Recensione Sfida senza regole - Righteous Kill (2008)

De Niro e Pacino godono nel recitare, godono nello 'sfidarsi', lo si percepisce ad ogni inquadratura. Hanno gioito nel condividere la scena e hanno fatto molta attenzione a non cedere l'uno il passo all'altro, neanche per un istante.

Mostri sacri a Little Italy

I due più grandi attori della vecchia guardia di Hollywood insieme in una sorta di B-movie poliziesco molto lontano dalla tensione emotiva di Heat - La Sfida (con la 's' decisamente maiuscola). Per tanti motivi. Primo perché Jon Avnet non è Michael Mann. Secondo perché Robert De Niro e Al Pacino non sono più quelli di una volta e dovrebbero smetterla di voler a tutti i costi dimostrare il contrario perseverando nell'interpretare sempre gli stessi personaggi senza mai evolversi. Terzo perché Russell Gewirtz, lo sceneggiatore di Sfida senza regole - Righteous Kill, che è stato capace di scrivere un capolavoro come Inside Man di Spike Lee, sembra aver partorito questa storia sotto l'effetto di un forte tranquillante.

Tra battute marzulliane e poesie infantili si snocciola l'avventura di due poliziotti (e di due grandi attori) a fine carriera alle prese con un giustiziere misterioso nella 'loro' New York.

Sempre pericolosamente in bilico tra autoreferenzialismo e (auto)parodia, i due titani si dividono la scena in un thriller pretestuoso e didascalico, eticamente ambiguo, che confonde ruoli e responsabilità, giustizia e legalità, che trasla due 'vecchi' padrini in un contesto troppo moderno per essere credibile. E fanno il possibile per non sfigurare.
L'ironia è spesso involontaria, il finale maledettamente prevedibile, il numero delle parolacce pronunciate dai due direttamente proporzionale all'inconsistenza della storia, un carosello che si perde in inutili e poco identificabili salti temporali anziché focalizzarsi su un 'duello' che attendeva da tempo immemore una degna messa in scena. Gli anni passano e lasciano il segno per tutti: i riflessi dei due 'padrini' non sono più quelli di una volta, il fisico è appesantito, la maschera attoriale che indossano non si addice più loro. E lo stile retro di Avnet non aiuta minimamente.

De Niro e Pacino godono nel recitare, godono nello 'sfidarsi', lo si percepisce ad ogni inquadratura. Hanno gioito nel condividere la scena e hanno fatto molta attenzione a non cedere l'uno il passo all'altro, neanche per un istante. Del resto sono i due individualisti per eccellenza, che non accettano e non accetteranno mai di buon grado la presenza di comprimari, sono due attori che esattamente come i personaggi che interpretano nel film sono terrorizzati al solo pensiero di un'uscita di scena o di una debacle.
Chi si aspetta un duetto indimenticabile avrà una cocente delusione; il consiglio in questo caso è quello di ripescare dalla videoteca il DVD di Heat. Se invece la cosa che più vi elettrizza è il pensiero di vedere insieme i due grandissimi attori sullo schermo dal primo all'ultimo minuto, allora potreste anche non rimanere delusi. Perché se è vero che per la maggior parte del tempo i due sembrano le caricature di loro stessi e dei personaggi che hanno riempito per anni le loro filmografie, c'è anche da dire che in qualche scena riescono perfino a far brillare di luce propria un film come Sfida senza regole - Righteous Kill.
De Niro e Al Pacino hanno dato tanto al Cinema, hanno contribuito a renderlo un'Arte. Per questo nessun appassionato riuscirà a rimanere totalmente indifferente di fronte a un simile illustre connubio.

Movieplayer.it

2.0/5