Le 5 leggende: i mitici guardiani della Dreamworks Animation

Da Cannes, uno sguardo al nuovo lavoro della DreamWorks Animation, tra sequenze in anteprima e le parole del regista Peter Ramsey e dei protagonisti Chris Pine, Isla Fisher ed Alec Baldwin.

C'è un gruppo di potenti eroi che protegge i bambini del nostro mondo, cinque Guardiani che in segreto vegliano su di loro, proteggendone i sogni e l'immaginazione; cinque Leggende, come vengono definite dal titolo italiano di Rise of the Guardians, Le 5 leggende, prossimo lavoro della DreamWorks Animation presentato in anteprima a Cannes, approfittando della presenza della stampa internazionale per la 65ma edizione del Festival, alla quale lo stesso studio di Jeffrey Katzenberg è presente fuori concorso con il suo Madagascar 3.
Il film nasce da un'idea di William Joyce, di recente premiato con l'Oscar per la produzione del miglior corto d'animazione, o sarebbe più preciso dire "da un'idea di sua figlia", che con invidiabile spontaneità ha interrogato il padre riguardo la possibilità che le potenti icone della fantasia infantile si potessero incontrare. Tali icone sono quelle con cui tutti siamo cresciuti: Babbo Natale, la Fatina dei denti, l'Omino dei sogni ed il Coniglio pasquale, ai quali si aggiunge il vero protagonista del film, Jack Frost.

L'estratto che abbiamo potuto apprezzare a Cannes riguardava tutta la parte introduttiva della storia, dal risveglio di Jack Frost, scelto dall'Uomo della Luna, alla sua scoperta di essere invisibile agli esseri umani, fino al suo reclutamento da parte delle altre leggende nella battaglia contro Pitch, l'Uomo nero che ha calato il suo attacco, diffondendo oscurità e paura tra i bambini del mondo. Quello che differenzia Frost dagli altri Guardiani è il non essere conosciuto ed è una differenza non da poco, perchè è proprio dalla fede in loro che i bambini professano che i Guardiani traggono la loro forza, diventando reali. Pitch, invece, è l'Uomo nero (in originale The Boogeyman), lo spauracchio per eccellenza, quello che i genitori fanno di tutto per nascondere ai bambini, rassicurandoli con "è solo un sogno" o "non c'è niente di cui aver paura".
Quanto visto è ancora in lavorazione ed in più frammenti ciò è evidente, ma Katzenberg ha presentato l'estratto con l'avvertimento tipico di queste occasioni: "se non è perfetto, vuol dire che non è ancora completo." Si tratta in molti casi di rifiniture, luci aggiuntive o dettagli da sistemare, ma il look del film è già lì, ben delineato, creativo e vivace, mentre alcune sequenze sono evidentemente ancora in una fase embrionale di rendering, con fondali senza texture e senza livelli più approfonditi di animazione dei personaggi (per esempio, i capelli lunghi non appaiono ancora adeguatamente animati). Anche queste, però, riescono a dare un'idea dell'impostazione del film, del suo ritmo e di come anche il 3D sia usato in modo efficace, come sempre più spesso capita soprattutto con l'animazione in CGI, a differenza di altri film convertiti in post-produzione. Un work in progress (il film arriverà in sala a fine Novembre) risultato del lavoro di un team di alto livello che Ramsey sta coordinando dando la sua impronta. "Ci vogliono anni per sviluppare la storia ed i personaggi, e per tutto quel tempo si cerca di restare fedeli a quell'idea di partenza."
Quello che colpisce de Le 5 leggende è la caratterizzazione dei personaggi, sia i principali, che quelli di contorno, come gli animatori siano stati capaci di rendere i caratteri dai loro movimenti, affiancando e completando il prezioso lavoro dei doppiatori.

