Recensione Le 5 leggende (2012)

Una pellicola che poco concede alle gag in favore di un racconto decisamente più maturo, che non tocca vertici stilistici straordinari, ma che saprà comunque impressionare (anche il pubblico degli adulti) con la semplicità di una storia ben diretta e sviluppata.

L'ultima luce

Babbo Natale sente qualcosa di strano nella pancia ed è un segno inequivocabile che un evento terribile sta per accadere. Richiama così nel quartier generale al Polo Nord i suoi tre aiutanti più carismatici, Calmoniglio, il coniglio pasquale, Dentolina, la fatina dei denti e Sandman, l'enigmatico protettore dei sogni. Non ci mettono molto a capire che il pericolo si chiama Pitch, l'uomo nero, entrato in azione per rubare e cancellare i sogni dei bambini e imporre finalmente su tutta la Terra la sua legge fatta di paura e orrore. Il compito è arduo, a tal punto che l'uomo sulla Luna, custode della pace degli uomini, decide di nominare un nuovo Guardiano da affiancare agli altri quattro. La scelta cade su Jack Frost, un ragazzino ribelle e all'apparenza superficiale che ancora non sa quale sia il suo centro, ossia quell'energia che lo rende speciale, diverso da tutti gli altri. Se in un primo momento decide di rifiutare quella missione così gravosa, certo di non avere nulla da offrire, dopo l'incontro con l'indomito Jamie, l'ultimo bambino al mondo a credere nei sogni, scopre dentro di sé le giuste motivazioni e diventa il più tenace combattente del malvagio Pitch, che riesce a sconfiggere con la più preziosa delle armi: il divertimento che solo un gruppo di bimbi festanti riesce a scatenare.


E' un'adorabile favola, Le 5 leggende, il nuovo lungometraggio della DreamWorks Animation SKG diretto da Peter Ramsey e come ogni fiaba che si rispetti racchiude dei significati profondi e non banali. Tratta dalla serie di libri per l'infanzia scritti da William Joyce, qui produttore esecutivo assieme a Guillermo Del Toro, la pellicola riesce a miscelare in maniera nuova e non superficiale temi cardine della letteratura per bambini, trasformandoli nella sostanza. La lotta tra bene e male, ad esempio, diventa opposizione tra luce e buio, tra la fantasia e il nulla, azzerando di fatto qualsiasi sfumatura moralistica canonicamente intesa. Non esistono bambini da punire per le loro marachelle, il male non è considerato religiosamente e in quest'ottica neanche il villain Boogeyman è il classico cattivo, ma un essere che concretizza la sua malvagità e impone il suo disegno spaventoso, coprendo di nero la realtà. Un cambio di prospettiva affatto scontato che trasforma Le 5 leggende in un film superiore rispetto ai prodotti natalizi dedicati al pubblico dei piccoli (uscirà in sala il prossimo 29 novembre). Ciò che conta davvero, e in tal senso l'opera di Ramsey lo restituisce in pieno, sono la bellezza, l'incanto, la meraviglia che nascono spontaneamente nei bambini, creature così fragili da dover essere difese dai Guardiani, ma forti a tal punto da essere a loro volta dei salvatori. In fondo il senso del racconto è tutto qui, nella forza inesauribile che risiede nell'immaginazione dei più piccoli, nell'affetto formidabile che riescono a regalare a coloro che amano. In questo caso un gruppo di personaggi tratteggiati con efficacia, ognuno dei quali 'veglia' su un momento specifico della vita (la nascita, l'infanzia, l'adolescenza), tutti inseriti in un contesto ben caratterizzato, anche a livello visivo. Nella versione originale sono Alec Baldwin, Hugh Jackman, Chris Pine e Isla Fisher a dare la propria voce rispettivamente a Santa Claus, Calmoniglio, Jack Frost e Dentolina, con Jude Law a fare le veci di Pitch.

La storia, sceneggiata dal drammaturgo premio Pulitzer, David Lindsay-Abaire (Rabbit Hole), diventa tridimensionale nella struttura più profonda e non certo per l'uso della stereoscopia, ancora una volta non fondamentale per la piena fruizione del film. Tutto ruota attorno a un eroe sconosciuto, Jack Frost, una figura mitica che è alla ricerca di un'identità più definita e proprio per questa sua inquietudine riesce ad esprimere i turbamenti di chi sta crescendo; Jack non sa chi sia, non ricorda nulla del proprio passato, ma è obbligato ad andare avanti e proprio per questo deve ripartire da sé stesso per diventare un Guardiano a tutti gli effetti. Nel gruppo dei protagonisti è sicuramente il personaggio più interessante, assieme a Sandman, l'uomo dei sogni, un pingue ometto composto da sabbia d'oro, che parla senza pronunciare mai una singola parola, ma solo attraverso le immagini che riesce a 'creare' con la mente. Storyboard Artist in Minority Report e A.I. Intelligenza artificiale, Peter Ramsey firma un ottimo debutto registico, dopo il primo assaggio nello speciale di Halloween della DreamWorks Animation, Monsters vs. Aliens: Mutant Pumpkins from Outer Space; senza lasciarsi sviare, porta a termine il compito di realizzare un film molto 'caldo, ricco di effetti visivi e di buffe caratterizzazioni (gli aiutanti di Babbo Natale, ad esempio, o le fatine dei denti da latte che accompagnano Dentolina). Una pellicola che poco concede alle gag in favore di un racconto maturo, che non tocca vertici stilistici straordinari, ma che saprà comunque impressionare, anche gli adulti, con la semplicità di una storia ben diretta e sviluppata.

Movieplayer.it

3.0/5