Yuku e il fiore dell'Himalaya, la recensione: una favola animata dal Piccolo Principe alla Piccola Topolina

La recensione di Yuku e il fiore dell'Himalaya, una favola per tutta la famiglia che parla di eredità e storytelling, dal 26 ottobre al cinema con Trent Film.

Yuku e il fiore dell'Himalaya, la recensione: una favola animata dal Piccolo Principe alla Piccola Topolina

Non possiamo non pensare a vibrazioni dal Piccolo Principe scrivendo la recensione di Yuku e il fiore dell'Himalaya, il nuovo film d'animazione di Arnaud Demuynck e Rémi Durin, nelle sale italiane dal 26 ottobre distribuito da Trent Film. Presentato al Locarno Film Festival e all'Annecy International Animation Film Festival, possiede i toni favolistici tipici di una pellicola per i più piccini, un'animazione minimalista e molto colorata, momenti musicali e l'immancabile morale finale. Yuku, la protagonista del titolo, è una topolina che vive tra le mura di un castello, insieme alla madre e ai tanti fratellini. A vegliare su di loro la nonna, che è anche la loro cantastorie preferita. La nonna oramai è anziana e si fa aiutare da Yuku e dal suo ukulele, che accompagna musicalmente il racconto ma, per continuare la tradizione, urge un passaggio di testimone.

Una favola animalesca

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Yuku e il fiore dell'Himalaya: una scena del film

Yuku promette alla nonna di recuperare il leggendario fiore dell'Himalaya ed intraprende così un viaggio, che non sappiamo quanto sia solo nella sua mente e quanto tra le pagine delle storie raccontate dalla nonna. Un viaggio che come da copione è tanto fisico quanto metaforico ed è un vero proprio romanzo di formazione. Nel suo camminare e camminare, ricordando il percorso del protagonista del libricino di fama mondiale di Antoine de Saint-Exupéry, incontra vari animali che si riveleranno ostacoli o alleati a seconda dei casi nel suo obiettivo di recuperare il fiore e i suoi semi - simbolici nella misura in cui rimandano al piantare qualcosa di nuovo, come una nuova generazione che possa germogliare e sbocciare. Tra questi un corvo arcigno, uno scoiattolo smemorato, una volpe poetessa, un lupo incastrato nel proprio ruolo favolistico (l'animazione ci ha giocato molto ultimamente, tra Il Gatto con gli Stivali 2 e Troppo cattivi) e così via.

Il potere della musica

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Yuku e il fiore dell'Himalaya: una scena del film

Yuku ha dalla sua un atteggiamento sempre ottimista verso le avversità e gli apparenti nemici che si trova di fronte, e prova a distrarli e a conquistarli con la musica, perché così le ha insegnato la nonna. La parte musicale - insieme ai dialoghi ricercati da parte degli autori - rendono la pellicola un intrattenimento piacevole tanto per gli occhi quanto per le orecchie dei bambini, puntando soprattutto a quel tipo di target. Non manca nessun genere musicale o quasi: c'è lo scanzonato ska, il malinconico blues (cantato in originale dal rocker Arno), il rap moderno, lo swing ritmato che si ispira al Libro della Giungla, una ballata romantica (cantata in originale da Agnès Jaoui) e un boogie-woogie movimentato. Un viaggio nel potere della musica di influenzare positivamente gli altri e far trovare loro pace, a partire dalla protagonista Huku (che in italiano ha la voce della cantante Fedea).

Il potere dello storytelling

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Yuku e il fiore dell'Himalaya: una sequenza del film

Yuku e il fiore dell'Himalaya sembra volerci ricordare l'importanza (quasi primitiva) della tradizione orale, delle storie raccontate e tramandate di generazione in generazione, poi magari raccolte anche in un volume scritto. Che è simbolicamente quello che passa dalla nonna a Yuku, insieme alla chiave magica che ne dischiude i segreti e sveli le pagine, proprio perché di storytelling non ne abbiamo mai abbastanza. Né quando siamo piccini né quando diventiamo adulti, il cerchio della vita continua a girare e a chiudersi per poi riaprirsi. Interessante che sia matriarcale la famiglia presentata, dato che sono la nonna, la madre e ora Yuku a dover portare avanti la tradizione e pensare a sfamare i fratellini.

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Yuku e il fiore dell'Himalaya: una scena del film

L'animazione utilizzata per il lungometraggio è minimalista, dalle linee squadrate ma non per questo meno dolce, grazie anche ai colori vivaci e sgargianti che ne permeano tutta la visione. Un bel viaggio aspetta spettatori grandi e piccini per ricordarsi l'importanza della memoria, del ricordo e di uno sguardo al futuro che non dimentichi le nuove generazioni e dia loro delle linee guida.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Yuku e il fiore dell'Himalaya confermiamo come si tratti di un film destinato principalmente ad un target infantile, lasciandosi cullare dalle musiche di vario genere e dagli indovinelli che scandiscono il viaggio che intraprende la topolina protagonista, coraggiosa e sempre pronta ad aprire il proprio cuore e la propria voce per far sentire compresi ed accettati gli altri. Forse la gentilezza a volte è davvero l'arma più potente.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L'importanza dello storytelling di generazione in generazione.
  • I dialoghi ricercati e le musiche che spaziano tra i generi più diversi.
  • I colori vivaci.

Cosa non va

  • Rimane un film semplicissimo il cui target principale rimangono i bambini.
  • Il tipo di animazione minimalista potrebbe non piacere a tutti.