E pure si tratta di un cast di voci di altissimo livello, una rappresentanza dei quali era presente nella città francese per accompagnare la presentazione del film.
Ha iniziato Pine a parlare del suo Jack Frost, un adolescente pallido, eppure anche un essere soprannaturale che ha controllo dell'inverno, del ghiaccio e della neve, che può volare nel vento, controllare il clima, ma ha un piccolo problema: nessuno nel mondo crede in lui, quindi praticamente non esiste. Pine sa dare al personaggio il giusto humour, quel desiderio di essere riconosciuto e la sofferenza che deriva dal non essere popolare. "Jack è un outsider, lo è sempre stato, ed ora viene accolto in un gruppo e deve imparare ad aprirsi agli altri personaggi ed accettarne l'amicizia. " Ma il tema dell'infanzia e dei sogni dei bambini fa anche aprire l'attore che non rinuncia a raccontare aneddoti del passato e di come il padre lasciasse le impronte degli stivali nella cenere del camino per fargli credere che Babbo Natale fosse sceso di lì per portargli i doni. "'Come diavolo fa a passare per il camino?!', chiedevo a mia sorella. E' la forza del film farci tornare alla mente questi ricordi dell'infanzia, con queste immagini magnifiche di dinosauri che camminano per strada, per esempio, cose che da bambini ci sembrano più che plausibili."
Tanti i nomi di Babbo Natale, qui noto come North: un guerriero, un uomo imponente, una forza della natura; una forza che gli è data dall'interpretazione potente di Alec Baldwin, che gli dona anima e cuore, e che nel corso dell'incontro non ha mancato di sfoggiare il suo sarcasmo, pur senza distogliere l'attenzione dal film. North è un po' il Bond dei Guardians, con tutti i suoi gadget, ma "il mio è un personaggio che fa tutto a mano, un artigiano. Viviamo in un mondo pieno di computer, il film stesso è fatto con computer, ma non ce ne sono al suo interno. E' un film che ha cuore, che si concentra sui personaggi, come i vecchi film in animazione tradizionale, il più bello che abbia mai visto" spiega l'attore temendo di dare l'immagine sbagliata, "i film oggi sono pari ai libri e contribuiscono a creare l'immaginario con cui crescono i bambini, e per questo sono ancora più importanti che in passato, e pochi studio arrivano al livello di qualità di cui è capace la Dreamworks". Il lavoro di Baldwin sul personaggio arriva fino a rendere l'accento nordico di Babbo Natale, solo un accenno perchè "si tratta di un aspetto molto delicato. Il nostro lavoro è di comunicare, non dobbiamo mai eccedere nel dare queste sfumature rischiando di compromettere la comprensibilità delle nostre battute."

La fata dei denti, Tooth, è un altro personaggio che tutti conosciamo, ma nella mitologia di Rise of the Guardians i dentini conservano i più preziosi ricordi dell'infanzia e la fatina li raccoglie e li mette da parte per renderli disponibili quando ne avremo bisogno nel corso della vita. La sua voce è quella frizzante e vivace di Isla Fisher, che la descrive come "un personaggio molto intrigante, metà umana, metà colibrì, che ha altre fate ad aiutarla a compiere il suo lavoro. Ed interpretarla è stata un'esperienza magnifica."
Il portatore della primavera e di nuova vita è invece il coniglio pasquale, che rappresenta appunto la Pasqua e quindi la speranza, ed è interpretato da Hugh Jackman. Sandman, l'Omino dei sogni, è invece muto, "un misto tra Harpo Marx e Buddah", che vaga per il mondo intessendo i sogni dei bambini.
Lo scopo di tutti loro è, come detto, di proteggere i bambini e portare speranza, meraviglia, gioia e sogni nel mondo. E' la loro missione, "sono un po' The Justice League of Childhood" spiega Baldwin, o "degli Avenger animati", gli fa eco la Fisher restando attuale e legandosi allo straordinario successo del film di Joss Whedon. Peter Ramsey ci spiega infatti che c'è stata riflessione iniziale, anche con il produttore esecutivo Gullermo del Toro, su che tipo di storia dovesse essere, se una favola o qualcosa di diverso, "ed abbiamo deciso che probabilmente i nostri Guardiani sono una sorta di super eroi, che traggono la loro forza dalla fede che viene riposta in loro.".
C'è poi l'Uomo sulla Luna, the Man on the Moon, che viene citato più volte nelle sequenze che abbiamo potuto vedere. E' un altro dei personaggi della mitologia dei Guardians, una sorta di consigliere delle Leggende, il cui ruolo ci assicurano che verrà spiegato ed approfondito nel corso del film. Non ci resta che aspettare il 30 Novembre 2012 per avere un quadro completo del mondo in cui Le 5 leggende si muovono, per prepararci al periodo dell'anno in cui questo tipo di storie acquista il suo massimo siginificato: il Natale.