Anna Karenina: la sfida internazionale di Vittoria Puccini

Vittoria Puccini si cimenta con un'icona della letteratura russa, Anna Karenina, e sfida le interpretazioni precedenti, da Greta Garbo a Keira Knightley, in una fiction in due episodi, produzione internazionale in onda su Rai Uno

Dopo Guerra e pace, Rai Fiction torna a esplorare il mondo di Lev Tolstoj con Anna Karenina, a cui dà il volto Vittoria Puccini. La storia diventa una fiction in due puntate, in onda lunedì 2 e martedì 3 dicembre nella prima serata di Rai Uno sceneggiata da Francesco Arlanch.
Rai Fiction, come racconta il direttore Eleonora Andreatta, e Lux Vide di Luca Bernabei e Matilde Bernabei hanno coprodotto il progetto con Betafilm, Telecinco Cinema e Pampa Productions. Diretto da Christian Duguay, il cast affianca artisti italiani come Carlotta Natoli e Pietro Sermonti (Dolly e Stiva) a interpreti internazionali da Santiago Cabrera di Heroes e Camelot (Aleksej Vronskij) e Benjamin Sadler (Aleksej Karenin).

Qual è stata lo stimolo che ha innescato una coproduzione di questo tipo? Eleonora Andreatta: Per la RAI questo è un evento e per il pubblico rappresenta un regalo di Natale anticipato. Quando abbiamo rivisitato Guerra e pace, il romanzo è tornato nella top ten dei libri più venduti, ma questo è senza dubbio il lavoro migliore realizzato insieme a Christian Duguay, alla quinta collaborazione con noi. In questo lavoro i personaggi prendono vita con luci ed ombre grazie ad interpreti straordinari.

Lo sforzo di ricreare quelle atmosfere è stato massiccio. Qualche esempio di difficoltà incontrate durante le riprese? Luca Bernabei: Questa produzione è stata complessa e non solo per le riprese in Lituania con temperature a -20°. Per trovare i treni dell'Ottocento siamo andati dall'altra parte del Paese recuperando alcuni vagoni abbandonati in stazione. Li abbiamo restaurati e oggi sono stati esposti nel museo dei treni locale. Abbiamo portato le carrozze dall'estero, Italia inclusa, e a un certo punto due turisti russi vi si sono addirittura infilati dentro durante un ciak. Oltre a far rivivere l'epoca in questo modo abbiamo anche raccontato la storia con una certa modernità, liberi dalle convenzioni, come quelle che imponevano, ad esempio, che le donne del tempo non uscissero mai di casa senza indossare il cappello.

In cos'altro si nota la modernità dell'adattamento? Christian Duguay: I valori moderni sono stati estrapolati nella sceneggiatura per rendere il film più autentico e non la solita opera in costume. Serviva un linguaggio universale capace di attrarre un'audience internazionale.

Dopo le interpretazioni di Greta Garbo o Sophie Marceau, quanta pressione attira un ruolo del genere? Vittoria Puccini: Questo ruolo suscita un po' di terrore, non solo per i precedenti illustri ma anche per la complessità del personaggio. Per fortuna il romanzo mi è stato di grande aiuto: tra le pagine ho trovato tante sfumature, senza dover inventare niente perché era tutto lì. Ad esempio nella scena delle corse quando Anna manifesta in maniera plateale l'amore per Vronskij nel libro c'è tutta una descrizione degli occhi condita con i pensieri che le passano per la testa. Si tratta di un vero tesoro a nostra disposizione.

Hai guardato le pellicole precedenti? Vittoria Puccini: Il regista me lo ha impedito per non lasciarmi influenzare e così ho fatto.

Come descriveresti, allora, la tua versione di Anna Karenina? Vittoria Puccini: La mia Anna è una donna vera, contraddittoria, persino sorprendente perché prova emozioni che non ti aspetti e compie scelte estreme. Dopo aver portato avanti un rapporto di forma con il marito, con Vronskij inizia a lottare contro le regole sociali.

È, quindi, un'eroina del suo tempo? Vittoria Puccini: Non credo sia un'eroina e se vittima si può considerare lo è solo di se stessa. Lotta per la propria identità ma poi la perde e si ritrova sola. Anna rovina anche il rapporto con Vronskij perché è gelosa e insicura. Il problema tra loro in realtà è dentro di lei, perché continua a darsi la colpa dell'abbandono del figlio. Va dietro ai sentimenti senza compromessi ma compie scelte sbagliate. Non ha un luogo dove si senta a suo agio.

Anche Karenin acquista nuove sfumature? Benjamin Sadler: Gli esseri umani sono sempre gli stessi, a cambiare sono solo le convenzioni sociali. Come attore mi interessa capire la chiave del personaggio attraverso le emozioni e in questo caso Karenin è una persona che cerca di essere migliore. Non so se siamo riusciti a renderlo modello, ma di sicuro noi lo abbiamo visto così.

E Vronskij? Santiago Cabrera: Questo lavoro si basa sull'umanità dei personaggi ed è questo che mi ha conquistato quando per la prima volta ne ho parlato con il regista.

Come ha ottenuto il ruolo?
Luca Bernabei: Santiago ha mandato un video girato con l'iPhone dall'America, dove vive. Appena visto non abbiamo avuto il minimo dubbio.

Come si fa a riscrivere Tolstoj? Francesco Arlanch: Quando ti chiedono di adattare Tolstoj ti senti come un bambino invitato in pasticceria. I romanzieri di solito lasciano immaginare al lettore gli eventi senza entrare nei dettagli, gli sceneggiatori usano la fantasia per spiegare cosa succede, come in questo caso in cui non potevamo passare dal primo incontro di Anna e Vronskij e poi direttamente alla visita di lei nel suo appartamento, un anno dopo.
Carlotta Natoli: Succede lo stesso a Dolly: bisogna condensare in pochi frame tre pagine di disperazione che seguono alla scoperta del tradimento da parte di una donna, che da madre di 5 figli si trasforma in una bambina. Però non è passiva né fa da contraltare ad Anna: mette in discussione l'amore su cui ha investito per poi tornare fedele a se stessa e alla prima scelta, l'unico amore per lei possibile.
Pietro Sermonti: Quel poco che so sulla vita l'ho imparato dai romanzi russi che da piccolo mi faceva leggere mio padre. All'epoca mi chiamava Vronskij! E così ho capito che la passione non è territorio edificabile e il mio personaggio è proprio un pavido, un uomo beccato durante il tradimento che innesca la storia. Per me far parte del cast è stato una festa, anche se mi sentivo il tipo che in un angolo aveva i panini e quando parlavo inglese con Carlotta mi sembrava di essere Sandra e Raimondo!
Vittoria Puccini: In effetti è una festa per un attore dar vita a questi personaggi: è stato davvero un regalo!