Addio, Robert Altman

Il regista americano si è spento ieri sera in un ospedale di Los Angeles. Aveva 81 anni.

Addio a Robert Altman: il regista americano si è spento ieri sera in un ospedale di Los Angeles. La notizia è stata divulgata dalla sua compagnia di produzione, che però non ha voluto precisare le cause del decesso.
Nato il 20 febbraio 1925 a Kansas City, Altman inizia a studiare in una scuola cattolica, nella quale viene istruito secondo canoni morali piuttosto rigidi, poi a 18 anni frequenta l'accademia militare di Wentworth e due anni dopo, nel '45, si arruola in aviazione come pilota di B-24. Nel 1947, tornato dalla guerra, si iscrive alla facoltà di ingegneria dell'Università del Missouri.
Nel frattempo inizia a scrivere soggetti radiofonici ed a lavorare come apprendista per la Calvin Company, per la quale dirige diverse produzioni industriali, cortometraggi e documentari, finchè nel '55 non mette da parte abbastanza denaro per realizzare il suo primo film : The Delinquents del quale è scrittore, produttore e regista.

Due anni dopo gira un documentario sulla vita di James Dean, scomparso l'anno precedente, e nei dieci anni successivi lavora a numerose serie televisive in qualità di regista e sceneggiatore, tra cui Bonanza,Alfred Hitchcock Presentas, Route 66, e U.S. Marshal, anche se sul set di dimostra insofferente alle direttive della produzione, ed alle forti pressioni ad includere ovunque contenuti politici ed antimilitaristi.
Nonostante una serie di lungometraggi di scarso successo commerciale, e sull'orlo del crollo finanziario per le sue perdite al gioco, riesce comunque a fondare una casa di produzione, la Lion's Gate Films che viene lanciata in grande stile con MASH tagliente satira antimilitarista ambientata in un ospedale militare durante la guerra in Corea.
Il film riceve ben sei nomination all'Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, vince la Palma d'oro a Cannes, ed Altman si distingue subito per il poco ortodosso metodo di produzione, unito a uno stile audace e all'irriverenza nei confronti dei generi e delle convenzioni del cinema Hollywoodiano..
Forte del consenso di pubblico e critica ottenuto, Altman proseguì con pellicole di altro genere, come il dramma Anche gli uccelli uccidono, I compari Il lungo addio e Gang, un film sulla malavita degli anni Trenta in cui i gangster sono dei perdenti e reietti.

Nel '75 il regista firma il suo film più significativo, Nashville: altre cinque nomination agli Academy Awards, tra cui quelle per il miglior film e miglior regia, e grande successo di pubblico. L'anno successivo Altman vince l'Orso d'oro a Berlino con Buffalo Bill e gli indiani: ovvero la lezione di storia di Toro Seduto, con il quale prosegue nella sua opera di demitizzazione degli eroi americani.
Quando il suoi film però iniziano a farsi più eccentrici, l'autore viene abbandonato da pubblico e critica, e dopo l'ennesimo flop decide di fondare la Sandcastle 5 Productions e di dedicarsi alla regia di opere teatrali. In quegli anni resta lontano da Hollywood e si dedica sporadicamente al cinema, firmando lungometraggi come Jimmy Dean, Jimmy Dean dell'82 e Streamers dell'83.
Nel '92 il regista fa il suo ritorno al cinema con il film I protagonisti, satira sull'ambiente dorato di Hollywood, che ottiene grande consenso di pubblico e critica ed al quale segue America oggi, che vince il Leone d'Oro a Venezia. Entrambi i film ricevono anche una nomination agli Oscar, e per Altman si apre un periodo positivo durante il quale dirige Prêt-a-porter, Kansas City, Conflitto di interessi, La fortuna di Cookie, Dottor T e le donne e Gosford Park con il quale si aggiudica il Golden Globe come miglior regista e l'ultima candidatura all'Oscar.
Proprio quest'anno l'Academy ha deciso di conferirgli il premio alla carriera.