Confetti al Festival di Roma: è il giorno di Oggi Sposi

La nostra intervista al cast della nuova commedia di Luca Lucini che racconta la storia di quattro bizzarre coppie decise a convolare a nozze a tutti i costi e non sempre per amore. Protagonisti otto giovani attori tra i più brillanti del nostro cinema che vanno all'altare con due testimoni d'eccezione come Renato Pozzetto e Michele Placido.

Coppie assortite quelle composte da Luca Argentero e Moran Atias, aitante poliziotto pugliese e una ragazza indiana figlia dell'ambasciatore, da Dario Bandiera e Isabella Ragonese, un aiuto cuoco e una cameriera entrambi precari senza un euro sul conto ma tanti parenti da invitare, da Carolina Crescentini e Filippo Nigro nei panni di una massaggiatrice che invece di sposare per interesse il ricco e anziano imprenditore interpretato da Renato Pozzetto alla fine sposa per amore il figlio un po' sfigato dell'uomo (Filippo Nigro) che in realtà è magistrato totalmente incentrato sulla sua carriera da non avere una vita privata, e in ultima battuta Francesco Montanari e Gabriella Pession sono un banchiere e una soubrette televisiva che per motivi pubblicitari organizzano il matrimonio del secolo. Scritto da Fausto, pieno di griffe e vip. Scritto da Fabio Bonifacci con il supporto della la coppia Fausto Brizzi e Marco Martani, i due autori di tutti i cinepanettoni di successo della coppia Boldi-De Sica, Oggi Sposi (titolo internazionale Just Married) è stato presentato oggi a Roma dal cast al completo, a partire dal regista Luca Lucini e da tutti gli otto novelli sposi. Presenti anche Richard Borg, Direttore Generale e amministratore delegato di Universal Pictures, che distribuirà il film in 400 sale da venerdì 23 ottobre, e da Riccardo Tozzi di Cattleya che si è dichiarato assai fiducioso sulla sorte del film al di là dei confini italiani. Grandi assenti Pozzetto e Placido, due dei personaggi più divertenti del film.

Signor Lucini, è stata dura mettere insieme un cast così imponente?

Luca Lucini: E' stata dura ma nelle mie mani avevo una sceneggiatura molto potente scritta da Fausto, Marco e Fabio quindi alla fine è stato bello più che difficile. Tutti gli attori hanno aderito con grande entusiasmo e si sono molto divertiti a fare un lavoro un po' insolito per andarche va un po' fuori dall'ordinario per loro nei panni di personaggi parecchio sopra le righe che hanno interpretato tutti con grande personalità e brillantezza.

Perchè si è affidato a Brizzi e Martani stavolta? E' una scelta che mira a raggiungere il pubblico dei cinepanettoni?

Luca Lucini: Assolutamente no. Se guardando la commedia degli anni d'oro troviamo grandi capolavori in cui i personaggi e le caratterizzazioni sono un po' sopra le righe, basti pensare a Sedotta e abbandonata e A qualcuno piace caldo. Diventano delle macchiette quando non sono supportati da attori e scrittori bravi come quelli che ho avuto a disposizione io. A essere sincero avevo un po' di dubbi sul risultato finale che avrei ottenuto, avevo un po' di timore a confrontarmi con una commedia corale di questo tipo. Sono riuscito a portare a termine il film soprattutto grazie al lavoro validissimo degli attori.

Come si è trovata Carolina Crescentini nel ruolo dell'arrampicatrice sociale?

Carolina Crescentini: Il mio personaggio è una ragazza per la quale il denaro è la cosa più importante, una che per due anni sta appresso a un anziano signore ricco unicamente per scucirgli dei soldi. Quando conosce il figlio dell'uomo scatta qualcosa in lei perchè il ragazzo è un magistrato dedito completamente alla carriera, vita sociale zero e un po' sfigato, piuttosto timido e bloccato nei confronti del sesso femminile, insomma un piccolo nerd. Di norma è facile che io mi innamori di questo tipo di uomini, sia nella vita che nella finzione. Nel caso del personaggio del film il motivo credo risieda nel fatto che lei è completamente costruita e artefatta e quando si trova di freonte ad un uomo così fragile e spontaneo si rende conto di quanto lui sia migliore di lei. La redenzione in questi casi risulta assai più semplice.

Lucini, come ha fatto a convincere Renato Pozzetto a tornare sul grande schermo in un piccolo ruolo dopo tanti anni?

Luca Lucini: Ammetto di averlo corteggiato per un bel po', questa mia perseveranza aveva lo scopo di provare a rendere il film più divertente e più cinematograficamente appetibile per un pubblico di tutte le età. Ho voluto bravi attori anche per i ruoli secondari e di comparsa, volevo che ogni singolo personaggio anche piccolo avesse il giusto supporto. Io e Fabio lo abbiamo circuito, è stata dura convincere un attore di quella portata, che da anni non lavora più volentieri e ha scelto di starsene in disparte. Quando mi ha detto si è stata una grande soddisfazione per me, il personaggio gli è molto piaciuto e ci ha anche aiuitati nella scrittura dandoci degli importanti e vincenti suggerimenti.

A quali famose soubrette televisive si è ispirata Gabriella Pession per realizzare il suo personaggio?

