mi sono trovato veramente bene in un lungometraggio così anomalo, libero, dove hai continuamente la sensazione di esplorare, riappropriandotene, quel meridione troppo spesso dimenticato. La stessa Basilicata è stata per me una scoperta, coi suoi paesaggi così vari che possono ricordare a tratti il Klondike e a tratti il Deserto dei Gobi. Senza contare le scoperte eno-gastronomiche... temo che il povero Briguglia sia stato capace di prendere una decina di kg in 6 giorni di riprese, potenza della dieta mediterranea!

A proposito di Paolo Briguglia, quali sono state le sue impressioni sul set, dieta iper-calorica a parte?
Paolo Briguglia: Direi innanzitutto che la mia partecipazione è stata particolarmente motivata, trattandosi in qualche modo di strimpellare, di esprimersi anche attraverso la musica. Penso che il canto sia uno dei modi migliori per tirare fuori questa energia, per cui posso solo essere grato a Rocco Papaleo per avermi offerto questa possibilità. Sono tanti, in proposito, gli aneddoti buffi che si potrebbero raccontare. Come la sera in cui Rocco ha saggiato la mia disponibilità ad improvvisare, facendomi partecipare in una località della Lucania a una incredibile serata musicale, durante la quale mi ha persino spinto a riprendere un pezzo di Johnny Cash! Con esiti che vi lascio immaginare... Quello che vorrei dire, poi, è che tramite il mio personaggio, come anche attraverso gli altri, si è tentato di raccontare un Sud in buona parte inespresso, un Sud dove c'è tanta creatività che andrebbe valorizzata.

Cosa dire, allora, del personaggio muto di Max Gazzè?
Max Gazzè: Cominciamo col dire che il mio personaggio non è muto, è un non parlante! Nel senso che quella di non parlare, per lui, è una scelta. Per quanto riguarda la mia partecipazione al film, la prima proposta non mi è stata fatta alle Hawaii come per Alessandro Gassman, ma mentre stavo a casa mia sotto la doccia. E temo di non aver fatto nemmeno in tempo a rispondere al telefono. Poi tutto è venuto naturale, del resto al pari della Mezzogiorno e di altri componenti del cast conosco Rocco da una vita, così sul set si è creata subito grande sintonia. Sintonia degna di un film girato tra amici. Lui è stato anche bravo a farmi cogliere subito lo spirito del personaggio, tant'è che è bastata la sua descrizione, mentre si perlustravano le zone scelte per le riprese, a farmi entrare nella parte. Ho accettato senza nemmeno leggere la sceneggiatura.
Rocco Papaleo: Ora però l'avrai letta la sceneggiatura, giusto? (ridendo)
Max Gazzè: In realtà mi sto già preparando a girare il seguito.
Rocco Papaleo: Non esagerare, vediamo intanto come va questo!
Max Gazzè: Va bene, tornando al personaggio bisogna dire che il suo esprimersi solo attraverso il suono, la musica, ha un significato archetipico molto forte. Basilicata Coast to Coast non è un vero e proprio musical, è piuttosto un road movie con musica, il che ti fa capire anche come questo linguaggio risulti migliore quando si vuole comunicare col cuore, prima che con la testa.

Rocco, è vero che il tuo film esprime non solo l'amore per la tua terra, ma per la Terra in generale, visto come ci si rapporta agli equilibri naturali?

Rocco Papaleo: Mi fa piacere che lo abbiate notato. Io sento di amare tutta la Terra! Il campanilismo nelle sue forme più grette non mi interessa, per cui preferirei evitare qualsiasi forma di "federalismo sentimentale", figuriamoci poi cosa potrei dire di quello politico che sembra andare tanto di moda! Comunque il film non posso dire di averlo capito fino in fondo, ne saprò di più quando leggerò le vostre critiche! (risate in sala) Quello che posso dire, invece, è che Basilicata Coast to Coast lo percepisco come una canzone, nel migliore dei casi come una poesia. A tale proposito c'è una frase molto bella che ho sentito da Max Gazzè... ma me la sono già scordata.
Max Gazzè: Posso aiutarti? Penso che tu alluda a quel detto zen su cui si rifletteva ieri: "Se vuoi sapere da dove nascono i fiori, nemmeno il Dio della Primavera lo sa".

A proposito di citazioni, come è nata quella molto bella di Cristo si è fermato a Eboli?
Rocco Papaleo: Si tratta di qualcosa cui tenevo parecchio: L'impronta lasciata da Carlo Levi in Lucania è qualcosa di molto forte, in più volevo rendere omaggio a Gian Maria Volontè, che lo aveva interpretato in quel bellissimo film. E rendere omaggio a lui, attraverso la scena del brindisi, significava anche rendere omaggio a un certo tipo di attore, il cui impegno merita di essere evidenziato.