Recensione ParaNorman (2012)

Elementi come la tolleranza, la possibilità di compiere il Male, l'accettazione della morte, la strada verso il perdono assurgono a veri temi ParaNorman, che lo rendono molto più interessante di una semplice parodia sugli horror zombie.

La bellezza della paranormalità

Nel tinello di casa, Norman passa i pomeriggi guardando film horror alla tv in compagnia della sua dolce nonnina. Che è morta. Questa particolare dote del ragazzino comincia a dare sui nervi al padre, perché naturalmente crede, insieme alla superficiale sorella di Norman, che sia solo un modo per mettersi al centro dell'attenzione. La madre, invece, pensa sia solo un passaggio che fa parte dell'elaborazione del lutto e lo difende tiepidamente.
Norman preferisce ormai la compagnia dei fantasmi coi quali si incontra e conversa amichevolmente ogni giorno a quella degli esseri viventi che vedono nel ragazzino un anormale da guardare con sospetto o, per i bulli della sua età, un debole da vessare continuamente. Come ne Il sesto senso di M. Night Shyamalan i fantasmi che si mostrano al protagonista sono passati a miglior vita in maniera brusca e traumatica oppure lasciando un conto in sospeso: la stessa nonna è rimasta perché aveva promesso che sarebbe rimasta a vegliare sul nipotino per sempre. L'unico ragazzino che si avvicina a Norman è un altro "freak" come lui, Neil, il ragazzo grasso ("fatty" in originale) della scuola che condivide l'isolamento e le vessazioni del protagonista. I due riescono a giocare insieme e a capirsi e Neil è l'unico che trova straordinaria la capacità di Norman di vedere la gente morta.


Il paese in cui è ambientata la vicenda, Blithe Hollow, è stato lo scenario di una caccia alle streghe culminata con l'esecuzione di un'oscura megera, della quale si celebra annualmente l'anniversario della morte. La strega prima dell'esecuzione ha scagliato una maledizione sui suoi sette accusatori, maledizione di cui nessuno si cura. Ma lo zio Prenderghast, barbone che non ha tutte le rotelle apposto e ha reciso ogni rapporto con la famiglia, si rifà vivo col nipote per annunciargli che presto si ritroverà a fronteggiare la strega e che dovrà prepararsi a fermare la maledizione. Né Norman né Neil gli danno particolarmente retta, ma quando lo zio Prenderghast (in originale col vocione di John Goodman) riappare al nipote sottoforma di ectoplasma intimandogli di prendere il libro che annulla la maledizione, Norman capisce che è meglio agire prima del tramonto.

ParaNorman inizia qui la sua parte più action e movimentata, ma cuore dell'opera esplode realmente solo nella parte finale in cui vengono a galla tutti i segreti della strega di Blithe Hollow. Elementi come la tolleranza, la possibilità di compiere il Male, l'accettazione della morte, la strada verso il perdono assurgono a veri temi di ParaNorman, che lo rendono molto più interessante di una semplice parodia sugli horror zombie.
Con una pre-produzione iniziata già ai tempi di Coraline e la porta magica, il livello dell'animazione in stop-motion di questa nuova produzione LAIKA si conferma altissimo e l'opera di Chris Butler e Sam Fell è una sorta di mash-up fra John Carpenter e John Hughes , come gli stessi autori hanno dichiarato, stuzzicati dall'idea di un Breakfast club con la maledizione dei morti di Fog. Costruito quindi come uno zombie movie che va in direzione diverse, dall'avventura all'azione, al racconto di formazione, ParaNorman, pur con qualche passaggio a vuoto nella sezione centrale, appartiene di diritto a quell'animazione di ultima generazione pronta a soddisfare grandi e piccini: i primi noteranno i fil rouge tematici e adulti, mentre i secondi rideranno delle gag a ripetizione e si emozioneranno per il cuore pulsante dell'opera.