Michele Placido racconta il suo Trilussa

Michele Placido diventa Trilussa nell'omonima fiction Rai e racconta come ha vissuto nei panni del poeta di Roma assieme al cast.

L'ultima trasformazione televisiva di Michele Placido avviene grazie alla fiction Trilussa - Storia d'amore e di poesia, in onda su Rai Uno lunedì 11 e martedì 12 marzo in prima serata. Diretta da Lodovico Gasparini, racconta la storia del poeta dei Romani alle prese con una singolare scommessa: in tre mesi deve tramutare la giovane e inesperta Giselda (Valentina Corti) in una diva, se non vuole perdere la casa in cui vive con la governante Rosa (Monica Guerritore).
La ragazza è in realtà la nonna di Guido Lombardo: il presidente di Titanus Film, che ha coprodotto Trilussa con Rai Fiction, ha raccontato la genesi della miniserie assieme a Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, e al cast.

Qual è la nota originale di un progetto come Trilussa? Eleonora Andreatta: Non si tratta della classica biografia, ma di uno squarcio luminoso sulla sua personalità e sulle sue opere con una chiave di racconto originale che si concentra su un solo anno, il 1937, quando il mondo scivolava verso la guerra, in una Roma metà reale e metà favolistica.

Su quale aspetto della storia si è concentrata la fiction? Eleonora Andreatta: Questo tributo ad uno dei più grandi poeti della romanità si distingue per qualità di scrittura e per una regia commovente, leggera e poetica. Michele Placido regala un poeta irriverente ma fragile, mentre Monica Guerritore ha saputo invecchiarsi per ottenere un'interpretazione palpitante che offre un punto di vista privato sul poeta, quello di chi lo ama e vuole proteggerlo. Il poeta trasforma una ragazza ingenua nella diva Leda Gys, la nonna di Guido Lombardo, presidente della Titanus Film.
Guido Lombardo: Anche per questo la fiction è stata realizzata con cura e amore, con riprese a Roma, pur andando incontro a costi piuttosto alti. Ci lavoriamo da tre anni e per trovare l'attrice perfetta per interpretare nonna abbiamo visionato più di cento attrici.

Qual era il rapporto tra Trilussa e la nonna? Guido Lombardo: Nonna non aveva una storia d'amore con il poeta, ma la chiamavano "Trilussetta" ed è bello ricordare le persone nel modo in cui ci piace raccontarle.

Come hai vissuto il rapporto con il tuo personaggio, Giselda? Valentina Corti: Lei è una ragazza che sogna di fare l'attrice anche se all'inizio Trilussa dubita che ce la possa fare perché è goffa e impacciata. Sembra una missione impossibile persino per lui, ma la sua passione la travolgerà convincendolo del suo talento, anche grazie al sentimento per Arturo che le fa tirar fuori una maggiore sensibilità.

Prima di parlare di Trilussa, sembra doveroso chiedere un ricordo di Damiano Damiani, il regista de La Piovra appena scomparso... Michele Placido: Damiano mi ha cambiato come uomo e come attore, ha creduto in me per la Piovra e mi ha detto di aver insistito perché fossi scelto al posto di alcuni nomi che circolavano per la parte, come Giuliano Gemma e Franco Neri. Mi ha reso famoso nel mondo e ancora ora mi chiamano dalla Russa o dal Vietnam. È rimasta insuperata, oggi servirebbero più Piovre in TV.

Qual è stata l'emozione più grande? Michele Placido: Ho provato un'emozione incredibile nell'essere sulla copertina del volume Mondadori che racchiude le migliori poesie di Trilussa nella nuova ristampa.

Qual è lo stile predominante del racconto? Lodovico Gasparini: L'aspetto brillante di Trilussa serve a mantenere un tono leggero nella fiction. Trilussa è uno dei poeti più visivi e cinematografici che abbia mai letto. Racconta per immagini e non a caso è anche caricaturista e illustratore. Non ho mai chiesto tanto né dato tanto come in questa fiction: abbiamo impiegato 6 mesi di preparazione e 4 di post-produzione, il che è piuttosto raro in TV.
Michele Placido: In effetti questo prodotto RAI ha messo in crisi il cinema italiano. La qualità è ottenuta grazie ad un sacrificio dei produttori e riprese in loco. Non sarebbe stato giusto andare in Bulgaria per Trilussa, ma persino i miei colleghi si sono stupiti di aver girato a Roma. Scusate la polemica, ma questo dimostra che è ora di cambiare.

Cosa ti ha colpito maggiormente del poeta? Michele Placido: Trilussa ha avuto molto coraggio, anche dal punto di vista politico. Fronteggiava il Papa e Mussolini con arguzia e ironia e da loro venne rispettato anche per l'amore che il popolo provava nei suoi confronti. Tuttavia, anche se sarebbe stato più comodo per lui prendere la tessera fascista, non si allineò mai al regime come fecero Gabriele D'Annunzio e Luigi Pirandello.

Qual è il primo ricordo che hai di Trilussa? Michele Placido: Mi sono trasferito a Roma dal Sud a 16 anni e ricordo ancora l'odore dolciastro dei maritozzi alla panna appena arrivato, ho vissuto la città in tutto e per tutto e lì ho conosciuto le opere di Trilussa, che considero un vero maestro.

Cosa hai provato ad immergerti nell'atmosfera romana degli Anni Trenta? Michele Placido: Rimpiango la Roma di quell'epoca, perché oggi si è persa l'autenticità in cui si rispecchiava l'aspetto culturale legato ai luoghi del popolo, come l'osteria e il mercato della frutta. Dopo gli Anni Sessanta si è perso il fascino che i tempi moderni hanno deturpato. Purtroppo oggi quella Roma non c'è più e il traffico cancella le piazza e impedisce di vivere la città a piedi, per tornare indietro servirebbe una rivoluzione. Grazie a questa fiction ho potuto riviverla in pieno ed è stato come in una favola.

Come vivi la città quotidianamente? Michele Placido: Mi muovo spesso in metro e taxi, anche se mi sento privilegiato a vivere al centro storico. Proprio l'altro giornoTV italiana, a tuo avviso?[/QUESTION]
Michele Placido: Vorrei che la RAI si dedicasse a prodotti più impegnati dal punto di vista civile e che non delegasse a Sky le fiction su Camorra o mani Pulite. Sono i cittadini a richiederlo. Ci vorrebbe una nuova Piovra e se la mia esperienza fosse utile anche nella regia non mi tirerei indietro.