Totem - Il mio sole, la recensione: L’attesa di Sol

La recensione di Totem - Il mio sole, il secondo film di Lila Avilés presentato al Festival di Berlino 2023 e in sala dal 7 marzo.

Totem - Il mio sole, la recensione: L’attesa di Sol

A volte è strana la vita dei film che guardiamo ai grandi festival internazionali, come nel caso del titolo in uscita per Officine UBU (dal 7 marzo) di cui vi parliamo in questa recensione di Totem - Il mio sole: li vediamo, li ammiriamo, aspettiamo l'uscita per poterveli raccontare e nel frattempo hanno una loro vita che li riporta alla nostra attenzione con un bagaglio di esperienze diverso. Vincitore del premio della Giuria Ecumenica a Berlino 2023, da quel debutto a oggi il film diretto da Lila Avilés è stato selezionato in più di sessanta festival cinematografici di tutto il mondo ed è stato designato come candidato messicano agli Oscar. Ci siamo trovati a guardarlo ancora una volta, con occhi nuovi, apprezzando il rigore, eppure calore, della messa in scena, e la capacità di toccare le corde giuste nello spettatore per il modo in cui riesce a celebrare la vita in ogni sua sfaccettatura.

La storia di Sol, la piccola protagonista di Totem

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Totem: una foto del film

È la piccola Sol al centro del racconto imbastito dall'autrice per Totem - Il mio sole. La vediamo da subito nello spazio confinato di un bagno pubblico insieme alla madre. Uno spazio ristretto evocato anche dal formato video in 4:3 che le incornicia. La storia le segue nell'andare nella casa del nonno, dove aiutano zie e cugini nell'organizzazione della festa a sorpresa per il compleanno del padre, un giovane pittore malato per il quale Sol e la madre hanno in serbo un regalo speciale. Viviamo l'attesa per l'arrivo del padre, per il momento in cui uscirà dalla sua stanza al piano di sopra, mentre parenti e amici arrivano e il giorno volge al termine, immersi in un'atmosfera caotica in cui i legami familiari e interpersonali si evidenziano e mettono alla prova.

Un film di connessioni

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Totem: un'immagine del film

È una ragnatela di connessioni tra i diversi individui del gruppo a tenere insieme Totem - Il mio sole. Quello di Lula Avilés è un film che si basa su questo, una storia che sui rapporti umani poggia la sua costruzione narrativa ed emotiva, nel tratteggiare la forma indefinita e variabile di una famiglia che si appresta ad affrontare un momento di grande cambiamento. Un evolvere che viviamo e percepiamo attraverso gli occhi espressivi della piccola protagonista Naíma Sentíes, vera anima e cuore pulsante del film: senza nulla togliere a un cast che si muove sicuro sotto la guida della regista, è la giovanissima attrice a catalizzare l'attenzione e muovere il racconto trasmettendoci, comunicandoci, facendoci vivere le interconnessioni tra i membri di questa famiglia che si muove tra amore e folklore. Un ritratto ricco di sfumature in cui ogni spettatore può riconoscere spaccati della propria vita e della propria esperienza umana e familiare.

Un film di attesa

Viviamo, come detto, l'attesa di Sol in Totem. Funzionale a questo scopo la scelta del quadro ristretto, opprimente, in cui il cammino verso la festa a sorpresa ci viene raccontato, con le richieste reiterate e sempre più insistenti della bambina al padre, invitandolo a uscire dalla stanza e raggiungerli. È un film di attesa, ma è anche un film in cui si celebra la vita in ogni sua possibile forma, concreta e caotica, che esplode tra amici e parenti raccolti. Totem è un film con una mano autoriale forte, nonostante la regista Avilés sia soltanto alla sua seconda opera dopo The Chambermaid, e che proprio per questo può porre un ostacolo tra sé e una parte di pubblico non avvezzo a voci così personali.

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Totem: una scena del film

È richiesto a noi spettatori un piccolo sforzo emotivo per muovere i nostri passi in questo microcosmo familiare, per poter essere accolti e partecipi di quanto sta accadendo, per essere coinvolti dagli eventi e avvolti dalla fotografia curata da Diego Tenorio, ma una volta entrati nelle dinamiche familiari e interpersonali la ricompensa in termini di sensazioni provate ripaga dell'investimento iniziale. La forza del cinema, tra gioia e tristezza, realtà ed emozioni.

Conclusioni

È un film che ci fa vivere un’attesa quello di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Totem - Il mio sole, il secondo film della regista Lila Avilès presentato a Berlino nel 2023 e finalmente in sala per Officine UBU. È un film che vive della prova dei suoi interpreti, e soprattutto della giovanissima protagonista, ma poggia le sue solide basi emotive sulla ragnatela di rapporti umani tra parenti e amici intervenuti per una festa a sorpresa. È un film che richiede uno sforzo iniziale per entrare nelle dinamiche familiari presentate, ma che ripaga con una ricompensa emotiva forte per questo primo passo da compiere.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • La giovanissima protagonista, nei cui occhi leggiamo emozioni e attesa.
  • Tutto il cast, che riesce a concretizzare la visione della regista.
  • L’abilità dell’autrice di ricamare la ragnatela di dinamiche interpersonali...

Cosa non va

  • … per entrare nelle quali è richiesto un piccolo sforzo iniziale. Ampiamente ripagato.