Recensione Final Destination 5 (2011)

Gli amanti della saga adoreranno questo quinto cruentissimo capitolo farcito di splatter, sangue, punteruoli conficcati, ossa rotte e umorismo nero e si sentiranno, finalmente, di nuovo a casa.

La morte si fa bella

L'appuntamento con la morte si rinnova, e a undici anni di distanza dal primo avvincente capitolo arriva il quinto della saga, il secondo in 3D, probabilmente non quello conclusivo ma sicuramente uno dei più intriganti e visivamente sorprendenti.
Un capitolo girato e concepito totalmente per la visione con gli occhialini che narrativamente torna alle origini con l'ausilio della tecnologia tridimensionale sfruttata al meglio da un regista che è sì un esordiente, ma che di esperienza alle spalle ne ha da vendere. Steven Quale è infatti uno dei protetti di James Cameron sin dai tempi di Abyss, regista della seconda unità sia in Avatar che in Titanic, uno che con il 3D ha una dimestichezza che pochi altri hanno, e si vede. Un gioco da ragazzi per lui questo Final Destination 5, un nuovo divertente episodio di morte che va a rianimare un franchise dato ormai per spacciato. Già perchè dopo i due deludenti capitoli precedenti, l'ultimo dei quali usava il 3D in maniera del tutto superficiale unicamente come pretesto per attirare il pubblico in sala, avevamo abbandonato definitivamente la speranza di una degna prosecuzione della saga cinematografica che si è divertita sin dall'inizio a raccontare la morte in ogni sua più bizzarra e rocambolesca manifestazione.


Il risultato, anche grazie ad un cast di volti piuttosto noti agli amanti dei serial tv americani, è di nuovo intrigante e piuttosto convincente, forse alla pari, se non superiore, al capitolo di apertura uscito nelle sale nel lontano 2000. Nel gruppetto di sfortunati predestinati spiccano infatti i volti di Nicholas D'Agosto, Emma Bell e Jacqueline MacInnes Wood, rispettivamente protagonisti di Heroes, The Walking Dead e della pluridecennale soap opera Beautiful, attori non di certo eccelsi ma i cui personaggi catturano immediatamente la simpatia dello spettatore, coinvolgendolo nelle loro storie personali come non accadeva da tempo.
Il merito di questa rinascita è ovviamente da attribuire in larga parte all'uso degli effetti 3D, spettacolari e ben congegnati tanto da far risaltare al massimo la profondità di campo e da far entrare chi guarda in prima persona interamente dentro ad ogni sequenza d'azione e di morte del film.

A dir poco fenomenale in tutta la sua gigantesca spettacolarità la sequenza del mega crollo del ponte nelle scene iniziali del film, in cui il pullman della Presage Paper (il nome è tutto un programma) con a bordo tutti i protagonisti del film, un gruppo di dipendenti in viaggio verso un convegno, precipita in acqua insieme a buona parte della struttura con catastrofiche conseguenze e qualche sopravvissuto, con cui ovviamente la morte ha solo rinviato il fatale incontro. Molto impressionanti a livello di partecipazione emotiva e fisica anche le scene del laser oculare e della giovane ginnasta alle prese con le parallele, in cui gli sceneggiatori hanno davvero dato il loro meglio facendo scorrere non pochi brividi lungo la schiena.
A far aumentare il potenziale ansiogeno del film i lunghi, anzi lunghissimi, preamboli di morte e la partecipazione straordinaria di candyman Tony Todd, che nel ruolo di un ufficiale del Coroner dispensa consigli e malauguranti profezie al malcapitato gruppetto di prescelti.
Impossibile annoiarsi quando davanti agli occhi scorre un simile carosello di morte con un 3D da pelle d'oca, peccato che il tutto sia raccordato da una storia un po' debole e telefonata che avrebbe meritato qualche approfondimento in più e dialoghi un po' meno sempliciotti.
Certo è che chiunque si rechi in sala per vedere Final Destination 5 non può aspettarsi grosse rivoluzioni a livello di concezione stilistica e di narrazione, ma una cosa è sicura, gli amanti della saga adoreranno questo quinto cruentissimo capitolo farcito di splatter, sangue, punteruoli conficcati, ossa rotte e umorismo nero e si sentiranno, finalmente, di nuovo a casa.
Una scena finale inaspettata poi riporta tutti indietro nel tempo e trova la sua degna conclusione nel suggestivo countdown dei titoli di coda che ripercorre visivamente tutta la saga con un imperdibile lavoro di montaggio.

Movieplayer.it

3.0/5