Non ci resta che piangere, Roberto Benigni: "Il finale del film era aperto a un sequel"

Durante un'intervista Roberto Benigni ha parlato di Non ci resta che piangere, di Massimo Troisi e del finale del film: era aperto a un sequel.

Durante la presentazione della versione restaurata di Non ci resta che piangere, Roberto Benigni ha parlato estensivamente a proposito della pellicola, del suo rapporto con Massimo Troisi e del finale del film che, secondo il regista toscano, era aperto a un sequel.

Non ci resta che piangere: Massimo Troisi e Roberto Benigni sul set (foto di MARIO TURSI)
Non ci resta che piangere: Massimo Troisi e Roberto Benigni sul set (foto di MARIO TURSI)

Parlando della genesi del film e della possibilità di girare un sequel, prima delle proiezione, Benigni ha dichiarato: "Quando ci siamo incontrati, io e Troisi, eravamo molto giovani, non avevamo neanche trent'anni e abbiamo deciso di condividere questa felicità in un film."

"Un film che mi piacerebbe rivedere stasera, perché da allora non l'ho più rivisto. Avremmo anche voluto fare il seguito, un sequel diciamo, infatti avevamo lasciato il finale aperto, proprio con l'intenzione di farne altri, magari anche più di uno." Ha aggiunto Roberto.

Massimo Troisi e Roberto Benigni in Non ci resta che piangere
Massimo Troisi e Roberto Benigni in Non ci resta che piangere

A proposito di Troisi il comico toscano ha detto: "Un bell'attore, un bel regista e anche un bell'uomo. La sua è stata una perdita, un vuoto incolmabile. Ci sono delle scene di questo film che non riuscivano a girare per quanto ridevamo: la scena del fiorino, quella del cavallo, quella di 'ricordati che devi morire' e quella di Da Vinci che dice '33, 33, 33'... Lo abbiamo diretto insieme ma ognuno aveva il suo linguaggio: lui le scene fisse e io quelle in movimento."