Mirca Viola presenta a Roma L'amore fa male

Arriva nelle sale dopo quattro anni di lavorazione il dramma sentimentale che segna il debutto alla regia della ex partecipante a Miss Italia dopo anni di gavetta passati sui set cinematografici come aiuto regista.

L'amore fa male, ma solo a chi non lo prova una volta nella vita. Quando ci facciamo trasportare da una passione travolgente, che sia essa fugace o duratura, ci rendiamo conto di quanto sia fragile la nostra convinzione e la nostra speranza di riuscire a governare il nostro destino sentimentale. Decisioni dolorose, condizionamenti opprimenti, verità nascoste, tradimenti e ipocrisie, cambiamenti importanti che costano sofferenze ma che quasi sempre aprono di nuovo la porta alla felicità. Di tutto questo si parla ne L'amore fa male, il film d'esordio dietro la macchina da presa di Mirca Viola, ex-Miss Italia eletta nel 1987 e spogliata poche ore dopo della prestigiosa fascia perchè il regolamento vietava la partecipazione di donne sposate e con figli. Già mamma di Nicholas e sposata con il produttore Enzo Gallo, Mirca viene così estromessa dal concorso e si dedica alla carriera di modella, attrice e aiuto regista, con il sogno nel cassetto di fare un film. Ora sono passati più di vent'anni, Nicholas è cresciuto ed ha anche un piccolo ruolo nel film, mentre la regista di Forlì si è separata dopo ventun anni di matrimonio. Questo non ha impedito però al suo ex-marito di produrre il film con la sua Angelika Film (Angelica è la seconda figlia avuta dalla regista) e di fare in modo che esso arrivasse nelle sale italiane.
Scritto nel 2007 e distribuito in cento copie a partire da venerdì 7 ottobre dalla M2Pictures, il film è stato presentato stamattina dalla regista Mirca Viola (anche co-sceneggiatrice del film insieme all'amica Cinzia Panzettini) accompagnata da Stefania Rocca, Nicole Grimaudo, Paolo Briguglia (Basilicata coast to coast) e Claudio Bigagli. Assenti Stefano Dionisi e Diane Fleri, l'attrice francese di nascita ma romana di adozione protagonista anche del nuovo film di Ficarra e Picone. Nel cast in un cammeo anche l'ex stella del basket italiano Gianmarco Pozzecco.

Ci racconta com'è nata l'idea di fare un film corale sull'amore? Mirca Viola: L'amore fa male nasce in un momento della mia vita in cui avevo l'esigenza di parlare d'amore, di quanto esso ci condiziona la vita, di quanto ne abbiamo bisogno. Spesso nelle nostre relazioni importanti spesso entrano in gioco tradimenti e ipocrisie provocati da una certa stanchezza che subentra, dalla routine, da tutte quelle cose che mandano a monte un sogno, quello dell'amore puro e totale, di un sentimento che matura nel rispetto reciproco. Mi interessava raccontare questo aspetto dell'amore e della coppia, ognuno dei personaggi va a cercarsi qualcosa al di fuori della coppia e finiscono per essere tutti infelici. Nonostante questo malessere però nessuno ha veramente il coraggio di cambiare sia per i tanti condizionamenti sociali di cui spesso siamo vittime che per i condizionamenti familiari, per i figli, per motivi economici e quant'altro. Sono molti gli ostacoli che impediscono o quanto meno complicano tantissimo un vero cambiamento sentimentale ad un certo punto della nostra vita.

Come hai vissuto questo tuo debutto alla regia? Mirca Viola: Con molta ansia ovviamente. Penso da anni di fare un film, ho fatto molta gavetta sui set come aiuto regista, ho seguito tanti film in produzione, è un mestiere difficile che si impara solo sul campo. Non sono il classico tipo che si sveglia un giorno e decide di diventare regista come fanno in molti, lavoro a L'amore fa male dal 2007, e mi sono resa conto di quanto sia complicato produrre un film. Se è arrivato oggi in sala è solo grazie al produttore Enzo Gallo che ha avuto il coraggio di produrlo tutto da solo e alla M2 pictures che lo distribuisce puntando su un esordiente.

Cosa ha divertito di più Stefania Rocca di questo personaggio così sopra le righe? Stefania Rocca: Germana è una donna dalla vita amara, veste in modo improbabile, è audace e fragile, si imbatte continuamente in storie complicate, ha un amante da otto anni che non vuole lasciare la moglie e ha anche una figlia adolescente da mantenere. Per di più ha la grande passione per la recitazione ma una carriera di attrice sognata ma mai decollata. Mi è piaciuto molto il suo modo di alleggerirsi la vita anche nei momenti più tragici, almeno nella sua vita reale cerca di essere lei la protagonista del suo film e questo la porta a distaccarsi un po' dalla realtà. Mi divertiva l'idea di parlare del mio lavoro vero in certi termini, di vederlo come una passione che si trasforma in un'ossessione. Nonostante i quarant'anni lei continua a provarci e poi ho adorato la sua capacità ad un certo punto di dire basta e di rinunciare al sogno impossibile guardando se stessa attraverso gli occhi di sua figlia, ormai donna, e a quelli di un'amica che ha problemi diversi dai suoi ma non meno dolorosi. Mi entusiasmava l'idea di leggerezza e frivolezza di Germana, certo poteva essere rischioso interpretarlo in questo modo ma poi mi sono guardata intorno e mi sono resa conto che ce ne sono tante di persone così in giro...

