Paperman, la favola metropolitana da Oscar di John Kahrs

Abbiamo fatto una chiacchierata con il regista del corto animato premiato con l'Oscar qualche giorno fa: Kahrs ci ha parlato delle sue fonti d'ispirazione e del suo lavoro per Disney Animation Studios.

Lo abbiamo visto trionfare domenica scorsa sul palco del Dolby Theater di Los Angeles, in una categoria, quella dedicata ai cortometraggi d'animazione in cui l'Academy of Motion Picture Arts and Science tende a premiare le opere indie: quest'anno, però, era impossibile resistere a Paperman, gioiello in miniatura rivestito di nostalgico black&white che che la Disney ha affiancato, nelle sale, al coloratissimo Ralph Spaccatutto. Il regista di Paperman John Kahrs è un veterano dell'animazione che ha lavorato a Blue Sky, alla Pixar, e infine a Disney Animation, dove il suo ruolo più recente e corposo è stato quello di supervisore dell'animazione per Rapunzel - L'intreccio della torre. Con Paperman ha proposto una tecnica estremamente innovativa che mette la CGI al servizio di disegni realizzati a mano; ma lasciamo volentieri la parola a lui, e all'intervista in esclusiva che abbiamo realizzato per voi.

Anzitutto, complimenti per l'Academy Award! Perdona la domanda a cui avrai risposto un milione di volte negli ultimi giorni, ma anche i nostri lettori sono curiosi: cosa hai provato domenica, quando sei stato chiamato sul palco? John Kahrs: Ero molto, molto nervoso e credo che si vedesse. Certo, è stato anche un momento di grande gioia ma non avevo realizzato prima di dovermi alzare e salire lassù di fronte a tutte queste persone, davanti a Steven Spielberg e a Morgan Freeman, per dirne solo un paio. Ecco, non è facile sfilare davanti a questi giganti e andare a fare i tuoi ringraziamenti, e soprattutto ricordarti cosa dovevi dire! E' stato davvero pazzesco.
Qual è l'origine dell'idea alla base di Paperman?
E' una favola metropolitana basata sulla mia esperienza come pendolare quando ero giovane, questi viaggi quotidiani per raggiungere un ufficio in centro a New York, con milioni di persone che fanno la stessa cosa senza conoscersi. E' un'idea di estremo grigiore e solitudine, ma ho sempre immaginato che ognuno di queste persone in realtà cercasse qualcosa, un contatto. Cosa succede se, durante uno di questi spostamenti, uno di loro incontra la sua anima gemella e poi la perde di vista? Come fare per ritrovarla? Magari con l'aiuto di un po' di fede, o magia, alla fine tutto è possibile.

Cosa ha ispirato lo stile così 'retrò' del corto?
Io mi diletto di fotografia, mi piace lavorare nella mia camera oscura, magari sviluppare foto in bianco e nero. Ho sempre immaginato il film in bianco e nero, ambientato a New York City, con certi giochi di luce ed ombra. Amo moltissimo l'opera dei pionieri della fotografia che hanno lavorato a NY negli anni '30 e e '40 del ventesimo secolo, ovviamente è tutto in bianco e nero. Quello è l'effetto che ho cercato dal punto di vista dell'immaginario. L'idea, invece, di lavorare ibridando 2D e 3D è nata dall'aver lavorato a Rapunzel - L'Intreccio della torre: lavorare a quel film, essere immerso nel disegno manuale, è stato una straordinaria ispirazione. Mi sono chiesto come portare quel tratto, quelle forme, nell'animazione moderna.

A questo proposito, per Paperman è stata ultilizzata una tecnica innovativa che associa la CGI al disegno realizzato a mano. Puoi accennarci a come funziona?
Sostanzialmente i modelli vengono animati prima in CGI, in seguito vengono sovrapposti ad essi i disegni, e le linee tracciate dal disegnatore "seguono" automaticamente la base animata. Non a oltranza, certo, devi continuare a seguire il processo producendo altri disegni e ritocchi, ma fino a un certo punto il software fa sì che i disegni si muovano assieme allo strato inferiore, trascinati dall'immagine generata al computer. La cosa è stata immaginata e gestita in maniera assolutamente ingegnosa; io capisco come funziona, ma le persone che scrivono il programma, devo dirlo, sono molto più brave di me.

E la fotografia in bianco e nero semplifica questo processo, o è solo una scelta estetica?
No, è stata decisamente una scelta estetica, ma credo abbia semplificato le cose almeno in parte. Il prgetto a cui sto lavorando ora è a colori, vedremo cosa ne esce fuori!

Un altro corto, o qualcosa di più grosso? E sarà sicuramente utilizzata la stessa tecnica usata per Paperman?
Spiacente, tutto quello che posso dire è che sarà a colori! Ma l'idea è quella di provarci. E anche di portare il sistema ad un altro livello.

Ci sono altri progetti Disney Animation in cantiere che utilizzeranno la nuova tecnica?
Alla Disney si lavora a moltissime cose contemporaneamente, diciamo che al momento sono io il principale alfiere di questa tecnica, e sto cercando di capire cosa può portarci a fare. Vedremo che succede!

Allora, nell'attesa, cambiamo argomento. Quali sono i tuoi film d'animazione preferiti di tutti i tempi?
Credo che il mio preferito in assoluto sia Bambi, per la sua atmosfera così particolare, e per la straordinaria osservazione della natura: il modo in cui sono ritratti gli animali è realistico, ma allo stesso tempo incredibilmente espressivo. Un altro che amo è La città incantata - Spirited Away di Miyazaki, che contiene quella che ritengo una delle sequenze più belle della storia del cinema. E poi c'è un film a cui è stato fantastico lavorare, ma non lo menziono soltanto per quello,è effettivamente uno dei miei preferiti: Gli Incredibili.

Una domanda imbarazzante per finire: Paperman è un film ricco di atmosfera e di romanticismo. Sei una persona romantica?
Temo proprio di sì, sono un inguaribile romantico. Ho una forte componente sentimentale, dopo tutto sono un fan di Bambi... Ma diciamo che cerco di non farla prevalere troppo, per non risultare stucchevole, almeno sul lavoro!