Recensione A spasso con i dinosauri (2013)

A spasso con i dinosauri è un documentario sotto forma di storia per i più piccoli, capace di raccontare con leggerezza un mondo scomparso, rendendolo accessibile e coinvolgente. Ma rischia di essere troppo semplice per uno spettatore più maturo ed esigente.

Quattro passi nella preistoria

Siamo tutti stati bambini e, più o meno tutti, siamo stati affascinati da quegli spaventosi e minacciosi esseri giganteschi che hanno calcato la superficie del nostro bistrattato pianeta. I dinosauri, oggetto di studi, ipotesi, teorie, anche a causa della repentina e inspiegabile estinzione datata sessantacinque milioni di anni fa, che aggiunge un ulteriore livello di mistero al loro già inevitabile fascino.
Protagonisti di un mondo suggestivo, che la moderna tecnologia ci permette di ricostruire nel dettaglio, donandogli un livello di realismo mai così elevato. E' quello che accade in A spasso con i dinosauri, pellicola in 3D di BBC Earth che richiama la serie di documentari per la TV del 1999 Nel mondo dei dinosauri, di grande impatto, ma ormai superata da quindici anni di scoperte e passi avanti nel mondo della CGI.
Il film diretto da Neil Nightingale e Barry Cook si avvale di entrambi questi passi avanti, spinge sul realismo ma mantiene un occhio di riguardo per il pubblico dei più giovani, lasciando che sia un tenero e leggero racconto per bambini a fungere da motore del film, mettendo al centro della storia il piccolo Pachirinosauro Pachi (la cui voce originale è di Justin Long) ed il suo compagno di viaggio Alex, un ironico Alexornis dal forte ego (la cui voce originale appartiene a John Leguizamo).


Incontriamo Pachi
70 milioni di anni fa l'Alaska non era la terra inospitale che conosciamo oggi. Con un clima più mite e simile ad alcune aree del Nord America o del Nord Europa, come possono essere Seattle o la Scozia, ed un'alternanza delle stagioni che dettava il ritmo dell'esistenza dei suoi abitanti. Tra questi c'è la famiglia di Pachirinosauri di cui fa parte il giovane, entusiasta Pachi. Lo conosciamo fin da piccolissimo, quando le lotte che doveva affrontare quotidianamente erano quelle per il cibo con i suoi fratelli di nidiata, tutti più grossi di lui. Ma Pachi non è il tipo che si dà per vinto: ottimista, curioso e caparbio, non si lascia ostacolare dai suoi limiti fisici, né tantomeno dal più forte e prepotente fratello Scowler.
Come tutti i Pachironosauri di quel tempo, la famiglia di Pachi viveva spostandosi da un luogo all'altro per assecondare l'andamento delle stagioni e sono questi viaggi a scandire la crescita del giovane erbivoro nel corso di A spasso con i dinosauri, tra i pericoli rappresentati dalle difficoltà ambientali e quelli dei feroci predatori come i temibili Gorgosauri, e le prove imposte dalla vita e le logiche di branco, come gli scontri per conquistarne il dominio e quelli per assicurarsi il diritto alla riproduzione. A dispetto del suo duraturo legame con Jupiter, che va avanti sin da quando i due erano poco più che cuccioli.
Ad accompagnarlo in tutte queste avventure, l'ironico pennuto Alex, un Alexornis che lo tiene pulito dai fastidiosi insetti preistorici in cambio di un passaggio sulla sua schiena.

Un feroce mondo per bambini
Si capirà da quanto scritto nel paragrafo precedente che il motore della narrazione del film di BBC Earth è di stampo favolistico. La storia di Pachi, il suo tono, ed ovviamente la scelta di dar voce e dialoghi ai protagonisti, si rivolgono ad un pubblico giovanissimo. Questo a dispetto di alcune sequenze in cui la componente drammatica prende il sopravvento e nonostante il mondo del tardo Creataceo, che fa da scenario alla storia, sia rappresentato in modo realistico dal punto di vista visivo, attenendosi in modo fedele alle più attuali conoscenze e scoperte paleontologiche, oltre che affidandosi alle più moderne ed evolute tecniche di animazione al computer, perfettamente fuse con le riprese dal vivo degli ambienti. Un livello di dettaglio che non si limita, quindi, soltanto alla ricostruzione visiva, ma anche alle abitudini e caratteristiche delle specie di dinosauri rappresentate, dalle dinamiche di branco alle abitudini alimentari, le migrazioni, le caratteristiche di pelle e piumaggi (ormai accertati per molte specie di teropodi).
Un livello di realismo che agli occhi del pubblico più maturo potrà suonare stonato rispetto alla semplicità della storia, scritta da John Collee, di Pachi e del suo gruppo, ma che rende accessibile e piacevole A spasso con i dinosauri per il suo target ideale di giovane età.
In principio era Jurassic Park
Non si renderebbe giustizia al lavoro di Nightingale e Cook senza sottolineare l'impianto tecnico del film: i modelli poligonali dei dinosauri, dalla muscolatura alla pelle (o le piume, nel caso di Alex e degli altri esemplari che le avevano), sono quanto di più realistico visto nel campo. Allo stesso modo è strabiliante la loro integrazione con i fondali ripresi dal vivo, la cui scansione è stata effettuata con la tecnologia LIDAR (Light Detection and Ranging), mai impiegata prima per un intero film. Una integrazione fatta di dettagli: orme sul terreno, polvere sollevata, ed ogni altro effetto del passaggio dei possenti animali sull'ambiente.
A questo si abbina l'uso del 3D Fusion Camera System, il sistema stereoscopico più avanzato, per riprodurre la profondità degli scenari e dare la sensazione di immergersi nell'azione preistoria di A spasso con i dinosauri.
Un documentario per i più piccoli
Il film prodotto da BBC Earth è in sintesi un documentario sotto forma di storia per i più piccoli, capace di raccontare con leggerezza un mondo scomparso, rendendolo accessibile e coinvolgente. Ma se i giovanissimi potranno anche imparare qualcosa su questi esseri ormai estinti, o almeno alcuni di essi, la forma narrativa scelta per A spasso con i dinosauri rischia di renderlo troppo semplice per uno spettatore più maturo ed esigente, per il quale il riuscito impianto visivo può non essere sufficiente.

Movieplayer.it

3.0/5