Recensione One Day (2011)

Il film della Scherfig non ha il trascinante impatto di un mélo, né l'acume delle commedie sentimentali, ma punta diretto all'emotività dello spettatore, senza catturarlo nel profondo.

Time after time

E' il 15 lulio del 1988 quando Emma Morley incontra Dexter Mayhew per la prima volta. Sono sbronzi e felici. Si sono appena laureati e davanti a sé vedono solo possibilità e sogni da realizzare. E l'amore? Forse c'è posto anche per questo strano sentimento, che si intrufola silenzioso nelle loro vite. Emma tenta un approccio che Dexter accetta senza troppa convinzione o meglio senza dare peso al gesto di una ragazza che in quella proposta, assolutamente decente, mette in gioco molto di sé. Vista la pigra reazione di Dex, Emma depone le armi; ma anche se quella notte i ragazzi si limitano a dormire abbracciati, il dado è ormai tratto e i due restano uniti per sempre. Nei venti anni a seguire, il 15 luglio, giorno di San Swithin, verrà celebrato in mille modi diversi dalla coppia e li troverà cambiati di volta in volta. Da disperata cameriera in un ristorante messicano di Londra, legata senza alcun sentimento ad un comico affatto divertente, Emma diventerà un'apprezzata scrittrice di libri per l'infanzia (la sua eroina è una ragazzina che cambia il mondo), mentre Dexter, infelicemente sposato, toccherà il fondo dopo aver assaporato la fatua gloria del successo televisivo. Insomma cambiano i partner che sono al loro fianco, le amicizie, i lavori, tranne il rapporto di affetto esclusivo che li lega e che finalmente, al termine di svariate avventure, li avvicina una volta per tutte.


Dietro One Day, ultimo film della danese Lone Scherfig (An education), si cela l'omonimo romanzo di David Nicholls, coinvolto in prima persona nella stesura della sceneggiatura della pellicola. A contatto diretto con la sua creatura letteraria, lo scrittore ha distillato per il grande schermo i momenti salienti del suo best seller, che ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico e critica. Costruito su una serie di incastri temporali, il film parte dal presente e procede per lunghi flashback, momenti in cui familiarizziamo con i protagonisti, un uomo e una donna chiaramente destinati a stare insieme, anche se loro per primi sembrano impegnarsi a non farlo. La parabola più interessante è quella di Emma, una giovane donna dal carattere forte e dalla grande sensibilità che nel rapporto con Dexter ha dato molto di sé stessa, senza perdersi mai, anche nei momenti umanamente più difficili e complicati. Nel lungo percorso di amore-amicizia tra i due protagonisti la vediamo letteralmente sbocciare, al cospetto di un uomo puerile e capriccioso.

A livello cinematografico questo andirivieni temporale non si traduce in un effettivo approfondimento dei personaggi. Quello che sulla pagina è il palpitante racconto di due persone che si allontanano e si ritrovano, si amano a distanza e una volta vicini non riescono a manifestare i loro sentimenti, diventa nel film una lunga sequela di situazioni stereotipate che raramente commuovono. Il difetto principale dell'opera dunque è nell'accumulazione di momenti più o meno toccanti che affastellati in maniera prevedibile dalla regista perdono la loro forza.Troppo bella e di classe per sembrare una nerd, Anne Hathaway ha dalla sua una certa familiarità con ruoli di donne 'scandalosamente' innamorate e riesce a regalare intensità e umorismo alla sua Emma, risultando alla fine l'elemento in più di un film normale; lo stesso non si può dire per Jim Sturgess, il Jude di Across the universe, troppo rigido e bloccato a differenza della sua compagna di set. One day quindi non ha il trascinante impatto di un mélo, né l'acume delle commedie sentimentali; è un film che punta diretto all'emotività dello spettatore, proponendogli dei momenti volutamente commoventi, senza però catturarlo nel profondo. E' davvero poca cosa per una pellicola che ambiva a qualcosa di più e cioè rimanere davvero nel cuore e nei pensieri di chi la vede.

Movieplayer.it

2.0/5