Recensione The Square (2013)

La regista Jehane Noujaim dimostra tutto il suo talento nel creare un invidiabile equilibrio tra la ricostruzione storico-politica e la dimensione lirica dell'opera.

La primavera araba ha infiammato gli animi di coloro che aspirano alla libertà e all'emancipazione dei popoli. Del movimento politico nato in contemporanea all'occidentale Occupy Wall Street, e diffusosi tra i paesi del Mediterraneo con un tam tam digitale, ne hanno parlato in molti che hanno guardato con speranza alla rivoluzione nata dal basso e contrapposta all'oscurantismo politico e religioso dei conservatori. Piazza Tahrir è diventata il simbolo della rivolta, l'epicentro del terremoto che ha investito il Medio Oriente. In essa sono confluiti lavoratori, ribelli, oppositori al regime, studenti, donne, televisioni e cineasti che hanno ripreso i moti di piazza. Gli occidentali che hanno seguito attraverso giornali e tg il movimento, culminato nella caduta di Mubarak e nella seguente vittoria del partito dei Fratelli Mussulmani, hanno potuto trarre solo un'impressione superficiale di ciò che è realmente accaduto in Egitto. Tra i lungometraggi nonfiction che documentano l'utopia di Piazza Tahrir, il più esaustivo e approfondito è The Square, della regista egiziano-americana Jehane Noujaim. Il film, prodotto da Netflix, ricostruisce in modo scrupoloso le varie fasi della rivoluzione concentrandosi, in particolare, su un gruppo di personaggi politicamente schierati per il cambiamento, seguiti nella loro parabola dalla speranza alla disillusione. Tra di essi l'interprete de Il cacciatore di aquiloni Khalid Abdalla, portavoce del movimento e figlio di un oppositore di Mubarak in esilio, il cantante Ramy Essam, sottoposto alle torture della polizia, e il fiero ventenne Ahmed Hassan, scelto dalla regista come voce narrante del film.

Cronaca di una rivoluzione

The Square si apre nel febbraio 2011 quando, dopo 30 anni di dittatura, Hosni Mubarak è costretto a dimettersi in seguito all'intensificarsi delle sommosse popolari. Piazza Tahrir, cuore del movimento, viene mostrata nelle varie stagioni della protesta: ricolma di persone festanti dopo la caduta del presidente egiziano, speranzosa prima delle nuove elezioni, grondante di sangue e fumo durante gli scontri tra manifestanti e polizia che, prima pacificamente, poi con l'uso della forza, sgombra il suolo pubblico per sedare la rivolta. Il pensiero comune dei manifestanti, registrato dalla telecamera di Jehane Noujaim, è che la piazza non può essere abbandonata. L'errore principale del movimento è stato quello di tornare a casa dopo le dimissioni di Mubarak, lasciando momentaneamente vuoto quello spazio di riflessione e dibattito politico che i giovani egiziani si preparano a difendere col sangue. La parola d'ordine è mantenere il presidio permamente fino alla vittoria del popolo. Nell'autunno 2011 si intensificano gli scontri con l'esercito e il numero dei morti, tra i manifestanti, aumenta. Nel frattempo i Fratelli Mussulmani boicottano le poteste in piazza stringendo accordi con i militari, sicuri di una vittoria elettorale che prontamente arriva spianando la strada all'elezione di Mohamed Morsi e a una nuova dittatura, ancor più rigida della precedente, di stampo religioso. Piazza Tahrir torna a infiammarsi e le proteste conducono alla caduta del nuovo presidente (3 luglio 2013).

Non vogliamo un leader, ma una coscienza popolare

Il lungo e articolato documentario di Jehane Noujaim fa luce su un groviglio di speranze e illusioni, violenze e sopraffazioni interessi economici, politici, religiosi necessari per comprendere la storia recente dell'Egitto. La regista dimostra tutto il suo talento nel creare un invidiabile equilibrio tra la ricostruzione storico-politica e la dimensione lirica dell'opera. Pur essendo pervaso dalla voce dei giovani arrabbiati di Piazza Tahrir, The Square rappresenta con chiarezza lo sfaccettato quadro politico da cui ha avuto origine la rivolta. Incollandosi ai volti e ai corpi dei suoi giovani protagonisti, Jehane Noujaim ci porta nelle loro case, nelle tende, nei presidi organizzati registrando la voce della piazza, le parole dei manifestanti che, per la prima volta, prendono coscienza di rappresentare un'entità capace di sbloccare il destino di una nazione, ma anche delle loro famiglie e dei loro oppositori. The Square è un viaggio lucido e appassionante attraverso la speranza, il coraggio e la disillusione di una generazione pronta a sacrificarsi in prima persona per il cambiamento. Pur enfatizzando il tono lirico, il film restituisce tutta la drammaticità degli eventi occorsi e lo smarrimento di fronte ai repentini cambiamenti storici per lasciarci con un'unica inquietante certezza che pervade lo stesso narratore: ciò che è stato vissuto in questi tre anni è solo la punta dell'iceberg di un processo storico che potrebbe durare a lungo. La rivoluzione va avanti, nonostante tutto, ma per decenni i suoi partecipanti non sapranno se i loro sacrifici sono serviti a qualcosa.

Movieplayer.it

4.0/5