Jurassic Park 3: quanta cacca di Spinosauro è servita per realizzare il film?

Ecco che cosa è stato usato per riprodurre la cacca di Spinosauro in Jurassic Park 3, ricordando anche un'altra celebre scena della saga incentrata su temi scatologici

In una scena di Jurassic Park 3, William H. Macy e Téa Leoni guadano dei cumuli di escrementi alla ricerca di un telefono mentre Jeff Goldblum, in un capitolo precedente, pronuncia una delle frasi più celebri dell'intera saga davanti ad una vera e propria montagna di cacca di Spinosauro. Joe Johnston ha rivelato che per riprodurre quel grosso quantitativo di feci furono utilizzati 250 galloni di farina d'avena mischiati con grandissime quantità di terra e fango.

Il regista ha affermato che il vero sterco di quel particolare dinosauro sarebbe stato "senz'altro più concentrato, molto più acquoso e biancastro", ma tutto ciò non avrebbe avuto un aspetto molto divertente sul grande schermo. Macy fu costretto a girare la scena della ricerca del telefono che si può vedere in Jurassic Park III alle quattro del mattino, in inverno ed inutile dire che l'attore non fosse affatto entusiasta di tutto questo: "Non ho più mangiato farina d'avena in tutta la mia vita, era freddo e quella roba era umida e disgustosa." La Leoni invece ha scelto un approccio piuttosto differente: "Era delizioso, c'era anche della cannella nel mix, quindi dopo un po' mi sono abituata a 'leccare via' quello che mi rimaneva addosso alla fine di ogni ripresa."

Ma una delle scene più celebri della saga di Jurassic Park, che tratta questo peculiare aspetto scatologico, resta quella in cui lo spericolato dottor Ian Malcom, interpretato da Jeff Goldblum, raggiunge una maestosa pila di escrementi di dinosauro, si toglie gli occhiali da sole e, rivolgendosi a nessuno in particolare, pronuncia le seguenti parole: "Questa si che è una bella montagna di merda". È un momento molto divertente per gli spettatori, specialmente per coloro che sono riusciti a vedere il film quando fu proiettato nelle sale cinematografiche.

Probabilmente, insieme ad alcune scene violente e piuttosto inquietanti, la celebre frase ha fatto si che il film fosse vietato ai minori di tredici anni. Nel corso degli anni ci sono stati molti omaggi e infinite parodie di quella scena in particolare che sono perdurate nel tempo arrivando fino a noi, in questo problematico 2020, tramite clip di YouTube, GIF e frammenti audio scaricabili. La preferita del sottoscritto resta, e resterà per sempre, la rivisitazione ad opera dell'associazione culturale cinematografica 'Nido del Cuculo', di Paolo Ruffini, nota soprattutto per la creazione di doppiaggi in livornese di film hollywoodiani.