Taodue: le novità della prossima stagione tra piccolo e grande schermo

Pietro Valsecchi racconta le novità Taodue della prossima stagione tra cinema e tv. Cast all star per new entry e ritorni eccellenti, dalla coppia Gioè-Pandolfi per Il tredicesimo apostolo 2 al cast di Squadra Antimafia 5, da Raoul Bova (Ultimo) a Pierfrancesco Favino (Buscetta).

Taodue coniuga tradizione e innovazione in un palinsesto TV che affianca progetti coraggiosi e pionieristici a prodotti già amati dal pubblico. Il produttore Pietro Valsecchi presenta con la moglie Camilla Nesbit anche due incursioni sul grande schermo: la nuova pellicola di Checco Zalone, Sole a catinelle, in sala dal 30 ottobre, e il debutto cinematografico di Pio e Amedeo, reduci dal successo da Iene. Assieme ad Alessandro Salem, direttore generale dei contenuti Mediaset, celebra i primi cinque anni di collaborazione e, alla presenza di attori, sceneggiatori e registi, anticipa novità e tendenze della prossima stagione e oltre.

Qual è il marchio di fabbrica di Taodue? Pietro Valsecchi: Per 21 anni abbiamo pescato le nostre storie nella realtà, parlando di persone coraggiose e di eroi. Solo leggendo il presente possiamo capire che futuro avremo. Mi piace vederci come una grande factory che lavora con passione.
Camilla Nesbitt: In questo momento stiamo cercando un'apertura all'estero e abbiamo visto che i due prodotti con maggiore penetrazione internazionale mescolano i temi di mafia con la scientifica. RIS è stato rifatto in Francia mentre ABC ha comprato i diritti di Squadra antimafia, a settembre-ottobre in onda con la quinta stagione.

Quali risultati ha portato la collaborazione con Mediaset? Alessandro Salem: Il presidio di prodotti originali è un fattore strategico importante. Per questo dopo una lunga collaborazione con Taodue abbiamo unito le forze cinque anni fa annettendola nel gruppo Mediaset per svariate ragioni. Innanzitutto per la capacità di innovare le linee editoriali usando linguaggi in grado di raccontare storie complesse ma semplificandole per arrivare ad un pubblico più ampio. Questa casa di produzione, in perfetta sintonia con la nostra linea editoriale, è in grado di intercettare giovani talenti tra attori sceneggiatori e al tempo stesso portando avanti un'eccellente gestione economica aziendale. Se ha prodotto il film che ha incassato di più nella storia italiana, Che bella giornata, non chiamatela fortuna. Con soli 4 progetti ha guadagnato al box office 90 milioni.

Il prossimo passo sarà il debutto di Pio e Amedeo. Cosa dobbiamo aspettarci? Pio e Amedeo: Noi siamo la morte del cinema (ridono) ma va riconosciuto a Valsecchi il coraggio di averci preso prima ancora che ci fosse il film. Non possiamo anticipare la trama ma sarà diverso da Le Iene, proveremo a raccontare la nostra storia che già parte che con una situazione singolare. Ci siamo conosciuti tanto tempo fa ma solo tre anni fa abbiamo scoperto di essere nati nella stanza di maternità a cinque giorni di distanza. Era destino!

Sul versante televisivo uno dei titoli più attesi è Il tredicesimo apostolo 2. Quali novità sorprenderanno il pubblico?[/QUESTION]
Mizio Curcio (sceneggiatore): Molte domande troveranno risposta, a partire dalle principali: Cosa vuol dire essere il prescelto? In cosa consiste la profezia che sovverte la Chiesa dall'interno? E poi il pubblico sarà contento dell'accelerata sentimentale tra i due protagonisti Claudio Gioè e Claudia Pandolfi, visto che nella prima stagione abbiamo visto solo un bacio.

Claudia, questa fiction si spinge molto oltre la frontiera classica. Un simile viaggio nel vuoto può terrorizzare? Claudia Pandolfi: La fiction deve trovare il coraggio di affrontare nuovi temi e Valsecchi ha dimostrato di averlo offrendomi questa grandissima opportunità. Non si dovrebbe mai accontentare di restare nel recinto dei soliti argomenti. Il tredicesimo apostolo è un racconto che esteticamente salta subito all'occhio e usa un mezzo sofisticato per esprimersi. Per me è divertente e non percepisco affatto la paura di sperimentare.

