Recensione The Grey (2012)

The Grey è un film teso, opprimente, crudo nelle immagini e nei temi che funziona anche grazie alle costruzioni visive di Joe Carnahan ed alla curatissima fotografia di Masanobu Takayanagi.

In compagnia dei lupi

Il nostro pianeta rappresenta un piccolo miracolo, un caso che sembrerebbe più unico che raro nel creare i presupposti per ospitare la vita. Eppure anche nel nostro piccolo ed ospitale mondo ci sono zone che mettono in seria difficoltà la vita come noi la conosciamo. E' in uno di questi luoghi che lavorano gli operai di una compagnia petrolifera, trivellatori impegnati in uno stabilimento ai confini del mondo, ex criminali, fuggiaschi ed in generale persone inadatte a vivere in società; e non stupisce la follia e l'enfasi con la quale gli operati festeggiano la fine del loro periodo sul posto alla vigilia del rientro, in netto contrasto con lo stato d'animo dell'irlandese John Ottway, che lì in Alaska si è occupato della sicurezza, assunto dalla compagnia come cacciatore di lupi.
Ma il viaggio di ritorno non è il degno corollario di quei festeggiamenti, violenti quanto esuberanti: un incidente aereo lascia lo sparuto gruppo di sopravvissuti nel cuore della tundra, costretti ad affrontare le condizioni climatiche avverse ed i pericoli della natura selvaggia, su tutti il branco di lupi che li considera degli intrusi nel loro territorio.


Si reincontrano sullo sfondo dell'Alaska Joe Carnahan, regista del recente A-Team, ed uno dei protagonisti di quel film, Liam Neeson, ma il risultato non potrebbe essere più diverso: The Grey è sì un film caratterizzato da una consistente dose di azione, ma non certo l'action thriller senza pensieri che i suddetti nomi potrebbero suggerire. Si tratta invece di un film teso, opprimente, crudo nelle immagini e nei temi, che ci mostra un gruppo di uomini in condizioni estreme ed i limiti che devono oltrepassare per poter sopravvivere, oltre alle domande ed incertezze che devono porsi al momento della fine. Un film che sa prendere anche i suoi momenti di quiete senza allentare la tensione, e li sfrutta per dare spazio ai suoi protagonisti e le dinamiche tra essi.
Neeson su tutti è abile nel dare spessore al suo personaggio, tratteggiando la figura di irlandese taciturno ma sicuro di sé che diventa l'elemento dominante del branco umano che popola la pellicola, nel quale figurano attori come Dallas Roberts, Frank Grillo e Dermot Mulroney.

Ma The Grey funziona anche grazie alle costruzioni visive di Carnahan, alcune delle quali notevoli: la mente va subito alla sequenza dell'incidente aereo, tra i più potenti e realistici mai visti su grande schermo, ma non è l'unico momento di spessore e va ricordato almeno il primo faccia a faccia con il branco di lupi, intenso e suggestivo. E' invece alterno il risultato quando cerca di integrare nell'azione i ricordi e sogni di Ottway.
Un impianto visivo valorizzato anche dalla curatissima fotografia di Masanobu Takayanagi, che esalta gli affascinanti quanto drammatici fondali e che sa enfatizzare l'angoscia dei protagonisti oltre che sottolineare il faccia a faccia tra uomo e natura che viene messo in scena, facendo risuonare le riflessioni sulla vita e la sopravvivenza che pervadono la storia.

Movieplayer.it

4.0/5