Passato e futuro delle Winx

Nel presentare il suo secondo lungometraggio animato, Iginio Straffi coglie l'occasione per rievocare gli inizi della sua fortunata carriera, anticipando anche le novità che vedranno, nei prossimi anni, ancora protagonista il gruppo di fatine glamour tanto amato dalle più piccole.

Reduce dalla sua seconda fatica cinematografica, Iginio Straffi, creatore del fenomeno mediatico delle Winx, ha presentato oggi alla stampa l'esordio nella terza dimensione delle famose fatine made in Italy. Soffermandosi in particolare sulla realtà in continuo sviluppo della propria casa di produzione, la Rainbow, e sulle iniziative previste per il futuro, Straffi ha ripercorso le tappe della sua avventura imprenditoriale, dai primi passi, accompagnati dalla diffidenza dei distributori, al successo in cui da subito aveva confidato.

Come è avvenuto il passaggio dal 2d al 3d? Iginio Straffi: Abbiamo deciso di realizzare questo film in 3D più di tre anni fa, quando ancora non era uscito Avatar e quindi non c'era ancora stato il boom del fenomeno. Credevamo che le Winx, con tutti i loro incantesimi, i loro voli, avrebbero acquisito un sapore ancora più speciale con la terza dimensione. Si è trattato di un grosso investimento e il risultato ci soddisfa appieno. E' stato un lavoro complicato, perché i capelli, e i vestiti svolazzanti delle ragazze dovevano risultare tanto più credibili visto che lo spettatore se li sarebbe ritrovati a pochi centimetri.

A volte si dice che il 3D non sia espressivamente così indispensabile. Lei crede di averlo sfruttato pienamente? Iginio Straffi: Quella del 3D è una scelta importante, che comporta una regia diversa, una lavorazione diversa, che vanno progettate fin dall'inizio. Il problema di molti film è che, non essendo stati pensati subito in 3D, sono stati poi riconvertiti per sfruttare la popolarità di questa nuova tecnologia. Credo che questo "falso 3d" non offra lo stesso grado di coinvolgimento di un 3D ben realizzato.

Sono in programma dei nuovi giocattoli abbinati all'uscita del film? Iginio Straffi: Come sempre, quando esce una novità, per migliorare i conti si fa uscire una nuova linea di prodotti, che speriamo contribuirà alla notorietà del film. Ci saranno giocattoli, accessori e anche abbigliamento.

Come ci si sente ad essere un successo italiano nel mondo? Iginio Straffi: Noi siamo molto orgogliosi di portare la bandiera italiana nel mondo: il primo film è uscito in 43 paesi, e questo è stato già prevenduto in tutta Europa e anche in America. Non ci sono molti prodotti d'intrattenimento italiani che vengano esportati all'estero: anche per questo il nostro successo ci fa molto piacere e spero che renda orgogliosi anche gli italiani, che tendono sempre a disprezzarsi, anche considerati gli investimenti economici che sono stati fatti.

Come è nato il progetto di Rainbow, la tua casa di produzione? Iginio Straffi: Siamo partiti sedici anni fa, con tanta voglia ma anche tantissime difficoltà, perché al tempo non esisteva, in Italia, un'industria del cartone animato, e per noi era un'impresa anche riuscire a contattare la segretaria del segretario del direttore. Poi piano piano il successo sul campo ci ha portato alla ribalta, anche se avevamo dovuto affrontare molte perplessità: dicevano che avremmo "spaccato" il target facendo un prodotto solo per bambine, ma noi avevamo fiducia nelle possibilità della serie di diventare un vero fenomeno. Abbiamo sempre reinvestito i nostri profitti e cinque anni fa abbiamo fondato uno studio di grafica e animazione qui a Roma, dove lavorano più di duecento artisti; con la sede di Loreto abbiamo oltre quattrocento tra designer, animatori e anche esperti di marketing. Un altro sogno che sto per realizzare è quello di aprire un parco a tema, per dare a questa città un turismo dedicato anche alle famiglie e far vivere davvero l'avventura delle Winx. Inoltre abbiamo siglato un importante accordo di coproduzione, per la quinta e sesta serie televisiva, con Nickelodeon, colosso americano dell'intrattenimento da più di trent'anni. E' per noi motivo di grande orgoglio, specie se pensiamo che non avevano mai comprato serie altrui, preferendo realizzarle autonomamente.

Come vi ponete nei confronti delle problematiche che il mondo islamico potrebbe avere con la serie? Iginio Straffi: Per ora abbiamo evitato i problemi: volevano comprarla in Arabia Saudita, ma noi gli abbiamo risposto "siete sicuri?". Il problema non riguarda solo l'abbigliamento delle ragazze, ma anche i contenuti, che descrivono donne sicure, che fanno le proprie scelte e hanno la propria libertà intellettuale, e che non sarebbero accettati nei paesi integralisti, in cui le donne vivono una condizione così infelice. Al contrario, nei paesi musulmani moderati, come la Turchia o la Malesia, la serie è un grande successo.

Quando hai capito che eri arrivato al pubblico planetario? Iginio Straffi: In realtà è successo piuttosto rapidamente, dopo la prima serie avevamo capito di aver colpito l'immaginario delle ragazzine grazie alla personalità riconoscibile e spiccata delle protagoniste. La storia aveva avuto una gestazione lunga, e ci abbiamo messo molto tempo a trovare le grafiche adatte, ma la risposta del pubblico è arrivata subito, non soltanto in televisione, ma anche per quanto riguarda i giornalini, i giocattoli: in Francia e Olanda avevamo addirittura la lista di prenotazioni per le bambole.

Quali attrazioni proporrà il parco a tema? E' realizzato in collaborazione con qualche istituzione? Iginio Straffi: Sarà a Valmontone, e per un parco di sessanta ettari, poi espandibili, è chiaro che bisogna fare accordi con Provincia e Regione, così come con ferrovie e autostrade, ma i finanziamenti saranno del tutto privati. Ci saranno attrazioni di ultima generazione, sale in 4d e 5d, sul modello degli Universal Studios, e la possibilità, unica in Europa, di interagire attivamente con le scenografie.