Locarno 2011, giorno 3: cowboys, alieni e Harrison Ford

Oggi è il giorno Cowboys & Aliens. Cresce l'attesa per l'arrivo delle star Harrison Ford, Daniel Craig e Olivia Wilde. Imperdibile il bellissimo Drive. Tra gli italiani presentazione del documentario Tahrir di Stefano Savona.

Con l'arrivo del weekend Locarno entra nel vivo. Oggi a contendersi il calore della Piazza Grande ci saranno le tre star più attese della manifestazione: l'affascinante Daniel Craig, la bellissima Olivia Wilde e il mitico Harrison Ford. I tre, scorta privilegiata del regista Jon Favreau, introdurranno la proiezione di Cowboys & Aliens, uno dei blockbuster più attesi della stagione che mescola atmosfere western e futuristiche tecnologie aliene, speroni e artigli, duelli all'OK Corral e lotte con sanguinarie creature extraterrestri. Uno spettacolo per gli occhi che infiammerà gli amanti dell'avventura e, ovviamente, del selvaggio West. L'occasione ghiotta permetterà inoltre al Locarno Film Festival di omaggiare l'amato Indiana Jones con un Pardo alla carriera . Dopo la perfomance musicale di Abel Ferrara, che ieri sera ha improvvisato un concerto blues sotto la pioggia battente, chissà quali sorprese ci riserva l'inossidabile Indy. E sorprendente è anche la seconda pellicola ospitata in Piazza, il feroce Drive, il cui autore Nicolas Winding Refn ha ricevuto un meritatissimo premio per la regia al Cannes Film Festival. Agghiacciante revenge movie dall'estetica perfetta, forte di alcune straordinarie interpretazioni (in primis quella del protagonista Ryan Gosling) e di un uso della pop music anni '80 intelligente e originalissimo, il film di Refn è un gioiello da non perdere che, a oggi, si candida a miglior pellicola di questa edizione locarnese.

Lacrime e indignazione a seguito della visione del documentario Vol spécial dello svizzero Fernand Melgar, prima pellicola in concorso di oggi. Il film, attualissimo in un momento in cui l'immigrazione è uno dei temi caldi dei governi europei e non solo, mostra il funzionamento e la rigida applicazione delle norme vigenti in Svizzera. Vol spécial analizza le storie di alcuni immigrati regolarmente impiantati nel territorio elvetico da anni che, in seguito a controlli o irregolarità nei loro documenti, vengono rimpatriati senza possibilità di opporsi. In attesa del viaggio, gli uomini sono rinchiusi nel centro di detenzione amministrativa di Frambois, mentre i loro figli vengono affidati ai servizi sociali. In alcuni casi l'espulsione viene annunciata senza preavviso e la sua esecuzione è immediata. Chi rifiuta di partire sarà ammanettato, legato e caricato a forza su un aereo per un volo speciale che lo riporterà in una terra che, ormai da anni, non è più la sua patria. Ritorno alla fiction, almeno in parte, con l'israeliano Hashoter di Nadav Lapid, pellicola ambientata in seno alla polizia israeliana impegnata nella lotta anti-terrorismo. Protagonista della storia è Yaron, membro di una squadra speciale in prima linea nella lotta contro il 'nemico arabo'. Yaron, legatissimo al suo lavoro e alla sua patria, ma anche alla moglie prossima al parto, si troverà a dover ripensare la propria esistenza dopo l'incontro con un gruppo radicale e violento che lo porterà a toccare con mano i conflitti interni alla società in cui vive e a se stesso.
In una giornata in gran parte dedicata all'impegno e all'attualità trova la sua collocazione naturale l'anteprima di Tahrir, una delle poche pellicole italiane presenti a Locarno fuori concorso. Il film è un fedele reportage della rivoluzione egiziana e dei moti di piazza che hanno permesso la destituzione di Mubarak. Il regista militante Stefano Savona, giunto al Cairo alla fine di gennaio, testimonia con la propria macchina a mano l'atmosfera che si respira a Piazza Tahrir, cuore pulsante della rivolta, le manifestazioni permamenti contro il regime, i diversi credo dei manifestanti, divisi su polizioni politiche e religiose, ma uniti dalla voglia di un futuro migliore per il proprio paese. Forte di un'immediatezza dovuta al mezzo utilizzato, Tahir si concentra sui dibattiti nati spontaneamente in piazza, sulla lotta appassionata dei giovani che hanno diffuso la voce della rivolta sfruttando Facebook e gli altri social network, ma anche sulle posizioni opposte della polizia fedele al regime, sui devastanti effetti degli scontri con i manifestanti fotografando i lanci di pietre, gli spari sulla folla, il sangue dei feriti e i primi martiri della primavera egiziana.