The Blind Side, la famiglia Tuhoy risponde alle accuse: "Non abbiamo mai sfruttato Michael"

I coniugi Tuhoy hanno risposto pubblicamente alla causa legale intentata da Michael Oher, la cui vita è stata raccontata nel film The Blind Side.

The Blind Side, la famiglia Tuhoy risponde alle accuse: 'Non abbiamo mai sfruttato Michael'

La famiglia Tuhoy ha risposto alle accuse rivolte da Michael Oher, la cui storia è stata raccontata nel film The Blind Side, che sostiene di essere stato sfruttato economicamente da quelli che considerava essere i suoi genitori adottivi.
L'ex campione di football, dopo le notizie sulla causa in corso, ha chiesto di rispettare la privacy delle persone coinvolte, essendo un momento molto difficile per la sua famiglia. Oher ha inoltre sottolineato che non ha intenzione di rilasciare ulteriori commenti e che lascerà che sia il lavoro degli avvocati a parlare.

La riposta della famiglia del campione

Michael Oher sostiene di essere stato obbligato a firmare dei documenti in cui cedeva la sua tutela legale a Sean e Leigh Anne Tuohy, accordo che ha poi portato alla realizzazione del film The Blind Side, realizzato nel 2009 con star Sandra Bullock.
Tramite il quotidiano The Daily Memphian, la famiglia ha però replicato: "Non abbiamo guadagnato nulla dal film. Sì, Michael Lewis (che ha scritto il libro sulla loro storia) ci ha dato metà della sua percentuale. Tutti in famiglia hanno avuto una percentuale equa, compreso Michael. Erano circa 14.000 dollari a testa".
Sean Tuhoy ha aggiunto: "Siamo distrutti. Pensare che sfrutteremmo chiunque dei nostri figli per soldi è sconvolgente. Ma vorremo bene a Michael ora che ha 37 anni come lo abbiamo amato quando ne aveva 16".

La tutela legale, secondo Tuhoy, era necessaria per negoziare i contratti sportivi poi ottenuti con l'Università del Mississippi, considerando che all'epoca del loro incontro non aveva una casa. Michael, tuttavia, aveva già compiuto 18 anni e non poteva quindi essere legalmente adottato. Sean sostiene: "Abbiamo contattato gli avvocati che ci hanno detto che non potevamo adottarlo perché di età superiore ai 18 anni. L'unica cosa che potevamo fare era avere una tutela legale. Eravamo preoccupati per gli eventuali problemi e ci siamo assicurati che venisse in tribunale la madre biologica". La famiglia Tuhoy, inoltre, ha dichiarato che "ovviamente" sarebbe disposta a concludere il controllo legale ancora in corso.

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Il figlio di Sean, tuttavia, ha difeso Michael sostenendo: "Se qualcuno realizzasse un film che ho pensato fosse su di me e lo vedessi ottenere 300 milioni ai box office mondiali senza guadagnare un centesimo, capisco come ci si possa sconvolgere. Capisco perché è arrabbiato. Lo comprendo totalmente. Fa solo schifo che siano problemi che vengono affrontati in pubblico".