Recensione Kick-Ass 2 (2013)

Tornano Kick-Ass, ovvero lo sfigato Dave Lizewski, che tanto sfigato più non è, e la micidiale Mindy Macready aka Hit Girl, che nel frattempo è cresciuta e cerca la sua identità senza la maschera nel mondo reale. Un sequel che riesce a non deludere e che, nonostante a tratti perda brillantezza e ironia, mantiene intatto lo spirito anarchico e dissacrante dell'originale.

C'è un supereroe dentro ognuno di noi

Kick-Ass, Hit Girl e Red Mist ritornano per il seguito dell'irriverente e scorrettissima hit mondiale del 2010 tratta dai fumetti creati da Mark Millar e John S. Romita Jr.. Il primo film, diretto da Matthew Vaughn, ebbe un successo clamoroso quanto imprevisto: l'idea di portare al cinema la storia di Dave Lizewski, un teenager sfigato di Manhattan fissato coi fumetti , che a un certo punto si domanda: "Perché nessuno ha mai provato a diventare un supereroe?" e decide di crearsi un'identità segreta, con tanto di maschera e costume e diventare un giustiziere della strada, era quanto mai destinata a generare una instant hit, in tempi in cui i supereroi dominano incontrastati la scena sul grande schermo. Oltretutto Vaughn e la sceneggiatrice Jane Goldman erano riusciti a trasferire lo stesso spirito anarchico e dissacrante dal fumetto al film, fmostrandoci, tra le altre cose, una ragazzina di 11 anni che mena botte da orbi e fa fuori un esercito di gangster armato di un arsenale.


Sarà perché là fuori è più dura che mai in questo momento, ma il bisogno di eroi non accenna a diminuire, anzi Kick-Ass 2 rilancia e va oltre: nel mondo reale c'è più che mai bisogno di eroi reali, e ognuno di noi può diventarlo , everyday heroes pronti a scendere in strada con maschera e mantello senza bisogno di alcun superpotere. Non è più per emulazione dei fumetti o per elevarsi dal ruolo di sfigato che si sceglie di diventare eroi, ma per una esigenza impellente di migliorare tutti insieme il mondo là fuori. Vaughn (impegnato con gli X-Men) rimane in veste di produttore e passa il testimone a Jeff Wadlow, che riprende la storia là dove si era interrotta, sempre rimanendo fedele ai follow up dei comic books nel frattempo sviluppati da Millar e Romita. Troviamo Dave e Mindy aka Kick Ass (Aaron Johnson) e Hit Girl (Chloë Moretz), intenti a fare squadra e a mantenere le loro identità segrete, con lei che allena lui per farne un vero supereroe. Mentre Dave è sempre più calato nel suo nuovo ruolo di vigilante, Mindy è combattuta tra essere Hit Girl e tentare invece di vivere un vita normale dimenticando per sempre maschera e mantello, salvo scoprire che la scuola e le teenager che la popolano possono essere più terrificanti di qualsiasi nemico abbia affrontato con il suo defunto papà Big Daddy (Nicolas Cage).

Orfano di Hit Girl, Kick-Ass si unisce alla Justice Forever, un gruppo di vigilanti mascherati, gente comune che ispirata proprio dalle gesta di Kick Ass, ha deciso di combattere il crimine per le strade, capitanati dal Colonnello Stars and Stripes (un irriconoscibile e al solito irresistibile Jim Carrey). Nel frattempo Chris D'Amico aka Red Mist (Christopher Mintz-Plasse), mai rassegnatosi alla morte del padre e gangster Frank, decide di diventare il più grande super cattivo (e super imbecille) della storia assumendo la nuova identità di The Motherfucker (il nome è tutto un programma per non parlare del nuovo costume...), e mette insieme anche un team di super-villains con l'intento di vendicarsi di Kick Ass e Hit Girl. Lo scontro finale tra buoni e cattivi sarà inevitabile: e quando il gioco si farà duro...Hit Girl saprà resistere al richiamo del supereroe che è in lei?
Diciamo subito che, nonostante perda un po' di freschezza e di originalità, Kick-Ass 2 riesce a non deludere: Wadlow fa del suo meglio per mantenere intatta l'ironia dissacrante e parodistica rispetto al concetto di supereroe sdoganata nel primo film, anzi là dove c'era solo Kick Ass dal nome e dal costume improbabili, adesso ne abbiamo una schiera intera di real superheroes dai nomi e dai travestimenti ancora più grotteschi e ironici, in un gioco di destrutturazione dell'icona dell'eroe mascherato che non ha limiti di divertimento. Dr. Gravity, Insect Man, Night Bitch (merita uno spinoff solo per il nome), contro Black Death ("É perché è nero? Non sarà un po' razzista?"), Mother Russia o The Tumor ("É piccolo, è letale... facile, lo chiamiamo Il Tumore" chiosa Chris in pieno delirio creativo di super nomi). Il supereroe lo può fare chiunque, anche una mamma casalinga, disperata perché ha perso il figlio, può infilarsi un maschera e dartele di santa ragione, e la sua borsetta con un mattone dentro diventa più devastante del martello di Thor, e per lo meno quella è reale! Il film si propone di mostrarci una crescita e un'evoluzione dei personaggi, che in definitiva cercano sé stessi dietro la maschera: e in questo senso ha l'intelligenza di spostare l'attenzione da Kick-Ass, un ragazzo normale con problemi normali alle prese con il tentativo di essere un eroe senza super poteri, su Mindy, una ragazza al contrario fuori dal comune, emarginata tutta la vita dietro la maschera del suo alias Hit Girl, che tenta invece di avere una vita normale.
E' lei la vera protagonista, nonché la cosa migliore del film - ma questo lo era anche in Kick-Ass, scelta azzeccata quindi - quella su cui si ricostruisce l'idea centrale del primo episodio, cioè mescolare le velleità da supereroe con le realtà delle vita da adolescente urbano. "Quelle ragazze sono demoniache" si sfoga lei con Dave parlando del nuovo gruppetto di amiche "Ma come, non lo sai, è la scuola, ragazza!" gli dice lui, in un ribaltamento dei ruoli, dove in un certo senso lei allena lui ad essere un supereroe, e lui aiuta lei ad essere una ragazza normale. Peccato che Wadlow non abbia la stessa mano di Vaughn nel rendere surreali anche i momenti ultraviolenti e smorzarli con l'ironia nei loro eccessi. La scena finaledi Kick-Ass era piuttosto cruenta nei dettagli ma Hit Girl che corre sulle pareti sulle note di Bad Reputation la si guarda ridendo; qui invece si perde, a tratti, un po' dell'allegra anarchia e dei toni surreali che caratterizzavano il primo film, alcuni momenti sono un po' fuori registro, più che troppo violenti come hanno detto in tanti, sono solamente un po' troppo seriosi e privi della necessaria ironia. Era un sequel difficile da realizzare, ed è un secondo capitolo inferiore al primo, ma è comunque un film innegabilmente divertente: Hit Girl spacca sulla Ducati viola e, insieme a Kick-Ass, tornerà, con buona pace dei detrattori. Occhio al finale nascosto in puro stile Marvel, a proposito di supereroi...

Movieplayer.it

3.0/5