Vinicio Capossela canta le avventure di Zarafa, giraffa giramondo

Ispirati dai grandi classici Disney e dall'estetica di Myazaky, Rémi Bezancon e Jean-Christophe Lie hanno unito le loro diverse esperienze cinematografiche per dare vita ad un'animazione in cui unire sentimento e avventura.

Dopo la pandamia è in arrivo la giraffamania. A lanciare il fenomeno è il lungometraggio d'animazione Le avventure di Zarafa - Giraffa giramondo che, arrivando direttamente dalla Francia, racconta un successo decretato da dieci milioni di spettatori e una nomination ai Cesar. Diretto da Rémi Bezancon e da Jean-Christophe Lie, il film prende spunto da una vicenda realmente accaduta nel 1826, quando il console francese ad Alessandria suggerì al pascià egiziano di inviare in dono una giraffa a Carlo X in cambio del suo aiuto contro i turchi. Dalle cronache storiche alla finzione cinematografica il passo è veramente breve, soprattutto se ad arricchire l'insieme sono personaggi come il piccolo Maki, il beduino Hassan, l'aviatore Malaterre e, naturalmente, l'inconfondibile voce narrante di Vinicio Capossela. Dunque, non ci rimane che attendere il 4 aprile per vedere sugli schermi un film in cui la tradizione dell'animazione si arricchisce ancora di sentimento e avventura.

Voi venite da due mondi cinematografici diversi: Bezancon dal cinema di fiction e Lie dall'animazione. Come vi siete incontrati?
Rémi Bezancon: Avevo scritto la sceneggiatura di Le avventure di Zarafa, ma al momento della realizzazione mi sono reso contro che non sarei mai riuscito a farlo da solo. Così, quando mi hanno presentato Jean ed ho visto un suo corto candidato ai Cesar, ho deciso immediatamente di lavorare insieme.
Jean-Christophe Lie: Da diversi anni collaboro con uno studio di animazione, loro mi hanno fatto leggere la sceneggiatura ed ho deciso di collaborare senza esitazione.

Uno degli elementi particolari di questo film è la partecipazione di Vinicio Capossela come voce narrante e come realizzatore della canzone originale Zarafa Giraffa. Come si è trovato in questo nuovo ruolo di doppiatore?
Vinicio Capossela: La Nexo Digital mi ha proposto di partecipare ed ho accettato con entusiasmo. D'altronde ho avuto sempre attrazione per le storie di animali e fantasia. Ad attrarmi è stata la ricreazione di un mondo che amo come quello di Verne e la natura del protagonista in cui si unisce eleganza e sproporzione. Dare la voce è stato una scoperta incredibile, soprattutto per il rapporto con i grandi doppiatori che mi hanno guidato nel lavoro. Il fatto è che siamo abituati a parlare facendo caso a quello che diciamo ma non a come lo diciamo. Questa è una cosa che mi ha stupito, ma anche innervosito. Alla fine è interessante scoprire in quanti modi si può dire una sola frase. Io ho avuto modo di ascoltare la voce originale del mio personaggio e di apprezzarla profondamente.

Il film parte dalla vicenda reale della giraffa Zafara, mandata dall'Egitto in regalo al re di Francia Carlo X in cambio dell'aiuto militare contro i turchi. Andando oltre la cronaca storica, quali licenze narrative vi siete presi?
Rémi Bezancon: Questo film è ispirato ad una storia poco conosciuta a livello internazionale. Effettivamente la giraffa è stata donata nel 1825 a Carlo X, uno dei peggiori sovrani che abbiamo mai avuto. L'invenzione principale è stato il personaggio di Maki, il ragazzino protagonista, e il viaggio in mongolfiera. Abbiamo pensato che ci fosse bisogno di più avventura, mentre nella realtà Zarafa è arrivata via nave.

Parlando di giraffe viene immediatamente in mente quella con problemi di nervi in Madagascar. In qualche modo vi siete confrontati con questo personaggio durante la definizione caratteriale della vostra Zarafa?
Jean-Christophe Lie: No, non abbiamo pensato a quel caso. Non c'è stata nessuna volontà di prenderla in considerazione per creare Zarafa.
Rémi Bezancon: Dal punto di vista artistico ci siamo ispirati all'animazione di Myazaki rispetto e a quella più classica della Disney come Il libro della giungla e gli Aristogatti.

La storia di Zarafa sembra avere una volontà didattica molto forte. Non credete che questo lo renda un prodotto rivolto quasi esclusivamente ad un pubblico molto giovane?
Rémi Bezancon: Avevamo intenzione di realizzare un film per bambini, ma al momento della scrittura abbiamo capito di non poter parlare con loro in maniera diversa. Per questo non li abbiamo trattati da inferiori e li abbiamo messi a confronto con la morte e la schiavitù.

Solitamente l'animazione vive di atmosfere molto leggere, mentre il vostro film è pieno di elementi traumatici che si associa all'avventura più classica. Come avete gestito il concetto di morte?
Jean-Christophe Lie: Mentre lavoravamo ci siamo accorti che alcune cose sarebbero state difficile da digerire per il pubblico più giovane. Remi, però, mi ha spinto ad andare oltre la mia esperienza nell'animazione più classica e a destreggiare toni diversi. Poi, credo che i bambini siano particolarmente curiosi anche di sperimentare la paura all'interno di un film di avventura. Spero solo di non essere andato troppo oltre.
Remi Bezancon: Io vengo dal cinema live action e questa è stata la mia prima esperienza nel campo dell'animazione che ho affrontato con il gusto per le atmosfere tragicomiche dei miei film. In effetti, all'inizio avevamo inserito molti più eventi dolorosi come la morte di Hassan, dopo, però, ci siamo resi conto che sarebbe stato troppo. Da qui abbiamo pensato alla sua resurrezione che, veicolata dal racconto del vecchio saggio, potrebbe essere anche tutta una invenzione del momento per alleggerire gli animi degli ascoltatori più giovani.

Capossela, che rapporto ha con il cinema e l'animazione in particolare?
Vinicio Capossela: il mio film animato preferito è senza alcun dubbio Il libro della giungla perché ha una colonna sonora straordinaria. Inoltre, sono stato sempre attratto dal fantastico e questo tipo di racconto riprende la magia che viene dalle lanterne o dall'uomo primitivo che, chiuso nella sua caverna, cerca di fare qualche cosa di assolutamente inutile come disegnare. Un sogno che gli vale la denominazione di uomo che guarda in alto.