Fracchia la belva umana: la scena di Lino Banfi in trattoria fu improvvisata

Lino Banfi improvvisò la scena cult del ristorante in Fracchia la belva umana con il regista Neri Parente che non sapeva dove l'attore volesse andare a parare

In Fracchia la belva umana la scena cult alla trattoria tra Lino Banfi e lo strimpellatore fu improvvisata dall'attore pugliese che decise di rispondergli in rima, come ha rivelato Banfi nel corso di un'intervista a Stracult.

In Fracchia la belva umana, Giandomenico Fracchia viene scambiato per un pericolosissimo criminale a cui assomiglia moltissimo. Nella scena cult del ristorante Fracchia, ovvero Paolo Villaggio è in compagnia della mitica Signorina Silvani, interpretata da Anna Mazzamauro. Lino Banfi interpreta il commissario, sulle tracce della pericolosa belva. Quando la coppia entra nella trattoria Lino Banfi, che li sta pedinando, ha un divertente battibecco con lo strimpellatore che lo accoglie insultandolo, come è consuetudine del ristorante "da Sergio e Bruno gli incivili".

Lino Banfi ha raccontato che questa scena fu completamente improvvisata da lui. Neri Parenti infatti, aveva concepito la scena con il commissario Auricchio che dopo la conclusione dello strimpello alla frase: "E dimme un po' che c'hai da dì?" avrebbe dovuto rispondere "Che c'ho da dirti? Mettete le manette a sto' stronzone!". Banfi invece decise di improvvisare e rispondere in rima: "non sono frocione, non mi chiamo frì frì, sono commissario e ti faccio un culo così". Il regista lo lasciò cantare, pensando di tagliare la scena dopo, ma poi gli piacque e la inserì nel film.

Il ristorante da Sergio e Bruno gli incivilì in realtà non esiste, ma si ispira al ristorante romano Cencio La Parolaccia, famoso per gli insulti e le parolacce dette ai clienti dal personale di servizio e dall'animatore. La parolaccia ha ispirato ristoranti citati in numerosi film comici come Made in Italy, Simpatici & antipatici, La banda del trucido e Trastevere. La scena del ristorante Fracchia la belva umana fu aggirata su una chiatta in riva al Tevere, presso lo Scalo De Pinedo sul lungotevere Arnaldo da Brescia.