Un'isola per cambiare, la recensione: l’amore che sboccia in quattro lingue diverse

La nostra recensione di Un'isola per cambiare, commedia romantica multilingue sulle seconde possibilità in amore oltre i confini culturali e linguistici.

Un'isola per cambiare, la recensione: l’amore che sboccia in quattro lingue diverse

I più assidui e affezionati tra i lettori di Movieplayer ricorderanno l'articolo Film romantici: le 5 regole per storie d'amore di successo, un vademecum su quegli espedienti narrativi che fanno funzionare "quasi sempre" i film romantici sul grande e piccolo schermo. Citiamo due regole alla base di una delle commedie romantiche in Top 10 su Netflix: "La vicinanza forzata" e "Chi disprezza compra" e in questa recensione di Un'isola per cambiare, diretto da Vanessa Joop, dimostreremo che sono proprio queste due condizioni a stabilire il livello di gradimento su questo film multilingue sulle seconde possibilità in amore, oltre i confini culturali e linguistici.

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Un'isola per cambiare: una scena del film

Siamo in Germania e incontriamo Zeynep (Naomi Krauss), quasi 50enne di origini turche e croate, moglie trascuratissima e quasi ignorata e madre data fin troppo per scontato. Nel giorno del funerale di sua madre, viene lasciata da sola al cimitero persino dal marito ristoratore, troppo intento a flirtare con la nuova cuoca per ricordarsi di andare a sostenerla in un momento di dolore. La delusione per Zeynep è talmente grande che funziona come detonatore per il cambiamento. La donna si mette in macchina e fugge letteralmente fino ad un'isola in Croazia dove la madre le ha lasciato in eredità una casetta. Giunta sul luogo, scopre che la casa è già abitata da un uomo che lì dentro ci è cresciuto. Convivenza forzata dunque per due personaggi che da subito fanno scintille ma che per forza di cose si contrastano come copione e vita vorrebbero. C'era paradossalmente ancora molto spazio, nel mondo della fin troppo affollata commedia romantica, per una storia d'amore tra due cinquantenni diversissimi che si concedono una seconda possibilità o, forse, addirittura la prima vera e genuina occasione per farsi travolgere dal sentimento come non avevano fatto in gioventù. Piacevolmente multilingue e poco romanzata, Un'isola per cambiare è una inaspettata ventata di aria fresca nel panorama romantico che Netflix, come anche le altre piattaforme, aveva in passato riservato ad adolescenti, post-adolescenti o al massimo 30-40enni.

Una commedia senza abbellimenti

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Un'isola per cambiare: una scena del film

Sarà forse per merito dell'influenza europeo-mediterranea data dal mix Germania/Turchia/ Croazia o probabilmente anche per l'impossibilità, nel mare di lingue parlate dal film, di fare pulizia culturale e politically correct, ma Un'isola per cambiare regala parole ai suoi interpreti che sono molto più sincere di quello a cui siamo stati abituati. Nel loro scontro di culture e credi differenti, il naturalista e ambientalista Josip (Goran Bodgan) e la più sopraffatta, consumista e formale Zeynep, non si sottraggono ad una serie di commenti poco carini che alcuni film più controllati forse non avrebbero permesso neanche in scrittura. Seppur detto solo per suscitare nella donna una reazione forte, Josip rimbrotta Zeynep, senza abbellimenti né parafrasi, dicendole che è troppo vecchia per farsi adescare o cedere alle avance di un ventenne. Ne scaturisce un'accesa discussione, priva di retorica, sulle disparità di genere. Non vi è traccia di corpi fintamente appesantiti (vedi il sovrappeso immaginario di Renée Zellweger in Il Diario di Bridget Jones), invecchiati o imbruttiti. Naomi Krauss e Goran Bogdan sono naturalmente imperfetti, bellissimi aggiungeremmo, perché molto verosimili, con dei corpi e dei visi che fino a 10 anni fa non avremmo mai potuto vedere nel ruolo di protagonisti in un film per il grande pubblico ma soltanto nel cinema internazionale indipendente.

Vicinanza forzata e chi disprezza compra

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Un'isola per cambiare: una scena del film

Come anticipato nell'introduzione a questa recensione, Un'isola per cambiare risponde a due regole non scritte che sono tra le più funzionanti ed efficaci per il successo di una rom-com: La vicinanza forzata e Chi disprezza compra. Zeynep e Josip sono costretti a condividere una casa o, per essere più precisi, lo spazio intorno ad essa, la sconfinata vista sul mare e un paese inevitabilmente troppo piccolo per entrambi. Il potersi osservare costantemente, studiarsi l'un l'altro, in questo caso genera affezione ed alimenta il fuoco di quel finto odio tra i due che è in realtà, per l'appunto, maschera sull'interesse, l'attrazione, la chimica. Vanessa Joop è brava a prendersi tutto il tempo che può per far macinare questo sentimento tra i due e per farli scaldare a fuoco lento fino ad una incontenibile ebollizione. Un'isola per cambiare gioca saggiamente secondo le regole ed ottiene il risultato sperato, tra cui il felice passaparola tra gli abbonati Netflix.

Le 33 migliori commedie romantiche su Netflix

C'è sempre tempo per innamorarsi

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Un'isola per cambiare: una scena del film

È passata poco più di una settimana dal commosso ed entusiasmante discorso post-Oscar di Michelle Yeoh. L'attrice sessantenne con il suo "Donne, non permettete a nessuno di dirvi che avete passato l'età migliore" ha ribadito che non ci sono limiti di tempo per realizzare i propri sogni. Superano i loro limiti i protagonisti di Un'isola per cambiare, soprattutto Zeynep che decide di abbracciare le sue imperfezioni, i suoi difetti, i suoi 50 anni, la sua sessualità e concedersi un sano egoismo, la possibilità di mettere se stessa al primo posto dopo una vita passata a porre gli altri al centro. Ed anche la corsa verso l'amore di Zeynep porta con sé qualche acciacco come quel verissimo dolore alla milza di quando fai uno sforzo fisico improvviso e senza una preparazione atletica. Un sollievo per lo spettatore che non sente filtri, si riconosce e come nella migliore delle tradizioni romantiche, sogna l'amore ad ogni stagione della vita.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Un’isola per cambiare, sicuri di aver dimostrato che qualche salda regola non scritta in sceneggiatura unita ad un’operazione di "invecchiamento" e verità sui protagonisti, in questo caso cinquantenni desiderosi di seconde occasioni, regala una commedia romantica che si fa vedere e regala solide emozioni. L’appeal europeo multilingue di questa pellicola e la sincerità dei volti e dei corpi di Naomi Kriss e Goran Bogdan fanno il resto del lavoro, a giustificare il gradimento del pubblico su Netflix.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Non si concede abbellimenti, dialoghi edulcorati e finte imperfezioni.
  • I suoi protagonisti sono tanto imperfetti quanto molto veri.
  • Promuove l’idea per cui non c’è età per concedersi l’amore e i sogni.

Cosa non va

  • Seppur variata e addobbata in maniera differente, la storia del film è ovviamente prevedibile.
  • Imbandisce qualche situazione ai limiti dell’assurdo.