Berlino 2012: Tsui Hark per la prima volta in 3D

Debutto nella terza dimensione per l'autore cinese, che ha presentato il suo Flying Swords of Dragon Gate al Festival di Berlino 2012.

E' toccato a Tsui Hark l'onore di chiudere la sezione Competition del 62mo Festival di Berlino con The Flying Swords of Dragon Gate che rientra tra i dieci film più attesi dello scorso anno nell'ambito del cinema cinese. Presentato a Berlino fuori concorso ed in anteprima europea, il film riprende la storia del Dragon Gate Inn del 1966, già afffrontato dallo stesso Tsui Hark nel 1992. La nuova versione aggiunge la terza dimensione e si avvale della presenza di Jet Li in un cast composto da una ricchezza di personaggi, rappresentati al festival dalle due attrici Fan Siu-Wong e Lunmei Kwai. Grande spettacolo, combattimenti articolati e virtuosismi atti ad enfatizzare l'uso della tridimensionalità.
E' proprio sull'uso del 3D, e sull'importanza di produzioni del genere per il mercato cinese, che si è soffermato l'autore con i produttori Yu Dong e Nansun Shi nel corso della conferenza stampa di presentazione nella capitale tedesca.

Ci sono molte storie epiche fantasy in Cina ed Hong Kong. Cosa l'attrae maggiormente in questo tipo di storie? Che messaggio hanno per il pubblico di oggi? Tsui Hark: Storie come quella di Dragon Inn hanno un target di pubblico di adolescenti. Venti anni fa ho avuto la possibilità di lavorare al primo rifacimento del Dragon Gate Inn, ma remake non è il termine giusto per quel lavoro, che è più una re-immaginazione della prima storia. E' un film che ha avuto un buon riscontro sul mercato, perchè evocava i ricordi di tante gente. Ovviamente venti anni dopo abbiamo potuto lavorare a questa storia con tecniche molto diverse, ci è sembrato interessante tornare su questo classico con un sequel.
Nansun Shi: Sono storie ricche di elementi molto classici di drammaturgia, contengono tutti gli elementi di base. Come un classico di Shakespeare, nel rifarlo puoi ricorrere a strumenti diversi ed in questo caso siamo ricorsi al 3D. Dal punto di vista degli incassi, il film è andato molto bene in Cina ed è il primo film di questo genere visto nel paese. comunica un messaggio che non muore mai, ricco di amore e amicizia.
Yo Dong: E' un tipo di film molto classico, reso moderno dall'uso del 3D che ci ha permesso di presentare la storia in modo diverso. Il 3D è stato usato anche per avvicinarci un po' di più a quello che Hollywood sta producendo. Ed è stato un buon successo.

Sia nelle sale in Cina che qui a Berlino il film si è scontrato con quello di Zhang Yimou. Come sente questo confronto? Tsui Hark: E' vero, io e lui ci siamo scontrati con i nostri film, ma si tratta di prodotti diversi. Entrambi abbiamo prodotti buoni film nelle nostre rispettive categorie e un appuntamento come quello di Berlino rappresenta una buona occasione per permettere alla gente di conoscere quello che facciamo in Cina.

Una domanda alle attrici. Per voi si tratta di una parte importante, diversa da quanto fatto in passato. Che difficoltà avete avuto? Lunmei Kwai: Prima di tutto sono felice di aver avuto questa opportunità di venire alla Berlinale e di partecipare al film di un regista importante come Tsui Hark. Quando ho iniziato a recitare questa parte è stato molto difficile perchè non sono abituata ad interpretare ruoli così autoritari. Ma ho cercato di interpretarla come una donna che sapesse essere insieme tenera e forte. Durante le riprese ho avuto molto aiuto dal regista, che mi ha incoraggiata continuamente. Ero incerta riguardo la mia capacità di fare arti marziali, ma anche qui il regista mi ha dato la consapevolezza necessaria. Mi sono affidata a lui e tutto è andato bene.
Fan Siu-Wong: Anche per me è stato un grande onore. Sono sempre stata una fan di Tsui Hark e non avrei mai sognato di poter lavorare per lui. Io sono una cantante e lavorare come attrice è stata un'esperienza bellissima. Per quanto riguarda il mio ruolo, il regista mi ha chiesto di essere come un serpente, molto astratta nella mia interpretazione.

Nel film ci sono molti ruoli femminili, a differenza dei film d'azione occidentali che hanno una predominanza di ruoli maschili. C'è una tradizione di questo tipo nel cinema cinese? Tsui Hark: Nelle storie cinesi le eroine sono molto interessanti e mi hanno sempre attratto. Nel settimo secolo abbiamo avuto anche imperatrici storiche che hanno governato per molti anni con piglio sicuro e sono state figure femminili forti. E mi piace creare ruoli di donne molto forti anche nei miei film.
Nansun Shi: Abbiamo molte figure femminili forti nella nostra storia e scrittrici che hanno raccontato storie di donne molto forti. In molti dei nostri film accade lo stesso e sono molto apprezzati dal pubblico.

