Blade, Albert Hughes dice no alla Marvel: "Non vedo perché un vero regista vorrebbe essere in quel sistema"

Dopo Scorsese, anche Albert Hughes ha criticato i Marvel Studios e il loro sistema dopo aver anche rifiutato la regia di Blade.

Blade, Albert Hughes dice no alla Marvel: 'Non vedo perché un vero regista vorrebbe essere in quel sistema'

Mentre era impegnato nella promozione di The Continental, la serie prequel di John Wick, Albert Hughes ha criticato duramente i Marvel Studios sostenendo che secondo la sua opinione un vero regista non lavorerebbe mai per loro.

Nel corso del podcast Happy Sad Confused, Hughes ha rivelato di aver rifiutato la regia di Blade, che sta avendo una produzione travagliata, e espresso i suoi dubbi sul sistema utilizzato dai Marvel Studios per i suoi film.

In breve, Hughes sapeva che sarebbe "imploso" lavorando in un'atmosfera come quella della Marvel. Per Hughes, i recenti problemi dello studio derivano in parte dal fatto che è una "brutta situazione" per i registi veterani come lui. Hughes capisce perché la "natura controllata" dei Marvel Studios possa attrarre gli "emergenti", ma non è un luogo in cui la creatività individuale di un veterano possa necessariamente fuoriuscire. E ritiene che cambiare questo ambiente possa essere un parziale antidoto alla crisi attuale della Marvel.

Hughes ha poi spiegato di aver fatto "un'immersione profonda" in tutti i film della Marvel quando era in trattative per lavorare al suo progetto. Ha creato una tabella approfondita che descrive tutto ciò che riguarda il MCU.

"Sono stato in trattative con lo studio un paio di volte, ma mi sono sempre sentito a disagio perché sapevo che si trattava di un sistema", ha spiegato Hughes. "E loro sono stati molto gentili, ho affrontato un lungo processo. Infatti, ho analizzato tutti i loro film e li ho messi in un foglio di calcolo e ho analizzato gli incassi, guardando i punteggi dei titoli, la posizione dei VFX, ho dovuto fare uno studio profondo su di loro".

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Hughes ha continuato: "Sono arrivato a metà strada, a metà del processo, e mi sono detto: 'No, imploderei per la natura controllata di quel mondo e per non essere in grado di fare quello che faccio'. E non capisco perché un vero regista vorrebbe far parte di quel sistema. Capisco i registi emergenti, ma credo che io imploderei".