Recensione L'amore fa male (2011)

Un film perennemente in bilico tra commedia e tragedia, 'L'amore fa male' non assume un'identità precisa fino alla scena finale, quando un lieto fine un po' buonista lieto va a ricomporre il puzzle in tutti i suoi tasselli.

Quando muore un amore

Germana ha quarant'anni, una figlia grande, un ricco amante che da otto anni le promette un distacco dalla famiglia che non sembra mai maturo e il sogno nel cassetto di diventare attrice. Insoddisfatta e annoiata dalla situazione incontra un giorno per caso il giovane Gianmarco, un affascinante giovane immobiliarista che incarna tutte le sue aspettative. Ignorando totalmente il fatto che egli sia sposato con una bellissima donna che lo adora e padre di un bambino piccolo, Germana si lascia travolgere dalla passione, corrisposta in maniera altrettanto veemente dal suo nuovo focoso compagno di avventure. La donna sarà costretta presto a fare i conti con la cruda realtà: Gianmarco ha una bella famiglia e per di più è un amico di vecchia data della sua vicina di casa Elisabetta, una donna affranta per la recente fine del suo matrimonio, con cui ha appena iniziato una bella amicizia. Sarà in Sicilia, in una splendida villa, che si ritroveranno tutti riuniti davanti ad una tavola imbandita per festeggiare un matrimonio, e sarà lì che il destino giocherà le sue carte, segnando una svolta nella vita di ognuno. L'amore fa male, ma a volte bisogna avere il coraggio di cambiare le cose e concedersi una nuova possibilità di essere felici...


Nonostante i buoni propositi e le numerose chiavi di lettura offerte dall'argomento, la regia incerta di Mirca Viola insieme alla debole sceneggiatura imbastita intorno ai tantissimi personaggi di questa intricata storia di infelicità, tradimenti e insoddisfazione contribuiscono a rendere L'amore fa male un film piuttosto stereotipato e privo di profondità morale e sociale. Il racconto non è mai fluido e spesso è incapace di conferire alla storia la coralità necessaria per affrontare al meglio i suoi tanti incroci narrativi.
Donne in preda ad una crisi di nervi totalmente allo sbando: l'attricetta svampita, lasciva e appariscente, madre snaturata che sostiene di cercare il vero amore e poi si mette in cerca dell'ennesimo uomo che possa mantenerla; la dottoressa indipendente e bigotta che continua a sperare di salvare un matrimonio ormai morto da anni con un uomo che in realtà è gay ma non riesce a fare outing neanche spinto dall'amore che prova nei confronti del suo amante; una moglie giovane e bella che non si accorge dei tradimenti del marito nascosti dietro ai soliti impegni di lavoro. E gli uomini non stanno di certo meglio, lo squallore è sempre dietro l'angolo: dall'avvocato che viene mollato dall'amante dopo otto anni e torna con la coda tra le gambe dalla sua problematica ma rassicurante famiglia; un giovane e avvenente padre e marito che per sfogare le frustrazioni lavorative si lascia travolgere dalle avances passionali di una donna bella e disinibita.

Un film perennemente in bilico tra commedia e tragedia, L'amore fa male non assume un'identità precisa fino alla scena finale, quando il lieto fine va a ricomporre il puzzle in tutti i suoi tasselli ed arriva puntuale a ricoprire con un alone di buonismo e tutte le mediocrità e le nefandezze messe in opera dai protagonisti. L'opera d'esordio di Mirca Viola è disomogenea, priva di personalità e di mordente, di stampo marcatamente televisivo anche per via della recitazione degli attori (a parte la Nicole Grimaudo che se la cava egregiamente) che risulta del tutto inadeguata ad un prodotto cinematografico di livello. Un malconfezionato doppiaggio contribuisce, specialmente nella seconda parte, a rendere indigeribile anche la parte più leggera del film.
Una pellicola, L'amore fa male, che non trova il giusto linguaggio e tanto meno l'equilibrio necessario per raccontare, tra una risata amara e l'altra, la famiglia, la coppia e l'amore che finisce, senza sprofondare nel patetismo e nella banalità.

Movieplayer.it

1.0/5