Recensione Attack the Block - Invasione aliena (2011)

Sotto la scorza di intrattenimento spettacolare, Attack the Block nasconde la volontà di mettere in scena uno spaccato sociale. I gesti, il linguaggio e i comportamente della sua baby gang nascono da una ricerca sul campo e dal ripetuto contatto con i soggetti mostrati nel film, giovani che vivono in condizioni di disagio sociale e di povertà.

Niente alieni, siamo inglesi

Gli alieni di Joe Cornish sono brutti, sporchi e cattivi. Hanno il pelo irsuto e nero ed enormi zanne fosforescenti. Piovono dal cielo all'improvviso, si spostano con rapidità e si arrampicano sui grattacieli come Spider-Man, ma stavolta hanno fatto un errore di valutazione: hanno deciso di atterrare nel luogo sbagliato. Dimenticate Roswell, l'Area 51, le highway di Los Angeles e i grattacieli di New York. Stavolta gli extraterrestri puntano dritto al cuore della vecchia Europa, a Londra, ma non piombano in uno dei luoghi turistici da cartolina, bensì prendono d'assalto South London, l'area malfamata a sud della capitale, regno delle bande di immigrati e delle baby gang. Saranno proprio un manipolo di giovani del quartiere a respingere il massiccio attacco alieno riservando ai mostri sanguinari un'accoglienza difficile da dimenticare. L'esordiente Joe Cornish, autore di Attack the Block, è in realtà uno sceneggiatore d'esperienza formatosi nel mondo delle serie TV comiche britanniche dove ha intrapreso un sodalizio col team creativo composto da Simon Pegg, Nick Frost ed Edgar Wright. Il regista de L'alba dei morti dementi - Shaun of the Dead e Hot Fuzz ha deciso di fornire il suo fondamentale contributo come produttore esecutivo nell'opera prima di Cornish, la quale a sua volta risente degli echi della comicità irriverente, violenta e citazionista di Wright.


Al primo livello Attack the Block è un'ottima pellicola action-fantascientifica intrisa di venature horror. Cornish dimostra in più di un'occasione di saper tenere in mano la macchina da presa sorprendendo lo spettatore con tagli, angolazioni e inquadrature sempre azzeccate che contribuiscono a mantenere il ritmo della narrazione elevato. A ciò si assomma un sense of humor caustico e perfido che denuncia chiaramente l'origine british del suo autore, senza però accostarsi alla dimensione parodistica di Wright. I giovani attori non professionisti che vanno a costituire il nerbo della pellicola si dimostrano all'altezza della situazione, a partire dal protagonista John Boyega che, per l'ottima perfomance sfoderata, è stato ripetutamente paragonato a Denzel Washington. All'amico Nick Frost Cornish regala un ruolo eccezionale affidandogli la parte di uno stonato spacciatore di marjuana, 'capo spirituale' dei giovani delinquenti del quartiere che vive asserragliato in cima a un decadente casermone popolare circondato dalle sue piantine, ma la carrellata di personaggi che compare nel film (dall'infermiera rapinata in apertura che si rivela essere 'una del quartiere' al giovane studente universitario stordito che tenta in tutti i modi di entrare in contatto con la gang di adolescenti servendosi del loro slang) è riuscita in toto.

Joe Cornish non fa niente per nascondere la natura cinefila e citazionista di Attack the Block. Il suo film si tuffa nella corrente 'B-movies di qualità' che al momento va per la maggiore (si vedano i compagni sci-fi locarnesi, il riuscito Super 8 e lo sbilenco Cowboys & Aliens) ed elencare i molteplici modelli omaggiati ed emulati con sapienza - da Critters - gli extraroditori a Distretto 13: le brigate della morte di Carpenter, da Gremlins a E.T. L'extraterrestre - ci catapulta nel mondo dei guilty pleasure degli appassionati di horror pop anni '80. Se tra tutte le influenze illustri vogliamo isolarne la più significativa, dobbiamo scomodare proprio Carpenter. Sotto la scorza di intrattenimento spettacolare, Attack the Block nasconde la volontà di mettere in scena uno spaccato sociale. I gesti, il linguaggio e i comportamente della sua baby gang nascono da una ricerca sul campo e dal ripetuto contatto con i soggetti mostrati nel film, giovani che vivono in condizioni di disagio sociale e di povertà. Cosa sono una manciata di alieni pelosi di fronte alla durezza di un'esistenza ai margini? Ecco che, tra la satira e il pop-corn movie, si fa largo la riflessione, senza che questo scalfisca la godibilità del monster movie. Per Joe Cornish si profila un grande futuro.

Movieplayer.it

4.0/5