Recensione Jimmy P. (2013)

Senza dubbio un progetto arduo, quello di trasformare il resoconto della terapia di Jimmy Picard in un racconto cinematografico: per riuscire nell'impresa Desplechin si avvale di due interpreti di primissimo piano, il premio Oscar Benicio Del Toro e il talentuoso e instancabile conterraneo Mathieu Amalric.

Per guarire l'anima

  1. Un reduce del fronte francese appartenente all'etnia dei Blackfoot arriva a Topeka, Texas, in un'ospedale specializzato nelle cure dei danni subiti al cranio. James Picard, o Jimmy P., come sarà indicato per brevità negli appunti del suo medico, è scampato a una mina, e ha lancinanti emicranie, una forte diplopia, e una complicata vita onirica che non gli dà tregua. Quando i medici stabiliscono che non sono le conseguenze del trauma fisico ad affliggerlo ma un problema psichico, chiamano in suo aiuto un terapeuta speciale: l'antropologo Charles Devereaux, che metterà al servizio del buon Jimmy le conoscenze specifiche sulla cultura nativa americana.

    Il film di Arnaud Desplechin è tratto da Reality and Dream: Psychotherapy of a Plains Indian, uno degli scritti più famosi di Devereux, pioniere dell'etnopsicanalisi. Senza dubbio un progetto arduo, quello di trasformare il resoconto della terapia di Jimmy Picard in un racconto cinematografico: per riuscire nell'impresa Desplechin si avvale di due interpreti di primissimo piano, il premio Oscar Benicio Del Toro e il talentuoso e instancabile compatriota Mathieu Amalric; a entrambi i ruoli vanno a pennello, per dare vita a un rapporto ricco e fruttuoso e a un percorso a due che conduce Jimmy a trovare l'origine del suo malessere, e a riportare felicemente la sua vita nel binario della salute e della serenità.

E' una sincera amicizia e non solo un rapporto tra terapeuta e paziente, quello che unisce Jimmy e Georges; ma è anche un rapporto di scambio in cui è anche il paziente a insegnare molto al suo "medico". Sulla vita degli indiani delle pianure, ma anche sulla vita di Jimmy P., sulle ferite inflitte alla sua anima delle sue scelte impulsive, dai conseguenti rimpianti e dai colpi bassi del destino, più ancora che dalla guerra.

Il percorso psicoanalitico è rappresentato in Jimmy P. (Psychotherapy of a Plains Indian) con efficacia e concretezza, grazie ai flashback e alle sequenze oniriche che affiancano la timeline principale, e il tema dell'universalità delle strutture della mente non mancherà di interessare gli spettatori che hanno un'inclinazione per antropologia e psicologia. Nonostante l'ottima prova dei due protagonisti, infatti, e gli sforzi di strutturare la sceneggiatura, il racconto manca inevitabilmente di tensione narrativa. Per chi vorrà lasciarsi incantare solo dalle conversazioni, dalla confessioni e dalle interpretazioni, tuttavia, una pagina affascinante della storia della psicanalisi è a portata di mano grazie ad Arnaud Desplechin.

Movieplayer.it

3.0/5