Secondo te l'amore fa male più alle donne che agli uomini? Stefania Rocca: Non penso, le donne sono più disposte a lasciare, sono più aperte ai cambiamenti, più coraggiose, abituate a viaggiare, più disposte a mettersi in gioco. Ma anche gli uomini stanno male, forse di più perchè non hanno il coraggio di dare una svolta, l'uomo tende a trovare altre soluzioni fuori dalla coppia, ma soffre perchè si rende conto del tempo che passa e della felicità che non è mai piena e completa, ma non sa reagire.

Nel film il tuo personaggio lascia intendere che se non si accettano proposte indecenti di qualche regista non si va da nessuna parte... Stefania Rocca: Questo è un po' un luogo comune, ma qualche volta succede. Se hai passione e talento ci metti un po' di più per arrivare, se non accetti i soliti compromessi, ma per di più queste cose capitano ad attori e attrici che non hanno un grande talento, alcuni giocano proprio sull'insicurezza di qualche attrice per ottenere i loro scopi. Nel film, durante i provini di Germana si racconta com'è vista la donna in questo ambiente, come ti muovi ti muovi alla fine per noi è sempre difficile riuscire ad imporci. Non importa quello che fai nella vita, per gli uomini sei sempre un po' mignotta, specialmente se riesci ad arrivare ad un risultato importante.

Nicole Grimaudo come ha affrontato il personaggio di Elisabetta? Nicole Grimaudo: Quando leggi la sceneggiatura di un film come questo cerchi di trovare un aspetto del carattere del tuo personaggio che ti affascina di più di tutti. Di Elisabetta mi è piaciuta molto la conversione, mi ha colpito la sua capacità di cambiamento, la sua voglia di ricominciare a vivere in tutt'altro modo dopo una vita vissuta in una specie di gabbia di vetro in cui ha preferito non vedere del marito quello che era sotto gli occhi di tutti. Rimettersi in gioco davanti ad una verità come quella che scopre lei dopo tanti anni è una cosa difficilissima da fare per qualcunque donna. Ho apprezzato molto anche l'amicizia e la complicità tra donne che si instaura col personaggio di Stefania Rocca, sono due donne diversissime che non hanno nulla in comune ma la cui amicizia riesce a dare speranza ad entrambe. E pensare che i due personaggi ci erano stati proposti in maniera inversa, io avrei dovuto interpretare il personaggio di Stefania e viceversa, poi abbiamo convinto Viola a cambiare perchè ci trovavamo molto più in sintonia con il copione.

Il personaggio di Paolo Briguglia invece è abbastanza deprimente... Paolo Briguglia: Mi è piaciuto il titolo del film e trovo che la storia rappresenti bene il titolo. L'aspetto che mi interessava affrontare del mio personaggio era quello del provocare sofferenza nel cuore di altre persone perchè dentro si ha un grande vuoto. Non si soffre solo quando si è vittime di un tradimento ma anche quando lo si commette in prima persona, quando qualcuno soffre è sempre difficile e penoso. Mi piaceva molto l'idea di tutti questi personaggi scontenti della propria situazione amorosa che venivano messi in una sorta di megafrullatore per poi farli uscire uno a uno cambiati in meglio. Credo che molti si possano riconoscere in queste storie.

Paolo e Nicole sono due siciliani doc, quanto è importante per voi interpretare personaggi che un po' vi assomigliano nella vita reale anche solo per appartenenza a certi luoghi? Nicole Grimaudo: La mia Sicilia me la porto tutti i giorni dentro, la Sicilia rappresenta anche nella mia vita personale un momento di respiro e di grandi cambiamenti, ogni tanto ci perdiamo ma quando ho voglia di staccare da tutto e tutti vado in Sicilia e riordino le idee. Ho sentito molto vicino a me Elisabetta anche per l'uso di questa splendida terra ai fini del racconto del personaggio.
Paolo Briguglia: Nel film non sono siciliano ma trovo lo stesso che sia bellissimo lo 'scioglimento' della storia in Sicilia. Giunti in terra siciliana si vedono nuovi colori, la frutta, il buon cibo, il sole, i fiori, in quei posti le cose prendono vita, una nuova vita.

Mirca Viola da oggi è ufficialmente una regista, pensa di continuare su questa strada? Ha nuovi progetti in cantiere? Mirca Viola: Mi piacerebbe continuare, è quello che avrei sempre voluto fare nella vita, non mi fermo davanti a niente di solito, ma stavolta sicuramente mi sentivo condizionata dal fatto che gli attori non avessero fiducia in me in quanto ex-modella e attrice di fiction tv. Sono riuscita ad uscire da questo pregiudizio e mi sono fatta avanti, ho cercato i finanziamenti, il cast e tutto il resto e sono contenta di essere riuscita a vincere queste paure, sentirsi sconfitti in partenza senza che nessuno ti abbia dato la possibilità di provare è quanto di più spiacevole possa capitare nella vita di un professionista.