Recensione L'ultimo dominatore dell'aria (2010)

L'ultimo dominatore dell'aria resta nel suo complesso un film divertente per l'originalità con cui i realizzatori hanno saputo conciliare la multietnicità dei personaggi, il fascino della filosofia e dei paesaggi orientali con la cultura nordica e la potenza dell'elemento naturale.

Il ragazzo che scherzava con il Fuoco

Il mondo è flagellato da una guerra apparentemente senza fine: nessuno, fino ad ora, è riuscito a fermare l'avanzare della distruzione. La Nazione del Fuoco ha ridotto gli abitanti delle altre tre - Terra, Acqua e Aria - a poco più che delle tribù capitanate dai rispettivi dominatori, pochi uomini e donne che guidano tra mille difficoltà la Resistenza in attesa di tempi migliori. La scelta è tra la resa completa o l'annientamento a suon di battaglie e di morti, mentre l'obiettivo finale del Fuoco è il dominio universale sui quattro regni. Grazie ad armi potentissime e vasti eserciti al seguito, i dominatori del fuoco hanno già eliminato dalla faccia della Terra tutti i dominatori dell'aria e ora si accingono a sferrare l'attacco alla Nazione dell'Acqua che ha il suo quartier generale nelle fortezze del Nord. E' proprio tra i ghiacci nordici che la giovane dominatrice dell'acqua Katara e suo fratello Sokka incontrano il giovane Aang, quello che a prima vista appare essere l'ultimo dominatore dell'aria ancora in vita ma che ben presto si rivelerà essere l'Avatar, ovvero l'unico al mondo in grado di dominare tutti e quattro gli elementi e riportare nel mondo pace ed equilibrio. Saranno i due valorosi ragazzi a guidare il loro nuovo piccolo amico nel viaggio che lo porterà ad imparare ad usare tutti i poteri di cui è dotato e a tentare di fermare il popolo del fuoco che, venuto a conoscenza del pericolo che corre, lancia ai danni di Aang una caccia all'uomo senza precedenti.

L'ultimo dominatore dell'aria è il primo capitolo di quella che diventerà una trilogia cinematografica per ragazzi ispirata alla serie animata di culto della televisione americana Avatar - La leggenda di Aang creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko, e trasmessa anche in Italia dall'emittente televisiva Nickelodeon. Dopo il grande successo di pubblico e critica, che ha portato la serie ad essere candidata ad un Emmy nel 2007 come miglior prodotto d'animazione, e vincerne uno attraverso il lavoro individuale di uno dei suoi animatori, era prevedibile un passaggio da piccolo a grande schermo. E così, per accontentare le figlie e addentrarsi in un genere a lui nuovo, ecco che il controverso regista de Il sesto senso M. Night Shyamalan, stimolato da una nuova avvincente sfida alle prese col fantasy, decide di tornare dietro la macchina da presa e raccontare questa fantastica storia dal fascino orientale e dalle grandissime potenzialità visive.
Il risultato però non è dei più memorabili. Il regista due volte candidato all'Oscar si limita a svolgere il suo dignitoso compitino, regalando sì uno spettacolo godibile e qualche risata, ma nel complesso nulla di particolarmente entusiasmante, nonostante Shyamalan riesca a restituire con abilità e con grande cura degli effetti speciali alcuni dei momenti salienti di un'avventura straordinaria che soffre sotto il fardello di una commercializzazione troppo spinta e di una caratterizzazione dei personaggi a tratti superficiale, complice l'inesperienza dei giovani attori protagonisti, una sceneggiatura ripetitiva e un voice-off ingombrante.
L'uso del 3D è abbastanza apprezzabile ed è ovviamente un'attrattiva in particolare per i più giovani, un escamotage visivo molto efficace nel conciliare l'elemento fantasy con il genere tradizionale delle arti marziali, avvicinandosi a grandi classici come Karate Kid, oltre che ai modernissimi blockbuster da occhialini.
Spettacolare nelle scene di battaglia e nei combattimenti corpo a corpo, L'ultimo dominatore dell'aria resta nel suo complesso un film divertente per l'originalità con cui i realizzatori hanno saputo conciliare la multietnicità dei personaggi, il fascino della filosofia e dei paesaggi orientali con la cultura nordica e la potenza dell'elemento naturale. Il film di Shyamalan affascina anche per le ambientazioni e per l'universalità di una storia senza tempo capace di divertire le famiglie in attesa di due capitoli successivi in cui speriamo di vedere dedicata maggiore attenzione al lato mistico/filosofico, elemento più originale ed intrigante del soggetto.

Movieplayer.it

3.0/5