Recensione Sister (2012)

Attorno al giovane protagonista, la regista costruisce un mondo di furti e solitudine nel quale è difficile trovare certezze e che si svela in maniera equilibrata e graduale.

Un'arida stagione bianca

In una località sciistica immersa tra le nevi delle Alpi, nessuno fa caso a Simon, un ragazzino di dodici anni che si muove con sicurezza e cautela tra i turisti distratti per frugare nei loro zaini e rubare attrezzature da sci e qualcosa da mangiare. Tutte le mattine Simon prende la seggiovia, carica nel suo zaino più cose possibili, e così com'è arrivato, senza dare nell'occhio, torna a casa sua, dove vive con Louis, una ragazza più grande di lui che non ha un lavoro fisso e a volte sparisce per correre dietro all'ennesima avventura sentimentale. Il mondo di Simon è al centro di L'enfant d'en haut, secondo lungometraggio di Ursula Meier, regista franco-svizzera che per il suo film presentato in concorso alla 62esima Berlinale ha voluto nuovamente il giovanissimo Kacey Mottet Klein - già interprete del suo precedente lavoro, [FILM+Home - casa dolce casa[/FILM] - oltre ad un cast formato dalla bella Léa Seydoux, qui nei panni di Louis e da Martin Compston e Gillian Anderson nei ruoli secondari di un cuoco e Kristin, una turista con famiglia al seguito.


Attorno al giovane protagonista, la Meier costruisce un mondo di furti e solitudine, in contrasto con la chiassosa opulenza che lo circonda, e che si svela piano piano fino a mostrare la fragilità di questo dodicenne, che ha un disperato bisogno di essere amato e rassicurato, come tutti i suoi coetanei, ma non ha altre certezze che la sua abilità nel furto e nel valore dei soldi, che maneggia con disinvoltura. Con notevole equilibrio la regista - che ha curato anche la sceneggiatura del film insieme a Antoine Jaccoud e Gilles Taurand - svela in maniera graduale i motivi dietro i quali Simon compie determinate scelte, e soprattutto definisce il rapporto tra lui e Louis, che se nelle prime sequenze ci viene presentato come un legame tra fratello e sorella, in seguito scopriremo essere un rapporto tra una giovanissima madre e suo figlio. E' proprio nella relazione con Louis - che la Seydoux interpreta in maniera convincente - la chiave di lettura della personalità di Simon, apparentemente controllata e in un certo senso più "adulta". Mentre la ragazza ha scelto di diventare madre (per poi pentirsene in seguito) solo per fare un affronto ai suoi genitori, Simon si preoccupa per lei e delle sue frequentazioni, condivide il poco cibo che riesce a rubare dagli zaini dei turisti e soprattutto cerca di comprarle letteralmente l'affetto che gli spetterebbe di diritto, un atteggiamento che si riflette anche nei suoi rapporti con il prossimo, in particolare con Kristin, nella quale vede una figura materna più solida di quella che gli è toccata in sorte.

Oltre alla sorella-mamma, attorno al protagonista si muovono altri personaggi con i quali intrattiene rapporti singolari, tra cui la già citata Kristin e Mike, il cuoco con il quale il ragazzo ha un rapporto strettamente "lavorativo" e legato ai furti perpetrati da entrambi. Nel corso di una lunga e gelida stagione invernale, Simon mette a segno una lunga serie di furti e rivende la merce rubata riempendosi le tasche di banconote, pur rendendosi conto che quegli stessi soldi non possono comprare ciò di cui ha più bisogno. Ma il rapporto con Louis, per quanto discutibile e incerto, è l'unica cosa che possiede e che non viene portato via dal disgelo, come il resto del suo mondo.

Movieplayer.it

3.0/5