L'ora nera: a Mosca è di scena il 3D

Continua il nostro reportage moscovita sulla lavorazione della pellicola sci-fi di Chris Gorak in uscita a gennaio. La visita al set del film ci ha permesso di scoprire, con occhi ovviamente sbalorditi, le meraviglie di un 3D messo a punto quasi in tempo reale.

Negli ultimi tempi andare al cinema e ritrovarsi a vedere un film inforcando i famigerati occhialetti 3D sta diventando un'esperienza piuttosto comune. Per chi scrive come per molti altri. Ma ritrovarsi ospiti sul set di un film di fantascienza, godendosi poi la prima resa di una scena in 3D praticamente mentre viene girata, con i suddetti occhiali calzati dentro un tendone appositamente allestito a fianco delle riprese, almeno questo, crediamo, non è certo roba di tutti i giorni. Eppure tutto ciò si è reso possibile, grazie all'invito che noi di Movieplayer insieme ad altre riviste cinematografiche di rilievo internazionale abbiamo ricevuto, per presenziare alla lavorazione de L'ora nera, pellicola di Chris Gorak girata a Mosca tra il luglio e il settembre 2010, e in procinto di debuttare nelle sale italiana il 20 gennaio del 2012. Questa co-produzione tra Russia e Stati Uniti aveva avuto in precedenza non pochi problemi, come ci hanno raccontato i produttori Tom Jakobson e Timur Bekmambetov, ricordandoci che in estate le riprese erano state ferme per un po' a causa degli incendi nelle vicinanze della capitale russa, con conseguenti e prevedibili difficoltà respiratorie riscontrate anche in città. Per nostra fortuna siamo arrivati in Russia solo a settembre.

Proprio il 19 settembre, di domenica, si è svolto il tour più interessante nonché conclusivo del programma concordato con la Fox: la piccola pattuglia di cui facevamo parte, formata da giornalisti russi e stranieri, è stata infatti invitata al Russian Academy of Science Plaza, avveniristico palazzo dove per prima cosa ha avuto luogo un giro di interviste coi personaggi di spicco del cast. Il regista Chris Gorak, il produttore Tom Jakobson, il gruppo di giovani attori russi capitanati dal nerboruto Gosha Gutsenko e quello ci star internazionali del calibro di Emile Hirsch, Olivia Thirlby e Max Minghella si sono presentati a turno nel ristorante panoramico situato all'ultimo piano dell'edificio per fare quattro chiacchiere con i giornalisti. Un modo alternativo e ancor più gustoso di assaporare il risotto con la crema di scampi, potremmo anche dire. Ma il bello è venuto dopo! Tutti giù in cortile, per un gradito regalo: la possibilità di assistere ad un paio di complesse scene d'azione, girate per giunta in notturna.
Una struttura come il Palazzo dell'Accademia Russa delle Scienze può vantare un design ultra-moderno, decisamente evocativo per la science fiction, ma possiede al contempo qualche controindicazione: per via del suo ruolo istituzionale, già ottenere i permessi per le riprese non è stato così agevole. Il produttore Tom Jakobson, nell'indicarci la fantastica scenografia con auto semi-distrutte dagli alieni (implacabili nemici dei terrestri anche in questo film) e macerie ovunque, ci ha tenuto a specificare che a terra l'art director era potuto intervenire con relativa tranquillità ma era da escludersi qualsiasi intervento, seppur reversibile, sulle strutture fisse, per evitare conseguenze legali. Tant'è che abbiamo visto coi nostri occhi un uomo della troupe passare con l'apposito spray, uno di quelli che simulano incrinature, sui vetri al primo piano dell'edificio, così da mostrare gi effetti della devastazione in atto senza rompere alcuna finestra. Peraltro la prima scena cui abbiamo assistito mostrava un gruppetto di ragazzi stranieri venire incontro ai giovanotti russi organizzatisi per difendere la capitale dall'invasione extraterreste, questi ultimi con un fantastico look post-catastrofe in tutto e per tutto degno della saga di Mad Max oltre la sfera del tuono: notevoli le armi rudimentali, i pezzi di lamiera usati come scudi e soprattutto la bardatura metallica del loro cavallo, una protezione dal sapore quasi medioevale.
Ma come abbiamo accennato il momento clou della nostra presenza sul set è stato quando siamo stati convocati nel tendone, per assistere a una prima versione del 3D effettuata praticamente in contemporanea con le riprese. Ciò è stato reso possibile, ci è stato spiegato, dalla decisione di utilizzare simultaneamente due particolari macchine da presa con un angolo di ripresa leggermente diverso, così da poter ottenere già sul set un primo livello di visione stereoscopica, al contrario dell'altro sistema che prevede il grosso del lavoro in fase di post-produzione. Con esiti, in quel caso, molto meno brillanti a livello spettacolare. Dalle meraviglie della tecnologia siamo poi tornati, in modo brusco, alle incognite del reale, quando il cavallo in dotazione ai giovani guerriglieri russi ha pensato bene di annullare un ciak facendo i suoi bisogni, anche piuttosto copiosi. Ma il cinema, si sa, è fatto anche di questo!