Il cinema italiano in Marocco con il MedFilmFestival

Medfilmfestival riprende il cammino verso Sud. Tra gli eventi l'omaggio ai fratelli Taviani.

MedFilmfestival, la manifestazione più longeva della Capitale, gioca d'anticipo sugli eventi cinematografici autunnali e si propone al pubblico con una formula rinnovata a partire dalle date: 21 - 30 giugno, accogliendo il suo pubblico nella splendida cornice di Villa Borghese, con 10 giorni di proiezioni, incontri, eventi speciali e molte novità. In attesa del solstizio d'estate, MedFilm riprende il cammino verso Sud, direzione Marocco, per partecipare con una bella e interessante selezione di cinema italiano al 19° Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan, attualmente in corso e che si chiuderà il 30 marzo. Giunto alla 19°edizione (proprio come il MedFilmfestival) il Festival di Tétouan, città simbolo del nord del Marocco per la commistione architettonica e culturale di tratti arabi, berberi e spagnoli, è una delle più importanti e vitali manifestazioni di cinema del Maghreb, dedicata esclusivamente alla promozione del cinema mediterraneo, sotto l'attenta e rigorosa direzione di Ahmed Elhousni e con l'egida del suo presidente Nabil Benabdallah, ex Ambasciatore del Marocco a Roma e attuale Ministro delle Municipalità.

Insieme alla presenza di film italiani nel Concorso Ufficiale, e nalla sezione Panorama, il programma del festival quest'anno dedica l'Omaggio a Paolo e Vittorio Taviani con la proiezione del film Cesare deve morire, quale evento speciale di chiusura. Le Giornate di Cinema Italiano in Marocco, progetto ideato dal MedFilmfestival, si inseriscono nel quadro del Protocollo di Intenti siglato dal Presidente del MedFilmfestival Ginella Vocca e dal Segretario Generale del Ministero della Cultura del Marocco Belardi Redouane, per la promozione del cinema italiano in un Paese determinante nel mercato audiovisivo del Mediterraneo come il Marocco.

I NUOVI AUTORI ITALIANI IN CONCORSO
Insieme all'omaggio ai fratelli Taviani l'Italia è presente a Tétouan con film e autori contemporanei. Partecipa al Concorso Ufficiale del Festival uno dei più interessanti film dell'ultima stagione: Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno (Riconoscimento Speciale dell'edizione 2012 del MedFilmfestival). Ferrente e Piperno mischiano le carte, intrecciando lo sguardo nitido e disincantato del Cinema della realtà con il sommesso lirismo del melodramma. Presentato in una versione non definitiva alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia e poi in Concorso al MedFilm Festival, e da poco "adottato" per la distribuzione da Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi, Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, racconta quattro vite messe a confronto tra la Napoli della speranza del 1999 e quella immobilizzata di una dozzina di anni dopo, fotografando la fatica di diventare adulti di quattro ragazzi e la spietatezza del tempo che li aspetta al varco. Speranza e voglia di riscatto in un film coraggioso e duro, e al tempo stesso dolce e commovente.

'Nel 1999, con Intervista a mia madre, un documentario per la televisione che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli, ai nostri quattro protagonisti facemmo intervistare le proprie mamme e chiedemmo come si immaginavano il loro futuro. Ci risposero con le aspettative gioiose tipiche della loro età, ma velate di uno scaramantico disincanto: forse perché la catastrofe, che pare sempre in agguato nella loro città, è una minaccia ma anche un alibi che può rendere le vite dei napoletani immobili, e loro lo sapevano, per istinto e per educazione. Dieci anni dopo siamo tornati a filmarli, scoprendo che alle cose belle, Fabio, Enzo, Adele e Silvana non credono più. Forse perché ai loro occhi sono già passate. O forse perché le cose belle non vanno cercate né nel futuro e né nel passato, ma in quel presente vissuto con la straziante bellezza dell'attesa, dell'incerto vivere alla giornata, della lotta per una esistenza dignitosa: nuotando talvolta controcorrente e talvolta lasciandosi trasportare'. (Agostino Ferrente e Giovanni Piperno). Ferrente sarà presente alla proiezione del film che si terrà presso il magnifico Cinema Avenida, costruito nel 1945, con 1100 posti e uno schermo di 13,40x5,70, perfettamente conservato nei preziosi decori.

In un mix di novità ed esperienza che confermano la vitalità di un certo cinema italiano, ancora in grado di offrire sguardi nuovi e originali sull'oggi, al film in concorso si aggiunge nella sezione Panorama Tutti i santi giorni di Paolo Virzì. Un film intimo e sentimentale, solo in apparenza meno graffiante perché impietoso nell'interrogarsi su ciò che sta diventando l'Italia oggi. Luca Marinelli è Guido, timido, riservato, coltissimo. L'esordiente Thony è Antonia, irrequieta, permalosa e orgogliosamente ignorante. Lui portiere di notte appassionato di lingue antiche e di santi. Lei aspirante cantante e impiegata in un autonoleggio. La mattina presto, quando Guido torna dal lavoro, la sveglia con la colazione e finiscono col far l'amore. Tutti i santi giorni. Sono i protagonisti di una divertente e romantica storia d'amore vissuta in una metropoli complicata come Roma. Un amore che sembra indistruttibile, finché il pensiero ostinato di un figlio che non viene non mette in moto conseguenze imprevedibili.

L'OMAGGIO AI TAVIANI
Omaggio a Paolo e Vittorio Taviani con il film Cesare deve morire, evento di chiusura del Festival. Tra gli autori di punta del cinema dell'impegno civile, i fratelli Taviani hanno attraversato quarant'anni di cinema italiano rompendo prima con l'eredità neorealistica, poi analizzando con rigore la lotta politica e la crisi morale, l'utopia e la realtà, il divino e l'umano. Liberamente ispirato al Giulio Cesare di William Shakespeare e premiato con l'Orso d'oro alla Berlinale 2012, cinque David di Donatello (Miglior film, Miglior regista, Miglior produttore, Miglior montatore, Miglior fonico di presa diretta) ed il Nastro d'Argento dell'Anno, Cesare deve morire è una docufiction ambientata nel carcere di Rebibbia a Roma. I detenuti di massima sicurezza recitano Shakespeare: all'interno del carcere, infatti, viene messo in scena un particolare allestimento in cui sentimenti e personaggi vivranno sulla scena con gli attori e nelle celle con i detenuti. 'Da quando ho conosciuto l'arte questa cella è diventata una prigione', dice Cassio, uno dei protagonisti, uno dei più bravi. Sono molti anni che è entrato in carcere, ma la notte della prima teatrale, la cella gli appare diversa, ostile. Grazia Volpi, produttrice del film con la storica Kaoscinematografica, riceverà l'omaggio speciale della direzione del festival e sarà la Presidente della Giuria del Concorso Ufficiale della 19° edizione del Festival di Tétouan. Insieme a lei in giuria, il regista marocchino Majid R'chiche, l'attrice ivoriana Thérèse Taba, l'attore egiziano Fathi Abdelouahab e il regista spagnolo Isaki Lacuesta. Per informazioni: www.medfilmfestival.org.