Recensione Linhas de Wellington (2012)

Regia e montaggio di Linhas de Wellington sono assai raffinati e la varietà di location e stile, dove dramma, tragedia e commedia si alternano costantemente, ci permette di seguire il film con passione nonostante la lunga durata.

Vincitori e vinti

Le guerre napoleoniche arrivano in concorso a Venezia. Prima di spegnersi, il regista Raoul Ruiz aveva in preparazione un'imponente opera dedicata a ricostruire la sconfitta dell'esercito napoleonico, nel 1810, in Portogallo, respinto dalle truppe anglo-portoghesi guidate dal generale Wellington. Ruiz è deceduto durante la fase di preproduzione, ma il film era praticamente pronto così la moglie e collaboratrice del cineasta, Valeria Sarmiento, a sua volta regista e montatrice, ha preso in mano il progetto realizzando una duplice versione di Linhas de Wellington. Nel concorso veneziano è stata presentata la versione cinematografica della durata di 151 minuti, mentre quella integrale verrà trasmessa in televisione in tre puntate. Questa duplice natura si percepisce in un'opera epica costruita come un grande contenitore nel quale si intrecciano le vicende di una miriade di personaggi. Soldati portoghesi, ufficiali inglesi, vedove di guerra, prostitute, mendicanti, esuli, contadini e nobili decaduti. L'esercito di Wellington si muove in una terra portoghese messa a ferro e fuoco dai combattimenti, prostrata dagli stenti e dalla peste, martoriata dalle rappresaglie francesi. Il carrozzone di umanità varia composto da gente di ogni ceto, evacuata dalle proprie case, accompagna i soldati verso sud nella speranza di fare terra bruciata ai francesi e sfuggire alla violenza dell'occupazione.

La pellicola-fiume si apre con la sconfitta di Serra do Buçaco delle truppe di Massena. Nonostante la vittoria, anche i soldati anglo-portoghesi sono costretti a ritirarsi dal campo di battaglia per attirare i francesi , numericamente superiori, a Torres Vedras, dove Wellington ha fatto costruito linee fortificate difficilmente superabili. Il produttore Paulo Branco affida nelle mani di Ruiz e poi in quelle di Valeria Sarmiento il film che affronta un periodo storico poco conosciuto, ma fondamentale per la storia portoghese. La storia non si concentra, però, sulle grandi imprese, sulle decisioni prese dall'alto, che passano sopra la testa delle persone determinandone il destino a loro insaputa. L'attenzione della regista è concentrata soprattutto sulla ricaduta della guerra sui singoli individui, sui danni e sulle perdite che li colpiscono. Tante piccole storie che vanno a costituire un ricchissimo mosaico curato nei singoli dettagli. A Wellington, ipotetico protagonista interpretato da un imponente John Malkovich, viene riservato uno spazio assai limitato. La prima volta che ci viene mostrato, tra l'altro, è impegnato a farsi ritrarre dal suo ritrattista ufficiale (Vincent Perez) mentre ironizza sulla fama conquistata sul campo di battaglia che gli ha permesso di avere una ricetta a lui dedicata (il 'filetto alla Wellington').
Regia e montaggio di Linhas de Wellington sono assai raffinati e la varietà di location e stile, dove dramma, tragedia e commedia si alternano costantemente, ci permette di seguire il film con passione nonostante la lunga durata. L'ombra di Raoul Ruiz aleggia sul progetto e in più di un'occasione lo stile del regista fa capolino riproposto in questa lunga, ma coinvolgente opera caratterizzata da tocchi di leggerezza, dall'eleganza scenografica degli interni, ma anche da uno sguardo brutale sulle miserie della guerra. In omaggio a Ruiz troviamo, nel ricchissimo cast, Melvil Poupaud, uno dei suoi attori feticcio. In una divertente sequenza appaiono, inoltre, Catherine Deneuve, Isabelle Huppert e Michel Piccoli, anch'essi legati al regista da un rapporto personale e tra le partecipazioni amichevoli si annoverano i camei di Mathieu Amalric e Chiara Mastroianni. Straordinaria la perfomance della grande Marisa Paredes, mentre a farsi notare, tra gli attori più giovani, sono l'intenso Nuno Lopes, il cui aspetto ricorda quello di un giovane Javier Bardem, e Victoria Guerra, a cui viene affidato uno dei personaggi più eccentrici e divertenti del film.

Movieplayer.it

3.0/5