George Romero

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Professione: Attore
15 anni di carriera
1 film e serie tv
0 premi

Biografia di George Romero

Il re dello zombie movie George A. Romero è nato a New York nel 1941, dove ha trascorso buona parte della sua giovinezza, fin quando ha deciso di trasferirsi a Pittsburgh per studiare.

Dopo la laurea inizia a lavorare girando spot pubblicitari e featurettes promozionali, quindi, verso la fine degli anni Sessanta, decide di fondare con alcuni amici la Image Ten Productions, con la quale realizza uno dei più celebrati horror di tutti i tempi, La notte dei morti viventi, girato in bianco e nero e con un budget limitato (poco più di 100.000 dollari), che costituisce il capostipite dei film sugli zombie, citato, omaggiato e imitato un numero infinito di volte.
Quello di Romero non è tuttavia un semplice splatter - come saranno spesso molti suoi epigoni e plagiatori - ma una vera e propria opera metaforica dal profondo contenuto politico, che ha come bersaglio l'omologazione e la lobotomizzazione della società di massa.

A quest'opera di culto seguono negli anni Settanta film dal minore impatto, come There's Always Vanilla, l'apocalittico e oscuro La città verrà distrutta all'alba (di cui è stato realizzato anche un remake nel 2010) e gli insoliti La stagione della strega e Wampyr, in cui il regista si serve ancora di alcuni archetipi dell'orrore (rispettivamente la stregoneria e il vampirismo) come metafore per rappresentare l'insoddisfazione, le ansie e i turbamenti dell'individuo.
Nel 1978 dopo il distacco dalla Image Ten Productions, Romero firma Zombi (Dawn of the Dead) il secondo film della sua saga dedicata agli zombi, con la co-produzione di Dario Argento e gli sbalorditivi effetti speciali di Tom Savini. Il film, costato solo un milione e mezzo di dollari, ne incassa quaranta in tutto il mondo e presto diviene un cult, tanto che nel 2004 Zack Snyder ne ha realizzato un remake.

Negli anni Ottanta dirige I cavalieri, il grottesco Creepshow, tratto dal fumetto omonimo scritto da Stephen King, quindi il terzo film della saga degli zombie, ovvero Il giorno degli zombi (Day of the Dead) che però non ottiene lo stesso successo dei precedenti episodi, forse perché ancora più cinico e senza speranza, nonché dominato da un forte atto d'accusa nei confronti delle distorsioni del progresso e della scienza.

Dopo l'interessante Monkey Shines: esperimento nel terrore, di nuovo una condanna alla follia del progresso scientifico, Romero dirige il film ad episodi Due occhi diabolici, ispirato alle novelle di Edgar Allan Poe insieme all'amico Dario Argento. Il regista di Suspiria firma l'episodio Il gatto nero, mentre Romero I fatti nel caso di Mr. Valdemar.
La carriera del regista prosegue tra alti e bassi, con La metà oscura, fallimentare trasposizione del romanzo omonimo di Stephen King, cui segue dopo sette anni lo sperimentale Bruiser - La vendetta non ha volto.

Nel 2005 il regista porta a compimento il quarto capitolo della saga dedicata agli zombie, ovvero La terra dei morti viventi, realizzato con il budget più alto della sua carriera (16 milioni di dollari) e con interpreti noti come Dennis Hopper, John Leguizamo e la nostra Asia Argento. D'ambientazione post-apocalittica, il film aggiorna la metafora dei morti viventi alle criticità sociali del nuovo millennio, affrontando anche i temi dell'immigrazione e della globalizzazione.

Romero continua a dedicarsi anima e corpo alle sue creature, realizzando altri episodi della sua fortunata saga: lo sperimentale Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi, girato con uno stile a macchina a mano ispirato a quello di The Blair Witch Project, che riflette questa volta sulla virtualità della società dello spettacolo, e il claustrofobico Survival of the Dead - L'isola dei sopravvissuti, interamente ambientato in un isola, presentato al Festival di Venezia del 2009.

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