Jason Biggs: American Pie sarà sempre nel mio cuore

Con l'occasione dell'uscita in home video di American Pie - Ancora insieme, abbiamo fatto due chiacchiere con il simpatico attore che ci ha raccontato cosa ha provato a riprendere i panni di Jim Levenstein dopo nove anni dal precedente film del franchise.

Ci sono voluti nove anni ma alla fine, grazie a John Hurwitz, abbiamo potuto gioire del ritorno della gang di American Pie: Jason Biggs, Alyson Hannigan, Chris Klein, Thomas Ian Nicholas, Tara Reid, Seann William Scott, Mena Suvari e Eddie Kaye Thomas hanno ripreso i loro ruoli per regalarci un'altra divertente avventura con American Pie - Ancora insieme, dal diciannove settembre distribuito anche in edizione homevideo e Blu-ray.
Il film che ha lanciato il franchise, American Pie, risale al 1999 ed era diretto da Paul Weitz su sceneggiatura di Adam Herz. Ebbe immediatamente un ottima risposta da parte del pubblico, spingendo i produttori a continuare con una serie di sequel, sul grande schermo e in homevideo. L'ultimo capitolo è stato scritto e diretto da Hurwitz ed è arrivato nelle sale italiane il 4 maggio 2012. La pellicola vede i ragazzi incontrarsi per una reunion scolastica e scoprire cosa è successo durante questo periodo ad ognuno di loro. Il cambiamento più importante è di certo quello che ha affrontato il personaggio di Jason Biggs, che nel film è diventato papà, fatto che ha sconvolto l'equilibrio esistente nella sua relazione con sua moglie, Michelle. A peggiorare la situazione già delicata, arriva una vicina di casa intenzionata a far cadere Jim in tentazione, il che ovviamente porta a delle conseguenze disastrose con situazioni a dir poco esilaranti. Jason Biggs ci racconta com'è stato ritornare sul set e riprendere in mano il personaggio dell'impacciato Jim Levenstein.

Cosa hai provato a ritrovare l'intero cast di American Pie dopo una pausa di nove anni? E' stato difficile per te interpretare nuovamente il ruolo di Jim dopo tutto questo tempo?
Jason Biggs: Sai, sorprendentemente, o forse no, non è stato affatto difficile. Conosco il personaggio di Jim molto bene, ci sono cresciuto insieme, letteralmente. Oserei dire che conosco meglio Jim di quanto non conosca me stesso (e questa cosa è anche abbastanza inquietante).
Mi sento molto a mio agio nei panni di Jim, so come farlo muovere all'interno della commedia, cosa che mi riesce molto bene, e inoltre mi sento sicuro quando interpreto Jim Levenstein. So fino a dove posso spingere il suo personaggio, come cercare di farlo sembrare reale. Tutto ciò è certamente agevolato dall'intero cast del film; ogni volta è molto semplice lavorare con tutti loro, quando ci si ritrova sul set il tempo sembra non essere mai passato e tra di noi si è instaurata una chimica che definirei magica. Per questo è stato molto semplice per tutti tornare a lavorare sul set di American Pie dopo nove anni.

Te lo saresti mai aspettato un tale successo per la saga di American Pie?
(Ride) innanzitutto non vorrei definire American Pie come una "saga"; da grande fan di Guerre Stellari ho un po' timore a definire altri film in questo modo, per me la saga è solo quella creata dal genio di George Lucas.
Devo dire che nel 1998 quando questo franchise è stato creato, immaginavo che l'intenzione dei fratelli Weitz fosse quella di creare un universo più ampio e di far crescere i personaggi negli anni. Oggi, se riflettiamo sull'enorme successo che American Pie ha riscosso in tutto il mondo, sembra pazzesco, ma se ci pensate bene è chiaro perché al pubblico piaccia così tanto; è l'opportunità di staccare dalla vita quotidiana e farsi due risate guardando persone intente a fare cose ridicole, poi c'è il fatto che spesso la gente si immedesima in uno dei personaggi, per somiglianza di carattere, per il fatto di avere gli stessi difetti... la qualità più grande del primo film erano proprio i suoi personaggi, che davano l'opportunità al pubblico di entrarci in sintonia. E' stato solo grazie al pubblico che American Pie ha avuto un tale successo.

Qual è il tuo film preferito di tutto il franchise di American Pie?
E' difficile sceglierne uno, voglio dire, il primo occupa certamente un posto molto importante nel mio cuore; eravamo tutti molto giovani e molto emozionati, eravamo anche consapevoli che avevamo una grande chance. A posteriori, devo dire di essere stato soddisfatto del prodotto finale da subito. Ma se il primo film è stato emozionante in questo senso, devo dire che è stato altrettanto bello tornare nei panni di Jim da adulto, da uomo sposato, con tutti i problemi che la vita offre ad ognuno di noi.

Pensando a tutti i personaggi di American Pie, ne esiste uno particolarmente affine a te dal punto di vista della personalità?
Devo ammettere che c'è tanto di Jim in me stesso; anche io come lui sono abituato a ridere e a far ridere del mio corpo, non mi da fastidio scherzarci sopra. Anche io come lui sono un tipo molto giocherellone e proprio come lui ho i miei lati fragili e le mie insicurezze.

Qual è stata la scena più difficile che hai girato pensando a tutti gli episodi di American Pie, o la più imbarazzante?
Su ogni set devo dire che si respirava un'aria particolarmente pazza, in pratica per ogni film, l'80% delle scene era molto, molto imbarazzante. Ma ormai, dopo la scena di nudo nell'ultimo American Pie penso che niente possa più mettermi in imbarazzo. Grazie, o per colpa di American Pie ormai ho fatto di tutto! Una delle scene che mi ha imbarazzato di più, anche perché era la mia prima esperienza con American Pie, è stata quella della torta. Mi sentivo abbastanza inadeguato e impacciato ma quando ho visto la reazione del pubblico al cinema sono stato felicissimo e mi sono detto "per queste risate, è giusto fare anche di peggio".
Jason, hai lavorato anche in molte serie TV, se potessi scegliere tra cinema e TV, cosa sceglieresti?
Se mi avessi fatto questa domanda dieci anni fa, avrei risposto certamente cinema. Ma oggi, la TV è decisamente cambiata da un punto di vista qualitativo, si trovano serie TV e programmi veramente ben fatti e ben pensati. Questo lo dobbiamo anche al fatto che grandi sceneggiatori sono passati alla TV, producendo roba fantastica. Se mi venisse offerto di lavorare con dei grandi scrittori e dar vita a personaggi validi non avrei certamente problemi a lavorare in TV, perché per il pubblico l'importante è vedere dei grandi personaggi, che poi sia al cinema o in una serie TV poco importa.