Gabriella Pession: Ovviamente a Paris Hilton in primis, specialmente per il cane (che in realtà è un maschio di nome Ettore che interpreta un cane femmina di nome Marilyn) con il quale ho instaurato un rapporto misto tra sopportazione e rassegnazione. Ho preso ispirazione anche dal look sempre molto scenografico di Beyoncé, con queste acconciature fantasiose, ma l'elenco è lunghissimo basta guardare per un giorno intero la tv e ti accorgi che di fonti ce ne sono a dozzine.

Perchè non avete scelto di omaggiare la commedia all'italiana realizzando una commedia più sofisticata con un pizzico di serietà in più? Pensate in futuro di provare a fare il salto di qualità definitivo?

Luca Lucini: Credo che questo sia un obiettivo che vada conseguito per gradi, l'idea era quella di fare un film comicamente popolare, nel senso positivo del termine, inteso come pregio e non come difetto. Le esigenze sono diverse a seconda del progetto, il primo obiettivo che volevo raggiungere con Oggi Sposi era quello di riavvicinare un certo tipo di pubblico che si è perso alla commedia. Non si tratta di una commedia sentimentale, ne ho fatta già una qualche anno fa, poi mi sono dato alla commedia pura e alla commedia drammatica, siamo di fronte a un genere che ha tantissime possibilità e sfaccettature. Già che i miei film non siano ghettizzabili nel 'già visto' per me è una grande soddisfazione.

Quanto è stato difficile tenere a bada Placido sul set?

Luca Lucini: All'inizio avevo un po' di ansie, non è mai facile dirigere un attore che è anche un ottimo regista di grande esperienza ma ero convinto che trovare insieme ai miei compagni sceneggiatori la chiave giusta per conferire originalità e forza al suo personaggio sarebbe stato facile. Credevo di non riuscire a convincerlo e invece si siamo intesi subito, ho portato lui degli esempi importanti come quello di Nino Manfredi in Brutti, sporchi e cattivi di Scola e tutto è andato liscio. E' stato straordinario vedere come gli attori più famosi e di successo del momento abbiano tutti avuto subito voglia di lavorare ad una commedia goliardica un po' fuori dal comune, di giocare con un film leggero e spensierato giocando a farsi trasformare in qualcosa cui non sono abituati e che si distanzia dai ruoli che interpretano abitualmente.

Si parla tanto della commedia all'italiana, ce n'è qualcuna che ti è particolarmente piaciuta che hai preso come riferimento?

Luca Lucini: Più che riferimento a un film preciso il mio è un riferimento ad un atteggiamento dell'epoca. Credo sia ora di non aver più complessi di inferiorità nei confronti dei grandi classici ma di dare a questo genere nuova linfa con nuovi attori emergenti, con nuovi personaggi dalle caratterizzazioni potenti senza aver paura che si trasformino in macchiette. E' vero accade ma se sono scritti bene difficilmente lo diventano.

Brizzi, Martani e Bonifacci hanno aperto la porta a Lucini. Come si è trasformata la factory che ha reinventato la commedia all'italiana con questo nuovo acquisto?

Fausto Brizzi: Uno dei maggiori punti di forza nell'epoca d'oro del cinema italiano era l'interscambio tra autori, registi e sceneggiatori si conoscevano tutti e si scambiavano idee, nascevano tanti film a episodi con autori differenti. E' stato importante per noi mettere la nostra fantasia di sceneggiatori al servizio del talento di Lucini. Per rimanere in tema direi che ogni persona che entra in questo matrimonio che dura ormai da vent'anni (quello tra Brizzi e Martani ndr.) porta linfa nuova e idee sempre brillanti.

Come hanno affrontato Nigro e Argentero il fatto di misurarsi con due grandi attori di una generazione precedente come Pozzetto e Placido?

Luca Argentero: La cosa più divertente è stato passare dal Placido regista al Placido compagno di set nei panni di un padre contadino e cafone. Sapevo sin dall'inizio di avere una scena in cui lo mandavo a quel paese, e dopo aver sudato nove mesi sul set con lui per Il grande sogno, ho vissuto quella scena con molto trasporto (ride), è stata una catarsi importantissima per me, uno sfogo liberatorio. Michele è talmente comico e simpatico nella vita che a volte sembra che lu ineanche se ne accorga. Spesso attori drammatici di grande esperienza come lui fanno spesso fatica a mettersi in gioco in piccoli ruoli goliardici di questo tipo, è stata una sfida per lui prestare il suo volto a papà Impanato.
Filippo Nigro: Ho cercato di rimanere distaccato e di non far trasparire il mio lato da fan sfegatato di Pozzetto e dei suoi film più celebri. Per me è stato un idolo e la cosa mi ha quasi 'costretto' a prestare una maggiore attenzione quando giravo con lui, mi incuteva un po' di timore il fatto di lavorare con lui. Volevo evitare di fargli battute sui suoi film poi un giorno non ho resistito e ho ceduto scatenando sul set un caos totale.

Come ha lavorato Luca Argentero sul dialetto?

Luca Argentero: E' stato un ruolo bello quello che mi è stato offerto del poliziotto pugliese un po' casereccio, mi piace mettermi in gioco e trovo che sia giusto e coraggioso per noi giovani attori uscire dai soliti panni mediatici e modificare la nostra immagine e cambiare totalmente look. Mi piace il mio lavoro, mi piace giocaere e mi piacciono le commedie, peccato che non mi si chieda spesso di fare questo tipo di lavoro su me stesso perchè credo che la cosa funzioni moltissimo soprattutto in un genere come questo.