La stagione due smorzerà i toni? Claudia Pandolfi: Al contrario: sarà più inquietante della prima nella sua maschera surreale di racconto sperimentale. Sul set sembriamo 40 pazzi a cui può succedere di tutto, compreso essere sospesi in aria e volare attaccati ai cavi. Ma si vede che io e Gioele ci vogliamo un gran bene.

Squadra antimafia - Palermo oggi si prepara al quinto capitolo, che non sarà l'ultimo, visto che le sceneggiature del sesto sono attualmente in fase di scrittura. È stato programmato fin dal principio che andasse così?
Sandrone Dazieri (sceneggiatore): In realtà siamo tutti stupiti della longevità di questa serie, evidentemente i personaggi hanno ancora tanto da dire. È un modo per raccontare la mafia nei tempi moderni.
Andrea Sartoretti: Con la nuova stagione risolveremo delle incognite lasciate in sospeso in quella precedente. Il segreto è quello di mantenere alto il livello della tensione, scena dopo scena, generando nel pubblico una serie di aspettative. Personalmente non ho la pazienza di attendere una settimana intera, per questo compro direttamente i telefilm americani in DVD e finisco una stagione in tre giorni. So che il piacere potrebbe durare più a lungo, ma con i ritmi di vita che ho mi sarebbe impossibile seguire un appuntamento fisso. Tornando, invece, a Squadra antimafia mi fa piacere vedere come si cerchi sempre di aumentare il livello della qualità, tanto da essere venduta anche in America: si vede che Taodue ha una marcia in più.

Accanto agli attesi ritorni, come Ultimo 5, e brand già collaudati come Sicilia Connection - RIS, ci saranno nuovi polizieschi come Squadra Mobile. Quali novità riserva? Barbara Petronio (sceneggiatrice): La sfida di raccontare un poliziesco dopo Distretto di polizia era molto sentita, ma in questo caso si una un ritmo preso da internet, capace di raccontare una metropoli come Roma ai giorni nostri puntando su una visione più emotiva del poliziotto, che si mette in gioco con il suo privato.

Da Roma ci si sposta a Milano con il tv movie Le mani dentro la città... Daniele Cesarano (sceneggiatore): Il racconto ruota attorno alla n'drangheta nella Milano dei giorni nostri, all'epoca della deindustrializzazione con una visione più sociale della realtà, inserita nella crisi economica attuale.

In palinsesto c'è anche una virata al giallo con Il bosco, miniserie in 4 puntate con Giulia Michelini. Quale sarà la storia? Maurizio Curcio (sceneggiatore): Una giovane professoressa torna malvolentieri nella sua città natale dove ha subito un trauma in passato proprio nel bosco di cui parla il titolo, luogo dove la madre l'ha lasciata. Questo evento coincide con una serie di vicende misteriose e violente e lei, Lara, si ritrova ad essere testimone di un inseguimento che la spinge ad indagare da sola.

Tra i biopic è attesissimo Fogar, scritto e diretto da Giovanni Veronesi con la collaborazione della figlia di questo eccezionale personaggio. Francesca, com'è nata questa idea? Francesca Fogar: Penso che il merito del progetto vada ad una sceneggiatura naturale. L'istinto e le vicende di mio padre possono diventare ispirazione ed emozionare il pubblico. È un'idea ambiziosa, anche economicamente, e speriamo gli renda giustizia.

La seconda biografia riguarda Buscetta con Pierfrancesco Favino. Come procede il progetto? Pietro Valsecchi: Ci lavoriamo da un anno e mezzo. Non è facile raccontare il pentito più importante della Cupola, un uomo d'onore. Sarà girato in giro per il mondo e in inglese. Con lui ha avuto a che fare anche Antonio Manganelli, il cui libro Il sangue non sbaglia verrà adattato in un film tv scritto da Daniele Cesarano.
Daniele Cesarano (sceneggiatore): Non si tratta di una biografia, ma di un giallo che racconta l'amore per il lavoro della polizia.

Il terzo del filone è Il caso Aldrovandi, che ha ottenuto il placet della mamma di Federico. Patrizia, perché è importante questo progetto? Patrizia Moretti (mamma di Federico Aldovrandi): Sono grata a questa iniziativa che approfondisce con l'arte questa storia che ha ancora nodi da sciogliere e dubbi da fugare. Il film porterà un contributo enorme per capire quello che è successo a mio figlio e anche dopo. Molte persone avrebbero dovuto proteggerlo e indagare, ma il percorso è stato difficile. Sarà importante per il ricordo che avremo di lui: lo considero un contributo di giustizia.