Recensione Twixt (2011)

Dopo il dramma esistenzialista di Un'altra giovinezza e il 'tetro' melodramma familiare Segreti di famiglia, Coppola si dirige con tutta la sua veemenza creativa sul thriller gotico per raccontarci un altro pezzo della sua vita.

Il libro degli incubi

Hall Baltimore è uno scrittore di romanzi thriller in crisi d'ispirazione. Offuscato dall'abuso di alcool e fossilizzato sull'argomento stregoneria, l'uomo non riesce a dare una scossa alla situazione e a concepire una storia che si allontani dal solito argomento. Durante la tournée promozionale del suo ultimo romanzo finisce a Swan Valley, una cittadina fantasma della provincia californiana che si sviluppa intorno al simbolico campanile dai sette orologi all'ombra del quale vivono per lo più vagabondi e anziani. Per le strade non gira praticamente nessuno a parte lo sceriffo Bobby LaGrange, appassionato di horror e thriller, che non riesce ancora a dimenticare la strage di bambini che negli anni '50 ha reso la cittadina disgraziatamente famosa, tanto meno a risolvere l'omicidio di una ragazzina trovata con un paletto conficcato nel cuore. Una storia che ha trascinato la piccola città nell'oblio e che sembrerebbe essere perfetta per un romanzo. Sarà proprio in quella notte che Hall sognerà il fantasma di una giovane ragazza di nome V...

Terzo film prodotto interamente dalla sua American Zoetrope, Twixt è il nuovo lavoro di Francis Ford Coppola che si è ispirato ad un sogno per la storia del film. Dopo il dramma esistenzialista di Un'altra giovinezza e il 'tetro' melodramma familiare Segreti di famiglia, Coppola si dirige con tutta la sua veemenza creativa sul thriller gotico per raccontarci un altro frammento della sua vita. E' infatti tra la sua passione per l'opera di un nume tutelare della letteratura del terrore come Edgar Allan Poe e la sua recente propensione per le storie a metà tra l'onirico ed il surreale, che in Twixt il Maestro colloca uno degli episodi più tragici della sua vita, quello della morte del figlio ventenne Gian-Carlo, avvenuta nel 1986 nello stesso modo in cui muore la figlia del protagonista, il personaggio interpretato da Val Kilmer.
Peccato che botole, candele, catene, vampiri, fantasmi, cimiteri e una follia imperante facciano di Twixt un piatto unico piuttosto indigesto, un grottesco esercizio di stile che mette nello stesso calderone l'attualità con il passato, il moderno e il classico, capolavori come Il seme della follia e Misery non deve morire insieme a I segreti di Twin Peaks, True Blood e persino il fantasma di Edgar Allan Poe, interpretato da Ben Chaplin, a fare da mentore e consigliere durante il sonno al delirante scrittore in declino. Insomma veramente un mix eccessivo con troppe idee (alcune, tuttavia, davvero ottime) buttate dentro alla rinfusa. A svegliare lo spettatore dal torpore causato da una narrazione piuttosto piatta, le due uniche sequenze in 3D del film (se togliamo i titoli di coda), suggerite dal regista con un effetto animato che riporta in auge i vecchi occhialetti rossoblu ormai superati. Un simpatico tocco di colore in un film già di per sé abbastanza traboccante di sperimentazioni. Il 3D è usato dunque per un minuto in tutto il film ed in un modo abbastanza inutile ai fini narrativi, tanto meno funzionale al continuo cambio di registro tematico e stilistico della storia (il twist cui allude titolo). Un tripudio di simbolismi e onirismo in Twixt, prossimamente nelle sale distribuito da Movies Inspired, che fa registrare un passo non troppo felice nella carriera del grande regista, uno di quelli che fanno sorridere e che gli perdoniamo sulla fiducia, in attesa che la crisi di ispirazione gli passi e che torni in grande forma con una nuova storia vibrante ed equilibrata.

Movieplayer.it

2.0/5