Ha girato il film con in mente un target cinese, occidentale o entrambi? Tsui Hark: Quando scriviamo qualcosa, non sempre pensiamo a che tipo di pubblico vogliamo raggiungere. Cerchiamo sempre di scrivere quello che sentiamo sia giusto.
Nansun Shi: Alcuni film raggiungono più facilmente il pubblico estero, mentre altre storie fanno più fatica. Penso che sia naturale.
Yu Dong: Vorrei aggiungere qualcosa facendo riferimento anche a quanto detto prima riguardo il film di Zhang Yimou. Penso che ci sia competizione tra i due film e penso che sia giusto, perchè sono due grandi produzioni ed è bene che entrambi siano qui alla Berlinale. Sono due film che sottolineano gli aspetti più forti del cinema cinese. Due grandi investimenti che aiutano il nostro obiettivo di raccogliere quote di mercato europeo.

Tsui Hark, ci parla della collaborazione con Chuck ollaborazione con Chuck Comisky per l'applicazione del 3D? Tsui Hark: Siamo stati fortunati a lavorare con Chuck che ci ha aiutati a realizzare un film in 3D. Quando abbiamo iniziato, siamo stati in giro per il mondo per capire come affrontare il lavoro e abbiamo incontrato Chuck ad Hong Kong. Molto amichevole e disposto a venire in Cina a realizzare dei seminari per aiutarci a realizzare il film in stereoscopia, così abbiamo fatto Catch Monkey che ci è servito per applicare quello che avevamo imparato da lui. Per quanto riguardo il 3D, è stata un'esperienza molto diversa per me ed è importante avere la tecnologia per realizzare questo tipo di film, è qualcosa su cui dobbiamo lavorare per competere con i film stranieri.

Perchè il film è stato presentato fuori concorso? Tsui Hark: Ogni volta che finiamo un progetto, speriamo che possa avere un impatto ed anche essere fuori concorso in un festival come quello di Berlino è importante, perchè ci ha dato la possibilità di mostrarlo al pubblico internazionale.

Che scopo ha cercato di ottenere con il film? Tsui Hark: Siamo stati fedeli al Dragon Gate ed abbiamo aggiunto qualcosa di nuovo, perchè volevamo attirare anche l'attenzione del pubblico più giovane.

Come giudica l'esperienza con la nuova tecnologia? Tsui Hark: C'è sempre qualcosa di nuovo nel mondo e continuamente viene creato qualcosa di diverso. Ancor più nel mondo dei media. Il nostro lavoro nel mondo del cinema è cercare ogni giorno di capire questi cambiamenti e rispondere ad essi.

Quando ha iniziato a fare film? Cosa l'ha spinta? Tsui Hark: Non c'è sempre un'unica ragione per la creatività, è qualcosa che viene da Dio. Io semplicemente ho sentito di doverlo fare, perchè mi dava forza ed è estremamente soddisfacente per me. E' qualcosa che mi ha formato.

C'è stata molta attesa per questo film. Che altri risultati vi aspettate di ottenere? Yu Dong: Per me uno degli aspetti più importanti è stato il 3D, ma il film è stato molto visto in Cina ed ora dobbiamo continuare in questa direzione. Nel nostro paese c'è una buona percentuale di cinema 3D che però proiettano film americani. E' necessario film cinesi per queste sale, per guadagnare quote di mercato in questo settore, film che possano essere diffusi anche all'estero per competere sul mercato internazionale.
Shi Nansun: Sono molto contenta del successo del film e spero che molta gente possa vederlo per poterne parlare ed aiutarci a diffonderlo. Lavoriamo in questo ambiente spinti dalle nostre esperienze da ragazzi, dal fascino che il grande schermo ha avuto su di noi, e ci piacerebbe accadesse lo stesso con il pubblico dei nostri film.

Che progetti in cantiere per il futuro? C'è possibilità di girare qualcosa a Hollywood? Tsui Hark: Penso che un regista non debba necessariamente legarsi al proprio paese. Mi piacerebbe fare film ovunque, ammesso di avere una storia adeguata, ma per il momento non ho progetti in cantiere ad Hollywood.

Che ne pensa di convertire suoi film precedenti in 3D? Tsui Hark: So che la conversione di Titanic è ottima e non vedo l'ora di vederla, ma fin qui non ho mai pensato a fare qualcosa di simile per i miei film. E' importante guardare al futuro, ma non dipende solo da me e se mi venisse proposto lo considererei.